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L’oncologo Marchetti: "Attivare percorsi di prevenzione terziaria" - Tiscali Notiziell californiano negli Anni 70 vinse anche gli Us Open,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock ma è diventato celebre grazie alle sneaker Silvia Nittoli 28 giugno - 09:55 - MILANO Capita di essere stato uno dei più famosi tennisti al mondo, ma di essere ricordato per un paio di scarpe. Stanley Roger Smith, campione di Wimbledon nel 1972 e vincitore degli US Open l’anno precedente, nei tornei del Grande Slam trionfò anche cinque volte nel doppio. Tuttavia, il suo nome è universalmente associato a un iconico paio di sneakers: le Adidas Stan Smith, caratterizzate da una tomaia in pelle bianca e una linguetta verde sul tallone. Protagonista del documentario “Chi è Stan Smith?”, ispirato al suo libro “La gente pensa che io sia una scarpa” e prodotto da LeBron James, l’ex tennista californiano è consapevole che le scarpe che portano il suo nome abbiano in qualche modo eclissato i suoi successi in campo. «Ai miei tempi c’era un certo Jack Kramer, una figura pionieristica nel tennis professionistico che aveva dato vita all’Atp. La sua racchetta, la “Jack Kramer”, era la più venduta. Un giorno mi disse: “La maggior parte delle persone non mi ha mai nemmeno visto giocare, dunque non è detto che le nuove generazioni si ricorderanno di te”». Stan Smith, lei quante Stan Smith possiede? "Quasi cento, forse di più. E le ho indossate tutte. Le più particolari sono un modello in oro 24K e un altro disegnato da Pharrell Williams che sembrano fatte con tessuto da tappezzeria. Peccato non aver tenuto quelle originali che ho indossato per la finale 1972 che ho vinto a Wimbledon" In ricordo di quella finale, però, ha creato un modello speciale. "Ho realizzato un paio per celebrare la rivalità con Ilie Nastase, prodotte con materiali speciali e cuciture esterne. La nostra rivalità risale agli anni Settanta. Lui mi ha battuto qualche volta nei Master, io ci sono riuscito quattro volte in Coppa Davis e poi, appunto, nella finale di Wimbledon di 52 anni fa. Lui è disegnato sulla scarpa sinistra e io sulla destra" Ne ha create altre con ex colleghi? "Sì, in occasione di una collaborazione con Rod Laver: il mio volto sulla linguetta destra e il suo sulla sinistra. Le nostre foto sono stampate sulle suole interne e sono realizzate con materiali riciclati". Cosa pensa di Jannik Sinner? "Oggi è il migliore al mondo. Lui, Holger Rune e Carlos Alcaraz si daranno battaglia come fecero Nadal, Federer e Djokovic. Di Sinner adoro quella che io chiamo “potenza liquida”: un gioco molto fluido, per il quale usa tutte le parti del corpo per creare questa forza che esce dalla racchetta". Sinner è il migliore al mondo. Lui, Rune e Alcaraz si daranno battaglia come fecero Nadal, Federer e Djokovic"Stan Smith Rivede il suo stile di gioco in qualche tennista di oggi? "Ai miei tempi avevamo uno stile diverso. La maggior parte faceva il serve-and-volley. La gente pensava che fosse noioso. Ora i giocatori battono e stanno sempre dietro e la gente pensa che sia noioso. La varietà è il pepe della vita, perciò mi è piaciuto uno come Federer in grado di fare cose diverse. Anche Alcaraz è un buon esempio di tennista che entra a rete e che sta indietro e sa alternare colpi diversi. Possiede un grande drop shot, è delicato e potente allo stesso tempo, è divertente guardarlo. In più ama molto il gioco, è evidente se lo si osserva durante le partite combattute, anche quando perde". John McEnroe è uno dei tennisti che compare nel suo docu. Che rapporto avete? "Abbiamo avuto una relazione altalenante. La cosa divertente è che mia moglie Marjory e le sue quattro sorelle vivevano vicino ai McEnroe e la sorella di mia moglie è stata la prima ragazza che John ha baciato. Giocare con lui nella squadra di Davis non è stato facile, era un vero idiota in campo. Ho dovuto fare i conti con questa cosa. Ma da allora abbiamo avuto modo di parlare di vecchie questioni e adesso abbiamo un buon rapporto". C’è stato qualcuno che non si aspettava di vedere con indosso le sue scarpe? "Quasi quarant’anni fa mi capitò di incontrare l’ex Segretario di Stato americano, George Shultz. Indossava le Stan Smith. Mi disse: 'Il mio medico mi ha detto che devo indossare le tue scarpe per il mio problema ai piedi'". Stile Gazzetta: tutte le notizie © RIPRODUZIONE RISERVATA
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