File not found
trading a breve termine

Ad agosto treni più lenti per lavori: orari riprogrammati e ritardi di ore, le tratte interessate

Cofferati: "Nel Pd non deve solo cambiare la musica, ma anche i musicanti"Valditara: "Lavori socialmente utili per gli studenti che non rispettano le regole"Governo Meloni, il senatore Malan contrario al ddl Zan: "Nella Bibbia l'omossessualità è abominio"

post image

Giorgia Meloni all'Altare della Patria per rendere omaggio al Milite ignotoQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Ad agosto treni più lenti per lavori: orari riprogrammati e ritardi di ore, le tratte interessateGiuliano Castellino bloccato fuori da Montecitorio, Taormina si indigna

Chi è Maria Elisabetta Alberti Casellati, la nuova ministra delle Riforme del Governo Meloni

Tragedia Ischia, Matteo Salvini su Twitter: "Mettiamo in sicurezza l'Italia"Manovra, Lega e Forza Italia pronti all'affondo

Silvio Berlusconi nella Giornata internazionale contro la violenza sulle donne: "Forza Italia c'è"Morgan bocciato dal Ministero della Cultura, nomina di consigliere per la musica alla Venezi

Il giudizio di Fausto Bertinotti: "La Sinistra è morta, Pd e M5S non lo sono e non vogliono esserlo"

L'opposizione a Salvini: "No, pagare un caffé con il bancomat è normale"Migranti, durissima replica di Mulè alla Francia: "Loro gli sparano, noi no"

Ryan Reynold
Legge di bilancio 2023, ecco la bozza: Imu, ponte sullo stretto, tav e opzione donnaMigranti, cosa prevede la direttiva del nuovo ministro dell'Interno Piantedosi sulle navi OngSalvini sulle affermazioni di Pichetto Fratin: "Sindaci in galera? Io voglio proteggerli"

VOL

  1. avatarInvito di Giorgetti a Lindner: "L'Ue abbia una strategia più incisiva sull'energia"Guglielmo

    Orazio Schillaci conferma la commissione d'inchiesta sul CovidTelefonata Mattarella-Macron dopo lo scontro Italia-Francia sui migranti: "Piena collaborazione"Notizie di Politica italiana - Pag. 135Attacco israeliano a Beirut. Netanyahu scherza con il fuoco

      1. avatarL'affondo di Crosetto alla Francia: "Facile fare gli accoglienti con i porti degli altri"Guglielmo

        Il PD attacca Azione, ecco le parole di Ascani: "Fate la stampella al governo di destra"

  2. avatar"Droga ed alcol non sono un reato": la tesi di Michela Murgia sui raveETF

    European Focus 44. ParentocraziaIl procuratore Pignatone indagato a Caltanissetta per «favoreggiamento alla mafia»Tetto al contante, verso l'accordo sul limite a 5mila euro: Meloni punta al compromessoCovid, il bollettino diventa settimanale: il ministro Schillaci abolisce quello giornaliero

  3. avatarTajani sui migranti: "La reazione della Francia spropositata, serve un codice Ue di condotta"ETF

    Reddito di cittadinanza, il piano del governo Meloni: taglio progressivo e limiti di tempoGiorgia Meloni alla Camera: "Un governo politico rappresentativo della volontà popolare"Legge di Bilancio, l'esecutivo potrebbe andare verso uno stop al reddito di cittadinanzaAd agosto treni più lenti per lavori: orari riprogrammati e ritardi di ore, le tratte interessate

Manichino di Giorgia Meloni impiccato a testa in giù a Bologna

Microsoft va in tilt e il mondo si ferma: «Problema risolto», ma danni miliardariAbusi, culto della personalità, derive settarie. La chiesa francese mostra il fallimento delle “nuove comunità”*