Caso Vannacci, il generale non ha sentito il ministro CrosettoL’ufficio è un luogo pensato per maschi in fuga dai calziniTransizione green e veicoli elettrici: lo spostamento a destra ci costerà 20 miliardi di euro in più - Tiscali Notizie
Bottiglie d'acqua in plastica sono sicure? Risultati preoccupanti - Tiscali NotizieAurélien Ulrich Metendé - Dal profilo facebook di Metendé COMMENTA E CONDIVIDI «Oggi i filosofi africani non hanno posti nelle università europee. Secondo me pensatori e pensiero africano in Europa sono considerati come qualcosa di esotico,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock sono marginalizzati. Mentre molti trovano una posizione in America». Come è accaduto a lui, Aurélien Ulrich Metendé, 32 anni, dottorato all’Università di Yaoundè, che dopo il progetto Erasmus Mundus che lo ha portato alle Università di Tolosa e Lovanio, è approdato all’University of Indiana, a Bloomington. Da appena due mesi è uscito, presso la storica casa editrice Hermann di Parigi, il suo saggio Du désir de vie. Essai sur une écologie de libération en postcolonie (Sul desiderio di vita. Saggio su un’ecologia di liberazione nei paesi postcoloniali). C’è stato in passato, addirittura nella prima metà del Settecento dei Lumi, un filosofo originario dell’Africa che ha insegnato filosofia a Halle e Jena, Anton Wilhelm Amo, nato in Africa occidentale e portato in Europa come schiavo e donato al Duca di Brunswick. Siamo nell’epoca precedente quella di Hegel e Kant, le cui controverse posizioni su colonialismo e razza, riaffiorano ogni tanto in modo polemico ancora oggi. Ma solo in alcuni contesti. Ieri al congresso mondiale di filosofia in corso a Roma (nel quale oggi saranno protagonisti giovani studenti di tutto il mondo) Metendé à stato tra gli animatori di un lungo pomeriggio in cui al centro c’è stata la filosofia del continente nero. Il suo panel aveva il titolo “Pensare un Universale africano. Decolonizzazione, traduzione ed endogenizzazione”. In generale quale contributo può dare l’Africa oggi alla filosofia a partire dalle sue radici? «La filosofia africana ha molto da dire a partire dalla sua eredità. Per me essenziale è il problema della decolonizzazione linguistica. Perché in Africa abbiamo praticato la filosofia a partire delle lingue coloniali - francese, inglese, tedesco - non abbiamo usato le lingue africane. Dobbiamo ripensare le categorie filosofiche, sviluppando le nostre lingue. Con una parola africana possiamo esprimere diverse realtà e molti aspetti della vita». Per esempio? «Nella mia lingua del Camerun, l’Ewondo, la parola per “lavorare” significa due cose. Lavorare, appunto, ma anche prendersi cura. La si usa sia per dire “vado in ufficio”, sia per dire “vado dal dottore”, cioè a farmi vedere, curare». Un concetto applicabile anche all’ecologia? «Sì. Per questo il concetto di terra per noi non è lo stesso del capitalismo e della filosofia continentale». Tra le eredità c’è anche quella delle culture animistiche. è un problema nella concettulizzazione filosofica di termini come anima, appunto? « La difficoltà c’è per che la mostra mentalità il nostro immaginario risentono ancora molto della colonizzazione. Per questo oggi molto africani soprattutto giovani, rifiutano l’animismo e le religioni tradizionali africane. Ma i essa ci cono molti concetti e categorie che ci permettono di socializzare. E di avere una visione antropologica e cosmologica. Che non riusciamo a esprimere nelle lingue coloniali. Eppure è a partire da questa realtà, da queste pratiche - che riguardano la maggioranza delle persone, come nel Sud del Camerun - è molto importante oggi per diventare liberi e svilupparsi anche dal punto di vista politico ed economico». Come può la filosofia contribuire a questo sviluppo? « Decolonizzando la mentre per aiutare le persone, e i politici a costruire uno sviluppo che parta dalla nostra realtà. Perché le attuali categorie, i concetti, le teorie, non sono adattate nel nostro contesto». La cultura africana con il suo portato in un cero senso magico che rapporto ha co le nuove tecnologie come l’IA? « Ho scritto un articolo scientifico sull’argomento. Per me è molto importante che l’Africa si impegni in questa questione, Altrimenti sarebbe l’ennesima volta i saremmo colonizzati » .L’Africa è un continente giovane. Alla fine del secolo, ha detto ieri al congresso l’economista Jeffrey Sachs, il 40% della popolazione mondiale. Come la filosofia può accompagnare verso questo futuro? «Questa è la ragione per cui dobbiamo pensare africano con gli africano. Dobbiamo decolonizzare il nostro immaginario la nostra mente, il nostro linguaggio. Questo è il ruolo del filosofo nella società africana. Aiutare i politici a sviluppare questo aspetto. A partire dall’educazione. Il nostro sistema educativo non è africano. Io all’università ho studiato al 95% i filosofi europei e al 5% quelli africani. Lo stesso vale per la storia e questo non va bene. Dovrebbe essere il contrario. Negli anni Sessanta c’è stata una decolonizzazione politica e sociale. Ora dobbiamo spingere su questi aspetto».
Funerali laici di Stato per Giorgio Napolitano: dove seguirli in diretta tvSe mi batti, ti sorrido. Il ciclismo dei campioni gentili che gli ex non capiscono
Tumore seno, meno chemioterapia grazie a oncologia di precisione - Tiscali Notizie
Storia di Lala, metafora del fallimento del sistema educativoGiorgia Meloni cambia casa: quanto costa la nuova villa con piscina e quanto è grande
Sanità, Schillaci su carenza infermieri: "Puntare su specializzazioni universitarie" - Tiscali NotizieÈ la Rolls Royce del cinema, ma Dune 2 non è così epico
Estate: creme solari pericolose? I medici anti-fake news bocciano i 'no-cream' - Tiscali NotizieL’inglese non esiste: è francese pronunciato male
Come il Decreto Dignità ha modificato le normative sul gioco d'azzardo in ItaliaIn un mondo di «ghosting», siamo circondati da fantasmiLuigi Zanda torna sulal strage di Ustica: "Gheddafi avvisato due volte"Europa 2024. Mario Salomone: «Superare la crisi climatica, combattere le disuguaglianze sociali» - Tiscali Notizie
Vent’anni senza Pantani, un’anima fragile sotto una bandana
Fedez a Belve, la vita messa in piazza è bella finché dura
Migranti, Mattarella incontra Steinmeier: chiesto uno sforzo all'UeMeloni al GP di Monza, dal Superbonus all’assenza a CernobbioDa Chiara Valerio a Donatella di Pietrantonio: chi sono i 12 libri finalisti del Premio Strega 2024Il letargo su Roma. Quale ruolo per l’informazione: è ora di suonare la sveglia delle coscienze - Tiscali Notizie
Tumori, dieta mediterranea 'alleata' anche dopo la diagnosi: cala del 32% il rischio di mortalità - Tiscali NotizieIl Presidente Mattarella su Matteotti: «lo Stato fu asservito a un partito armato che si faceva regime» - Tiscali NotizieEuropa 2024 alla prova del voto: «L’Ue ha costruito pace e benessere; indolenza e ignavia la distruggono» - Tiscali NotizieFestival di Sanremo, il ritorno di Gigi D’Agostino dopo la malattia. Il Capitano torna sulla nave