File not found
Professore Campanella

Ranking Atp, Djokovic e Alcaraz incalzano Sinner, che resta il favorito. Ecco perché | Gazzetta.it

Catalogna: "se arrestano Puidemont torneremo in piazza" - Tiscali NotizieNovità dall’Agenzia delle Entrate, su App IO e SMS arrivano “Comunicazioni per te” e “Le tue Scadenze” - Tiscali NotizieAl Policlinico di Palermo reimpiantato il braccio ad uomo - Tiscali Notizie

post image

Guida autonoma con l'intelligenza artificiale. La Dallara da record del PoliMi | Gazzetta.itUn gran numero di monumenti abbattuti o imbrattati negli ultimi anni pone con urgenza il problema affrontato da due nuovi volumi di Tomaso Montanari e Antonella Salomoni. La rimozione dei segni della memoria,analisi tecnica anche quando infausta, non può essere una soluzione. L’esempio della Kunsthaus di Zurigo con le opere di Emil BührleSulla facciata dell’ex Casa del fascio di Bolzano campeggia un grande fregio a bassorilievo, con tanto di Mussolini a cavallo e l’immancabile scritta «credere, obbedire, combattere». Nel 2017 l’amministrazione locale ebbe l’idea di creare, con una proiezione luminosa, una sorta di controscritta permanente, che viene così ad essere leggibile sulla facciata, e scelse la frase di Hannah Arendt: «Nessuno ha il diritto di obbedire», che in tal modo campeggia in tre lingue e ci ricorda che non si può invocare il dovere di obbedienza quando gli ordini impartiti sono criminali e inumani.È un buon esempio di come si possa intervenire su un monumento controverso, che celebra un’epoca e un passato da cui dobbiamo prendere le distanze, criticandolo senza distruggere quelle vestigia che, per vari motivi, sarebbe problematico abbattere. La cosa vale in particolare per le architetture, che possiedono una funzione utilitaria accanto a quella simbolica ed estetica, ma si pone in modo simile per i monumenti, anche se questi ultimi sono spesso dei meri strumenti comunicativi e celebrativi e di rado assurgono a opere d’arte di grande significato.Dall’iconoclastia al museoCe lo ricorda il volume appena pubblicato da Tomaso Montanari per Laterza, Le statue giuste, che prende avvio da quel che è accaduto in Inghilterra, a Bristol, al monumento che rappresenta Edward Colston, un mercante del Seicento onorato a lungo in diversi luoghi della sua città natale come benefattore, per le donazioni lasciate alla cittadinanza, ma del quale in tempi recenti è emerso con sempre maggior certezza il ruolo avuto nel commercio di schiavi dall’Africa, fonte principale delle ricchezze accumulate.Già oggetto in precedenza di alcune contestazioni, il monumento venne abbattuto nel 2020 nel corso di una manifestazione connessa alla morte di George Floyd negli Stati Uniti e alla susseguente protesta Black Lives Matter. I quattro giovani che avevano rovesciato la statua e l’avevano gettata in un canale del porto, noti come “The Colston four” vennero denunciati e processati ma furono assolti per le motivazioni del loro gesto. La statua, successivamente ripescata dalle acque, ed esposta in posizione orizzontale con i segni della vernice con la quale era stata imbrattata, si trova ora nel museo di Bristol.Quando bisogna fare i conti con un monumento o con un’opera d’arte discussa, il primo stadio di solito è quello dell’abbattimento, della rimozione, spesso della demolizione. Il fenomeno dell’iconoclastia, della distruzione violenta delle opere d’arte, che siamo soliti legare alle lotte religiose (a Bisanzio, o alla Riforma protestante) in realtà ha spesso una matrice squisitamente politica. I cambi violenti di governo, il rovesciamento delle dittature è quasi sempre seguito dalla distruzione di monumenti e simboli del passato. Montanari ricorda l’ondata di demolizioni di statue dei sovrani nei primi tempi della Rivoluzione Francese, ma il fenomeno più massiccio ed esteso di vera e propria iconoclastia in anni recenti è l’enorme quantità di monumenti celebrativi abbattuti (e spesso completamente distrutti) nei paesi dell’ex blocco sovietico. La statua "A Surge of Power" che ha rimpiazzato quella di ColstonCancellazione o riscrittura della storiaI numeri forniti da Antonella Salomoni nel suo Lenin a pezzi. Distruggere e trasformare il passato (Il Mulino, 2024) sono veramente impressionanti: delle circa 15000 statue di Lenin esistenti, la quasi totalità è stata rimossa. Nei paesi baltici e in Polonia praticamente non se sopravvive nessuna; in Ucraina si è assistito ad ondate di abbattimenti successivi, e ovunque alla protesta contro i passati regimi comunisti si è sovrapposta quella contro l’asservimento all’URSS. Quasi mai, in questi paesi, si è assistito a interventi di reinterpretazione o sovraiscrizione dei monumenti, anche se a volte il transito al museo è stato l’esito finale.Ma quando le condizioni storiche lo consentono, il passaggio attraverso le tre tappe del percorso individuato da Montanari, quello che va dalla mera distruzione (iconoclastia) alla riscrittura del significato (risemantizzazione) e infine all’ingresso nel museo (patrimonializzazione) resta un percorso auspicabile. Montanari ha ragione nel notare che con le vestigia del periodo fascista, in Italia, abbiamo fatto ben poco in questa direzione, e molto resta da fare. La cancellazione della memoria, anche quando si tratta di una memoria di infamia, non è mai la strada auspicabile, come non lo è la mera acquiescenza al fatto storico. La storia si riscrive e si reinterpreta continuamente, anche e soprattutto nello spazio pubblico, nei nomi delle strade e degli edifici.E se il museo stesso è contaminato?Un esempio particolarmente riuscito di reinterpretazione e contestualizzazione storica riguarda appunto un museo, il Kunsthaus di Zurigo, nel quale è in corso una mostra dedicata a una collezione particolarmente controversa, quella donata alla città svizzera dagli eredi di Emil Bührle. Si tratta di una collezione di straordinario valore, comprendente decine di capolavori, da Monet a Cézanne (con lo strepitoso Ragazzo dal panciotto rosso) da Van Gogh (presente con uno straordinario autoritratto) a Picasso.Ma l’eccezionale qualità artistica della collezione, quando è stata esposta in un primo allestimento, non ha evitato che nascessero molte discussioni e parecchie prese di posizione indignate, che hanno finito per coinvolgere la stessa storia recente della repubblica elvetica.Anche in questo caso le polemiche nascono dalla figura del mecenate e presunto benefattore. Emil Bührle con la sua industria ha prodotto armi per decenni, prima e dopo la Seconda guerra mondiale. Nel periodo bellico ha continuato a farlo, e ha venduto armi alla Germania nazista. È diventato così l’uomo più ricco della ricchissima Svizzera, e ha potuto ingrandire la propria collezione di capolavori, che aveva già cominciato ad accumulare in gioventù, acquistando opere di assoluto valore.Peccato che su alcune di esse gravi il sospetto siano state comprate ad ebrei che se ne dovettero privare sotto il peso delle persecuzioni hitleriane. Chi entra a visitare la mostra ne ha subito una testimonianza particolarmente toccante. La prima opera in esposizione è il ritratto di una giovanissima Irène Cahen d’Anvers, dipinto da Auguste Renoir quando la bambina aveva otto anni. Irène lo donò alla figlia Béatrice, ma l’opera venne confiscata a Parigi durante l’occupazione nazista, fini nella raccolta privata del massimo gerarca, Hermann Göring. Béatrice e la sua famiglia morirono ad Auschwitz. La madre rientrò in possesso del ritratto dopo la guerra ed esso venne poi acquistato da Bührle.Quando la collezione è stata esposta una prima volta, il sospetto sulle acquisizioni e le compromissioni di Bührle con il commercio delle armi e addirittura con la Germania hitleriana hanno fatto sì che una parte della cittadinanza arrivasse a chiedere la chiusura della esposizione. La riposta del museo è stata, mi pare si possa dire, esemplare. Si è scelto di non occultare la storia, di non nascondere la storia del trafficante d’armi a beneficio di quella del mecenate, ma di raccontare sia la prima sia la seconda.Contemporaneamente il museo ha iniziato una grande campagna di informazione, con cartelloni illustrativi, video, interviste, ed ha al tempo stesso commissionato a un gruppo di storici un’indagine accurata sui precedenti proprietari delle opere impegnandosi ad avviare una terza fase dell’allestimento quando l’indagine storica avrà portato a risultati sicuri. Chi visita la mostra è chiamato ad esprimere il proprio punto di vista e alcune testimonianze sono registrate e ascoltabili. Insomma, la mostra è diventata una sorta di meta-esposizione nella quale l’oggetto non sono più solo le opere, ma l’allestimento stesso, la contestualizzazione di quanto esibito e l’avvio di un dibattito pubblico che porta inevitabilmente a discutere il ruolo avuto dalla neutrale Svizzera nel periodo più buio del Novecento europeo.Una strada che dovremo percorrereÈ una strada che sarà sempre più necessario seguire, per gli edifici, per i monumenti, per i musei. Pensiamo soltanto a quanto potrebbe avvenire per le raccolte che espongono manufatti e opere d’arte acquisiti durante i periodi di dominio coloniale. Non basterà certo al Museo reale per l’Africa Centrale di Bruxelles, risultato di uno dei periodi di peggior sfruttamento coloniale da parte di una potenza europea, aver cambiato nome in Africa Museum; ma anche noi italiani avremmo molto da farci perdonare.E invece, quando abbiamo restituito tra mille resistenze la stele di Axum che avevamo depredato all’Etiopia, e per quarant’anni aveva occupato lo spazio davanti alla sede FAO di Roma, ci siamo ben guardati dal collocare al suo posto qualcosa che ci ricordasse quella storia, anzi la nostra storia.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo D'AngelofilosofoProfessore ordinario di estetica presso l’Università di Roma Tre dal Settembre 2001. Dopo la laurea presso l’Università di Roma “La Sapienza”, ha ottenuto il dottorato di ricerca in Estetica presso l’Università di Bologna. Ha insegnato come professore associato di Estetica presso l’Università di Messina dal 1992 al 2000.  È stato Direttore del Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dal 2013 al 2018. È  stato vicepresidente della Società Italiana di Estetica dalla fondazione di quest’ultima nel 2001 al 2014.

Casa, prezzi stabili nel II trimestre, offerta e domanda deboli - Tiscali NotizieJPMorgan, chance recessione Usa salgono al 35% - Tiscali Notizie

Precipita da un sentiero sul monte Baldo: muore un escursionista - Tiscali Notizie

Vice governatore russo, 4 morti in attacchi ucraini - Tiscali NotiziePallanuoto, Barelli "Pensiamo al ricorso al Tas ma non credo servirà" - Tiscali Notizie

Olimpiadi Parigi 2024, tanti turisti ma musei in calo | Gazzetta.itDjokovic batte Alcaraz ed è oro olimpico a Parigi | Gazzetta.it

Taddeucci bronzo nella Senna "Rituffarsi? Una volta basta e avanza" - Tiscali Notizie

Van Gaal parla della sua salute e scherza: "Non posso più fare l'amore..." - DerbyDerbyDerbyOk al giudizio immediato per Toti, la prima udienza il 5 novembre - Tiscali Notizie

Ryan Reynold
Prelievo multiorgano all'Arnas Garibaldi di Catania - Tiscali NotizieF1, Aci Milano "Il Gran Premio di Monza è patrimonio nazionale" - Tiscali NotizieItalvolley uomini e la maledizione olimpica, azzurre ora pensateci voi | Gazzetta.it

BlackRock Italia

  1. avatarPenalisti, rinvio abuso ufficio solo con motivazioni forti - Tiscali NotizieVOL

    Quote Tamberi salto in alto Olimpiadi Parigi 2024: Gimbo può bissare l'oro? - La Gazzetta dello SportPronostico Bagnaia Gara Sprint quote MotoGP Silverstone - La Gazzetta dello SportOlimpiadi, chi sono i 15 velocisti in semifinale nei 100 metri | Gazzetta.itIl leader catalano Puigdemont torna a Barcellona dopo 7 anni da fuga: "Siamo ancora qui" - Tiscali Notizie

    1. Regione Campania, 10 milioni per progetto di radioterapia Anthem - Tiscali Notizie

      1. avatarConfiscati beni per 350 mila euro a commercianti di Gioia Tauro - Tiscali Notizieinvestimenti

        Quote Paltrinieri vincente 1500 stile libero Olimpiadi Parigi 2024 - La Gazzetta dello Sport

  2. Usa2024, la campagna di Harris e Walz entra nel vivo, attacchi a Trump - Tiscali NotizieHajduk, Gattuso: "Chi sono io per commentare uno come Rakitic..." - DerbyDerbyDerbyDetenuto si impicca al carcere di Biella, Uilpa "64° suicidio" - Tiscali NotizieDunlop Civ: Delbianco e Pirro vincono in Superbike a Misano | Gazzetta.it

  3. avatarBce, per Banche Ue meno redditività e salgono crediti deteriorati - Tiscali NotizieVOL

    Wolff chiaro: "Antonelli prima scelta, ma tengo d'occhio Verstappen..." | Gazzetta.itM.O., attacco israeliano a un campo profughi a Gaza: 15 morti - Tiscali NotizieZaia "Referendum autonomia? Grida vendetta che decidano altre regioni" - Tiscali NotizieLorenzo Sonego vince contro Griekspoor in tre set a Montreal | Gazzetta.it

Italia-Olanda 3-0 nel volley donne alle Olimpiadi | Gazzetta.it

MotoGP Sprint Gran Bretagna: vince Bastianini, 2° Martin. Caduto Bagnaia | Gazzetta.itViolenti contro le donne, emessi tre ammonimenti a Trieste - Tiscali Notizie*