File not found
trading a breve termine

Sanremo 2024, i tre tenorini sono cresciuti. Il Volo in gara con “Capolavoro”

Giorno della memoria, le persecuzioni di Rom e Sinti sono un dramma avvolto nel silenzioOscar 2024, tutti i finalisti. Io Capitano di Garrone tra i candidati per il miglior film stranieroGoverno Meloni, Landini rilancia lo sciopero del 7 ottobre: "Diritti Costituzione sono messi in discussione"

post image

La folle corsa e il mito di Ferrari nel film dell’“hollywoodiano” Michael Mann con Adam Driver  - Tiscali NotizieÈ stata probabilmente la scrittrice più politica nel tempo in cui la politica perdeva il suo senso più profondo. E insieme a lei si perdevano anche la scrittura,analisi tecnica il giornalismo e gli intellettuali nel loro rapporto con la realtà«Se morissi domani (e il giorno della mia morte non è lontano) ci sono centinaia di persone che potrebbero alzarsi per dire: “Michela Murgia direbbe”. Perché anche se non potrò dirlo, comunque l'ho detto», disse prima di andarsene.Michela Murgia direbbe, in tanti lo abbiamo pensato quando spuntò un generale vanaglorioso che sembrava un suo personaggio: «Per fortuna i militari non sono gente che si lascia scuotere dalle critiche assurde di chi vede fascisti dappertutto» (da Stato di servizio in Tre ciotole, Mondadori).Michela Murgia direbbe, da dodici mesi lo pensiamo un po' su tutto. E sempre concludiamo come ha scritto Alessandro Giammei su Domani. Michela Murgia manca. Ma anche Michela Murgia c'è. Un anno dopo la sua scomparsa, con quel funerale in una chiesa nel cuore di una Roma vuota e bellissima, con la «folla di fulmini senza tuoni» in piazza di cui ha parlato Giammei.Una donna del suo tempoMichela c'è perché è profondamente contemporanea, una donna del suo tempo, e insieme è inattuale, fuori dal corso dei giorni. È stato il suo atteggiamento esistenziale, spirituale. Sentirsi “già”, immersi in questo mondo, con la passione per quel che accade, senza distinzione tra la storia individuale e personale e la storia collettiva delle donne e degli uomini.E insieme “non ancora”, perché non è in questo tempo il compimento, l'esodo non è finito, sei sempre in un cammino accidentato, tra cadute, ritorni all'indietro, tradimenti, dentro un deserto di ingiustizia, di incomprensione, nell'impossibilità di riconoscere davvero l'altro, e forse te stesso.Michela era ribalda, corsara, perfino cinica, sempre nella mischia, e era altrove. È incredibile che nel piagnisteo che inscenano ecclesiastici e politici sulla irrilevanza del cattolicesimo nessuno si ricordi che la più letta, discussa e amata intellettuale italiana si sia definita indipendentista sarda, femminista, cattolica: «Sono cattolica e il mio incontro con Dio è un incontro nella storia, non fuori dalla storia. Tutto quello che ho fatto nella vita l'ho fatto nella convinzione di stare dentro il progetto di Dio. Non c'è stato un giorno della mia vita in cui non ricordi di essere stata credente», ha detto in Ricordatemi come vi pare (Mondadori).«Essere cristiana mi ha reso una scrittrice migliore. Sono diventata cristiana grazie all'Azione cattolica, che è l'unica associazione laicale democratica della Chiesa cattolica. L'educazione a un alfabeto di libertà e di autodeterminazione». Lì insegnavano che laicità significa considerare le cose per come sono, nella loro identità. Nel vivere qui, adesso, insieme, che è la politica, il senso del fare politica. CulturaIncantesimi orali e misticismo, il libro postumo di Michela MurgiaAlessandro GiammeiUna scrittrice politicaIn questo Michela Murgia è la scrittrice più politica. Lo è stata nel tempo in cui la politica perdeva il suo senso più profondo, e si perdevano anche la scrittura, il giornalismo, gli intellettuali, nel loro rapporto con la realtà. Il pezzo di viaggio che ha attraversato Michela, lo scorcio tra la chiusura del secolo scorso e il primo quarto del secolo nuovo, è quello in cui tutto ha finito e molto altro è cominciato.«Come siamo arrivati a questo punto così, di colpo?», si chiese nella primavera 2023. E rispose con una serie di storie su Instagram sul come si è arrivati al “nuovo fascismo” cui aveva dedicato, anni prima, un libro in cui svelava la inutilità degli «anni di retorica»: «Troppe le giornate della memoria. Troppa la fuffa ideologica sulla Resistenza che ha fatto sì che del nonno partigiano si ricordino tutti e del nonno fascista nessuno mai» (in Istruzione per diventare fascisti, Einaudi).Nelle storie c'era il percorso di questi anni, dal G8 di Genova alla legge Bossi-Fini alle leggi sulla precarietà del lavoro alla democrazia del capo che prospera sulla sfiducia, sulla devastazione della credibilità delle istituzioni costituzionali. E c'è un corpo, tra gli altri, che attraversa questo passaggio.Il corpo di Michela Murgia che al suo ingresso sulla scena pubblica è parola collettiva e anonima, potenza pura del racconto, è lei e ed è tutte e tutti i lavoratori del call center Kirby, nel blog senza nome che diventa successo editoriale. E poi è la sua scrittura che brulica, che arriva come «una torta di fango impastata di formiche vive», come quella con cui gioca Maria all'inizio di Accabadora. «La cifra della mia scrittura è il disorientamento di chi mi segue», dirà. E infine il corpo appare in tv, sulla radio, sui giornali, sulla rete. CulturaMichela Murgia: «Grazie, incauti potenti impotenti. Vedere un limite significa poterlo usare»Partigiana e imperfettaUn corpo davanti alla telecamera, sotto la luce di un riflettore, sopra un palco, per «provocare azioni nel corpo della società italiana». Un corpo spesso solo, anzi, lasciato solo. Perché Michela non ha mai cercato la solitudine, l'ha combattuta moltiplicando legami, famiglie, figli di anima, mettendosi al fianco di altre solitudini che lei riconosceva, come quella di Roberto Saviano, l'ha sofferta in modo indicibile quando il suo corpo è diventato oggetto di odio, è stato minacciato, sottoposto a violenza inaudita, scatenava la pulsione oscura di un'Italia patriarcale, ostile all'intelligenza di una donna che in modo sfrontato affermava di voler dire la verità.Una verità partigiana, imperfetta, addirittura sporca, ma per fortuna non ripulita, non riparata, non protetta, non messa in bella copia, non riposta al sicuro e al caldo dei cenacoli e delle accademie, delle redazioni dei giornali progressisti e nei retropalchi dei festival, dove amano incontrarsi i neo-sapienti.Michela partecipava, era «una donna che sa», ma non era una sapiente, non parlava la lingua degli iniziati. Era esposta e si esponeva, metteva la sua parola in circolazione, non aveva sotterrato ma trafficava il suo talento, senza pudore e senza difese. Fino a rappresentare, nella nostra storia recente, un caso unico di rapporto tra intellettuali e potere. «In Italia il potere ha il terrore degli intellettuali. E gli intellettuali hanno il terrore del potere».Lei conosceva la paura, ma non il terrore. Il potere aveva imparato a sfiorarlo, in una certa misura a esercitarlo, rimanendo però al fondo straniera, in-appartenente, divisa tra le due Michele che convivevano in lei, «una sarda e una italiana», ma non scissa, perché non si potevano separare. «Noi sardi siamo abituati ai rumori di guerra», diceva, ma la guerra era sempre più faticosa, quando le si chiedeva di non parlare e di non scrivere più di politica, impossibile per lei, perché l'incontro nella storia (con le persone, con Dio) è sempre politica.Una luce che brucia ancoraAlla fine, la trovavi in fondo a sinistra, nel punto più nascosto del locale di Trastevere che aveva eletto a casa, studio, ufficio, ma anche recapito postale, angolo di scrittura, luogo di preghiera, comitato elettorale, confessionale, piazza di incontro, in cui scrivere libri, escogitare strategie, ordire congiure (letterarie), progettare viaggi (in Corea), ricucire le amicizie perdute, congedarsi.Chiudeva il computer, si accoccolava sui cuscini, si lasciava abbracciare. Al termine del suo “secondo libro postumo”, «solenne e sfacciato», raccolto da Beppe Cottafavi nel luglio 2023 e curato da Giammei, il suo testamento, da leggere, da amare, Michela dice che la sua voce non sarà più un tuono, un terremoto, un vento, ma un refolo, come quello che sente nella Bibbia il profeta Elia. «Nel refolo c'è la voce dello Spirito. Se non ti fermi a riflettere, il refolo non lo senti mai».E concludeva: «Se bruci tanto, fai tanta luce. Ma forse ne sarebbe bastata meno. Forse sarebbe bastato che non fossi io quella che parlava per prima, quella che gridava più forte... Ora posso permettermi l'egemonia del silenzio perché ho parlato per anni, moltissimo».Michela manca, sì, manca moltissimo. E Michela c'è. Per Michela parlano le vite che con la sua scrittura ha cambiato e che continueranno a cambiare. Per chi ha avuto il dono di incontrarla nella vita parla anche il silenzio. La luce di una candela che brucia anche da spenta, una presenza che non smette di illuminare il buio. FattiUn murale per Michela Murgia. «Il suo sorriso continua a fare rumore»© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMarco DamilanoGiornalista e saggista, è stato direttore de L'Espresso dal 2017 al 2022. Collabora con Domani e, da settembre 2022, conduce una striscia quotidiana di informazione in onda su Rai3

Riparte la rumba atomica, ma il nucleare non è cambiato: oltre la propaganda è sempre la stessa …scoria - Tiscali NotizieLavoro e salari, l’Italia è un Paese premoderno. Cosa è necessario che cambi nel 2024  - Tiscali Notizie

Reddito di cittadinanza sospeso, l’attacco di De Luca al Governo

Stipendio parlamentari, Piero Fassino torna a parlare: "Non volevo lamentarmi dell'indennità"Stubb nuovo presidente in Finlandia. Radiografia di un Paese europeista, con emergenze simili all’Italia - Tiscali Notizie

Festival di Sanremo, come funzionano le votazioni. Così sarà scelto il vincitoreSalario minimo, lettera di Giorgia Meloni: le 8 proposte del Cnel

La lezione del fucile di Anton Cechov. Il ritorno della guerra non è più impensabile

Gaming d’antan. La passione per il gioco non dev’essere sempre un azzardo - Tiscali NotizieConte contro il Governo e la ministra Calderone sullo stop al reddito di cittadinanza

Ryan Reynold
Il primo regolamento sull’Intelligenza artificiale. Obblighi, divieti, requisiti secondo l’Unione europea  - Tiscali NotizieIl teatro civile di Marco Paolini è «un antidoto contro la solitudine»Testo di Apnea, canzone di Emma a Sanremo

Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

  1. avatarMettete dei fiori nei vostri cannoni. Il Sanremo del 1967 e la canzone di protestaMACD

    Chi è Giovanbattista Cutolo, il musicista ricordato a Sanremo: «Vivrai in eterno nella musica»Alemanno contro Crosetto sul caso VannacciL’infanzia di Alma a Trieste. Un romanzo che parla di frontiere“Povere Creature!” di Yorgos Lanthimos: la mostruosa emancipazione di Bella Baxter - Tiscali Notizie

    1. Dal taccuino dei ricordi. Il sogno di un’Alfa Romeo popolare, il realismo di Luraghi e i modelli nati al Sud - Tiscali Notizie

      1. avatarGiorgia Meloni, dichiarazioni sul crollo della palazzina a Torre del GrecoProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

        Collette scolastiche: amplificatori di disuguaglianze o volano di comunità?

        ETF
  2. avatarI 100 anni di don Milani, un prete spaventosamente normale diventato maieutacriptovalute

    Sanremo 2024, Loredana Bertè potrebbe vincereIn “Operazione Kandahar”, di Ric Roman Waugh, l’eroe americano per una volta non salva il mondo - Tiscali Notizie1/ Lo spot nell’occhio. Dallo spazzolone alla donazione degli organi: quanti volti ha Littizzetto - Tiscali NotizieGiorgia Meloni sul caso del conto non saldato in Albania: "Mi sono vergognata"

  3. avatarSanremo 2024, ecco come sarà la seconda serata. Amadeus: «Il festival è come la nazionale di calcio»Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Sanremo 2024, BigMama è pronta a uscire dalla sua fase rabbiosaA Sanremo Annalisa ha dimostrato che è cambiata per sempreRicerche Italia-Israele. Gullino, già vice-rettrice dell’Ateneo torinese: «La scienza non può avere confini» - Tiscali NotizieL’abuso della parola “genocidio” cancella il senso profondo della Shoah

Un posto al sole. Di proroga in proroga, l’eterno privilegio delle concessioni agli stabilimenti balneari  - Tiscali Notizie

Sanremo 2024, prima il festival e poi gli stadi. I Negramaro possono conquistare tuttoL’infanzia di Alma a Trieste. Un romanzo che parla di frontiere*