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Decreto Sostegni, indennità per collaboratori sportivi: chi ne ha dirittoIl torneo inclusivo per eccellenza dal 23 al 26 maggio: nasce nel 2002 per onorare la memoria di Mark Bingham,VOL rugbysta gay precipitato con il volo United 93 dopo essersi opposto ai dirottatori dell’11 settembre Roberto Parretta 17 maggio 2024 (modifica alle 16:51) - ROMA Centouno squadre per oltre tremila atleti e atlete, sei impianti coinvolti, per tre giorni di incontri di rugby che si giocheranno ininterrottamente dalla mattina alla sera dal 23 al 26 maggio a Roma: è l’edizione 2024 della Bingham Cup, il torneo nato nel 2002 per ricordare la memoria di Mark Bingham, uno dei passeggeri del volo United 93 che nella mattina degli attentati dell’11 settembre 2001, assieme ad altri, si oppose ai dirottatori, facendolo precipitare nei pressi di Shanksville (in Pennsylvania). Il Mark Kendall Bingham Memorial Tournament si pone l’obiettivo di sfidare gli stereotipi e la percezione che si ha della comunità LGBTQIA+: Mark infatti era gay e giocava a rugby e proprio per questo si è deciso di istituire questa competizione biennale, che dai modesti esordi, oggi rappresenta il più grande torneo amatoriale di rugby del mondo. Ospitato sempre in grandi città: San Francisco nel 2002, Londra nel 2004, New York nel 2006, Dublino nel 2008, Minneapolis nel 2010, Manchester nel 2012, Sydney nel 2014, Nashville nel 2016, Amsterdam nel 2018, Ottawa nel 2022, dove arrivarono 60 squadre e oltre 400 spettatori assistettero alla finale. Evento presentato tra l’altro in coincidenza con la Giornata internazionale contro l’omofobia, la bifobia e la transfobia. LA SCELTA DI ROMA— L’assessore allo sport Alessandro Onorato ha ricordato il momento in cui Gianmarco Forcella e il comitato promotore ha chiesto a Roma Capitale di correre per organizzare la Bingham Cup: “Per Roma - ha detto - è stato un onore prendere in considerazione la possibilità di presentare la sua candidatura”. Una candidatura che va letta sotto due aspetti fondamentali: “Roma ha un appeal internazionale legato ai grandi eventi e al turismo, ma con la Bingham Cup, un evento che coinvolge migliaia di appassionati, si aggiunge un messaggio sociale fortissimo. Roma con il Sei Nazioni è la casa del rugby italiano e il rugby con Roma ha un rapporto unico, uno sport che fa della lealtà e del fair play i suoi cardini. Ed è proprio per questo surreale pensare che nel 2024 in Italia e nel mondo esistano ancora forme di esclusione, che noi vogliamo contribuire ad abbattere, a cominciare dalle scuole e dalle società sportive. È assurdo constatare che vivere una sessualità non standard possa portare qualcuno all’esclusione dalla pratica sportiva. La Bingham Cup rappresenta una di queste forme di lotta per l’abbattimento di qualsiasi barriera e siamo orgogliosi che il comune si sia messo a disposizione anche con i suoi impianti”. All’organizzazione della Bingham Cup arriva anche l’augurio di Marzio Innocenti, il presidente della Federugby: “Abbiamo subito ed entusiasticamente detto sì alla possibilità di patrocinare questa manifestazione, riteniamo sia la cosa giusta: perché la Fir lavora per i risultati sportivi, è vero, ma anche per il sociale. A noi piace sottolineare come il rugby porti felicità e divertimento, ma anche crescita ed educazione. Tra l’altro abbiamo recentemente colmato una lacuna nello statuto, quella relativa alla lotta alle discriminazioni, aggiungendo la discriminazione sessuale. Il nostro obiettivo è formare buoni cittadini e siamo sempre felici di lavorare con chi ha come obiettivo quello di migliorare la società in cui viviamo”. 101 SQUADRE, 3.500 GIOCATORI— A Roma sono attese 101 squadre per oltre 3500 giocatori, con 10.000 persone attese ad assistere. Otto le squadre anche femminili, che giocheranno per l’Amanda Cup, istituita dall’edizione del 2022, per rispondere al crescente numero di sezioni femminili nate all’interno dei club afferenti l’IGR, l’International Gay Rugby. La coppa in questo caso fa riferimento ad Amanda Mark, australiana appassionata di rugby che fece amicizia con Mark Bingham durante una visita della scuola statunitense di Mark nel suo paese. Nel 2001, su suggerimento di Mark, Amanda, nel frattempo diventata una donna d’affari, si trasferì a New York, condividendo l’appartamento col vecchio amico. Che vide per l’ultima volta la sera del 10 settembre 2001, prima che Bingham s’imbarcasse da Newark verso San Francisco. Dal 2002, Amanda, nel frattempo tornata a vivere in Australia, ha assistito a sei edizioni della Bingham Cup. Rugby: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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