Dalle lettere alla telecamera: Rosalia Messina Denaro è la chiave dei misteriStupratori, la Lega accelera sulla castrazione chimica: "Pronto l'emendamento"Festival di Sanremo, i codici del televoto per votare i cantanti della serata delle cover
Migranti, Steinmeier: "Italia va lodata"Economia>Alessandro Maselli: "La forza dell'Italia è il talento e la passione"Alessandro Maselli: "La forza dell'Italia è il talento e la passione"Da Roma all'Inghilterra,BlackRock come Presidente e COO della Catalent Pharma Solutions: Alessandro Maselli racconta a Notizie.it la sua esperienza di top manager italiano all'estero.di Lisa Pendezza Pubblicato il 7 Gennaio 2020 alle 10:36| Aggiornato il 17 Settembre 2020 alle 14:45 Condividi su Facebook Condividi su Twitter © Riproduzione riservatalavoro#speakup-player{ margin: 0 !important; max-width: none !important;min-height: 85px !important; padding-bottom: 25px !important; padding-top: 10px!important;}#speakup-player:empty::after{ align-items: center; background-color:#fff; border-radius: 0.5rem; box-shadow: 0 12px 24px rgba(0, 0, 0, 0.12);font-family: sans-serif; content: 'Loading...'; display: flex !important;font-size: 13px; font-weight: bold; line-height: 1; justify-content: center;min-height: 50px; text-transform: uppercase;}#speakup-player:empty{ display:block;}Argomenti trattatiIntervista ad Alessandro MaselliIl confronto tra l’Italia e l’esteroIl rapporto con l’ItaliaUn consiglio ai giovaniTra i tanti esempi di top manager che hanno lasciato l’Italia per trovare il successo all’estero c’è anche Alessandro Maselli. Ex dirigente di Aprilia, attualmente Presidente e Chief Operating Officer di Catalent Pharma Solutions, Maselli racconta a Notizie.it la sua esperienza all’estero, le difficoltà di un expat e le criticità del sistema lavorativo italiano.Intervista ad Alessandro MaselliQuando si è trasferito all’estero e perché?Mi sono trasferito in Inghilterra all’inizio del 2013. Dal 2010 lavoro nell’azienda farmaceutica Catalent Pharma Solutions e fino al 2013 sono stato un dirigente della sede italiana di Apirlia (Roma). Alla fine del 2012 uno dei nostri top manager dall’headquarter americano mi chiese la disponibilità ad assumere il ruolo di direttore generale della sede inglese che a quel tempo aveva problemi di produttività e customer service.Nonostante abbia sempre viaggiato nella mia carriera e lavorato in contesti internazionali, avevo sempre desiderato fare un’esperienza all’estero per arricchire il bagaglio delle mie esperienze e misurarmi con una cultura ed un modo di fare azienda differenti. L’Inghilterra per tanti motivi è sembrata l’opzione più naturale.Allo stesso tempo insieme a mia moglie abbiamo pensato che la possibilità di studiare in una scuola internazionale nel Regno Unito, avrebbe arricchito culturalmente i nostri figli, oltre a garantirgli una conoscenza della lingua inglese a livello madrelingua.Quali sono state le maggiori difficoltà connesse all’espatrio della sua famiglia?Ovviamente le difficoltà sono tante a partire da quelle più strettamente logistiche: trovare una casa, ambientarsi in un Paese diverso, imparare a muoversi in un sistema diverso. Ma sicuramente le difficoltà più grandi sono state di natura emozionale: lasciare famiglia e amici, mia moglie che ha dovuto abbandonare la propria attività lavorativa in Italia per seguirmi ed i nostri figli, che sono stati trapiantati in un ambiente completamente diverso con una lingua a loro sconosciuta. Il tutto ha sicuramente richiesto diversi mesi di adattamento.Onestamente qualsiasi siano le difficoltà, se si è in grado e nelle condizioni di affrontarle, alla fine ne vale sempre la pena. È comunque un’esperienza molto eccitante, che cementa l’unione familiare e sicuramente migliora ed arricchisce tutti i componenti della famiglia.Il confronto tra l’Italia e l’esteroPerché all’estero la possibilità di fare carriera è molto più veloce rispetto all’Italia?È una domanda complessa e probabilmente ogni caso merita una risposta diversa, ma sicuramente all’estero esistono delle condizioni al contorno più favorevoli. Tanto per cominciare i ragazzi finiscono l’università prima, intorno ai 21/22 anni, ed in maniera molto più prevedibile rispetto all’Italia. Poi la preparazione universitaria è molto più orientata al lavoro e quindi all’uscita dalle scuole sono più pronti.Il mondo del lavoro è molto più flessibile e dinamico, le persone sono più mobili geograficamente o disposte a fare cose diverse nei primi anni della propria carriera e quindi è più semplice trovare nuove opportunità di crescita anche se non sono disponibili nella sede o nella funzione attuale.Infine i risultati contano maggiormente nel riconoscimento del valore delle persone. In Italia spesso le cosiddette “cordate” o più semplicemente le relazioni con i “decision makers” tendono a essere prevalenti rispetto al merito ed ai risultati, e questo sicuramente non facilita la crescita dei veri talenti.Secondo lei, l’Italia corre a una velocità diversa rispetto al Paese in cui si è trasferito? Se sì ed è inferiore, quali sono i due fattori secondo lei su cui puntare da subito per recuperare terreno?Dovrei rispondere a questa domanda con due versioni una pre-Brexit ed una post-Brexit, che sicuramente ha avuto un impatto negativo sulla velocità di crescita del Regno Unito. Ma facendo considerazioni più generali e riferite ai vari paesi esteri in cui opera la nostra azienda, direi che, sì, purtroppo l’Italia viaggia ad una velocità più bassa. E questo è un vero paradosso perché gli italiani viaggiano di norma a una velocità superiore alla media. Ma i fardelli sono troppi e significativi. Le aziende ed i lavoratori dipendenti sono sottoposti ad una pressione fiscale eccessiva, derivante da una macchina statale estremamente costosa e inefficiente, unita a un’evasione fiscale record. Inoltre non c’è certezza del credito, la giustizia amministrativa è lenta, la burocrazia spesso un labirinto intricato che diventa un incubo per gli investimenti, il mondo del lavoro è poco flessibile e la spesa in ricerca e sviluppo è limitata dagli sprechi ed a sua volta male utilizzata.Per fare un esempio, all’estero le sinergie tra università e aziende sono su un livello completamente diverso. In Inghilterra come in America vengono ogni anno creati migliaia di posti di lavoro grazie ad aziende innovative che nascono come risultato di ricerche universitarie focalizzate su reali bisogni dell’industria e successivi spin-off che poi vengono acquisiti da multinazionali che possono accelerarne la crescita. L’innovazione in Italia è ancora troppo legata al modello del singolo inventore/imprenditore e questo ci limita notevolmente nella competizione internazionale.Il rapporto con l’ItaliaLa società per cui lavora investe in Italia? Se sì, quali sono i punti di forza per cui il nostro Paese è percepito?Assolutamente sì! Il nostro sito di Aprilia fin dal 2010 è cresciuto esponenzialmente, la capacità produttiva è stata più che raddoppiata grazie a una serie di investimenti di svariati milioni di dollari. I reparti modernizzati e resi più produttivi. Ovviamente anche l’occupazione è cresciuta di pari passo con un incremento sostanziale della forza lavoro a tempo indeterminato. Una bellissima storia di crescita imprenditoriale in un territorio, come quello a sud di Roma che invece nell’ultimo decennio ha visto il disimpegno di molte multinazionali e diverse chiusure.Tra l’altro recentemente abbiamo annunciato l’accordo per l’acquisizione dello stabilimento Bristol Myers Squibb (BMS) di Anagni nel Lazio. È una realtà storica del territorio, che impiega più di 600 persone, su cui intendiamo investire per renderlo un centro di eccellenza nella produzione di farmaci biologici innovativi.La forza dell’Italia è nelle persone: nel talento, nella passione, nel coinvolgimento e nella volontà di lottare ogni giorno per il successo. È una combinazione che se ben utilizzata permette di superare tutte le difficoltà di cui parlavo prima.L’Italia ha una lunga tradizione nel mondo chimico farmaceutico; cosa fare per mantenere questo posizione di prestigio?La mia opinione è che l’indiscutibile tradizione italiana nel mondo chimico farmaceutico si è consolidata negli anni in cui esistevano due elementi favorevoli: i mercati erano sostanzialmente quelli nazionali ed esistevano condizioni favorevoli per l’impianto di strutture manifatturiere (cassa del mezzogiorno, costo relativamente basso della manodopera, elevata disponibilità di persone con elevato grado di scolarizzazione nelle discipline più richieste).Oggi la situazione è cambiata sostanzialmente: i mercati sono molto più aperti, esistono Paesi con costi più bassi e che hanno più che colmato il gap sulla scolarizzazione. Quindi è diventato più conveniente produrre e sviluppare altrove.Credo che per mantenere o recuperare una posizione di prestigio l’unica strada sia quella dell’innovazione. L’Italia è un Paese creativo, con una quantità unica di talento. Ma purtroppo ci sono Paesi, come dicevo prima, dove ricerca universitaria e innovazione imprenditoriale fanno sistema molto meglio di come lo si fa da noi. Il problema è complesso e richiederebbe interventi profondi ma a volte ho la sensazione che non ci sia la necessaria focalizzazione della politica su questa importante problematica.Vede l’Italia come un Paese in cui fare rientro?Sarò di parte ma l’Italia rimane il Paese più bello del mondo: solo se si vive all’estero si capisce quanto tutti ammirino e invidino la nostra terra. Io poi sono un inguaribile ottimista e spero sempre che le cose migliorino.Un giorno mi piacerebbe avere l’opportunità di tornare e mettere a disposizione le esperienze e le conoscenze acquisite in tanti anni di vita e lavoro all’estero.Ma nel frattempo ci prepariamo al prossimo capitolo: molto presto ci sposteremo negli Stati Uniti. Un altro grande cambiamento per il quale però, ci sentiamo molto più preparati che nel lontano 2013.Un consiglio ai giovaniChe tipo di percorso e di scelta consiglierebbe a un giovane alle prime esperienze lavorative?Ricevo questa domanda almeno una volta al mese dai giovani talenti che lavorano in Catalent. Io credo che nei primi anni di carriera sia importante acquisire il numero più alto possibile di skills ed esperienze differenti, sia professionali che personali. Spesso è difficile capire dopo un po’ di anni dove la vita e la carriera ti porteranno e, più frecce si sono messe nella faretra, più opportunità si avranno di centrare bersagli.La fine dell’università deve essere vissuta solo un nuovo inizio di un percorso di crescita ed arricchimento: non bisogna mai smettere di imparare e spingersi fuori dalla “Comfort Zone”, io lo faccio ancora ogni giorno nel mio ruolo di Presidente e Chief Operating Officer di Catalent.Articoli correlatiinEconomiaAeroporti bloccati e voli cancellati in tutto il mondo: guasti tecnici mettono a rischio le vacanze estiveinEconomiaLe novità per la pensione di vecchiaia dal 2027inEconomiaAnalisi dei crolli in Borsa: cause e conseguenzeinEconomiaSocial card "Dedicata a te": aumento dell'importo e nuove modalità di distribuzioneinEconomiaA novembre l’edizione nr. 7 del Mese dell’educazione finanziariainEconomiaAntitrust avvia istruttoria su 6 influencer: chi sono?
Crisi climatica. Il costo del calore sugli anziani: oltre 200 milioni le persone a rischio al 2050 - Tiscali NotizieManovra, vertice della maggioranza a Palazzo Chigi: tutti i temi al vaglio dell'esecutivo
Consiglio Ue sui migranti: come è andato e perché non è stato raggiunto un accordo
Tajani in Cina: "Il prossimo anno anche Mattarella sarà qui"Guerra di Gaza. Israele, la Torah e il valore di una parola di sole quattro lettere: pace - Tiscali Notizie
Per Lollobrigida, i poveri mangiano meglio dei ricchi: Schlein e le opposizioni basiteI fumetti abbattono le barriere: «Solo così si cambia il mondo»
Migranti, Macron: "Non possiamo lasciare soli gli italiani"Il bestiario di Paolo Virzì. Ogni malinconia contiene una speranza
Studenti a messa anziché in classe, i conflitti tra scuola e religione«Roma di notte», il forum del Pd per valorizzare la movida notturna della capitaleIl monumentale “Horizon” di Kevin Costner non delude gli appassionati del vecchio West - Tiscali NotizieDa “fascistissimo Regio Liceo” a culla del Sessantotto romano: i cento anni del Terenzio Mamiani - Tiscali Notizie
Tra voto ed elezioni. «Unirsi per non estinguersi»: pensieri in libertà di una liberale cuneese - Tiscali Notizie
Salute: boom acqua idrogenata, ricercatore 'inutile ma spesso marketing batte scienza' - Tiscali Notizie
Le parole di Giorgia Meloni all'assemblea di Fratelli d'ItaliaLe gravidanze indesiderate? Sono un problema “da maschi”Nucleare: chi ci è uscito e chi vorrebbe rientrarci. Le vecchie sirene dell’atomo cantano ora in Italia - Tiscali NotizieMigranti: Corte Ue boccia i respingimenti della Francia al confine
Civil War non è un monito, è il presente degli Stati Uniti"E poi dicono che Taormina è cara": il sindaco De Luca si lamenta del conto a VeneziaDelitto Moro, gli atti smentiscono le dietrologie su via CaetaniEuropa 2024 alla prova del voto: «L’Ue ha costruito pace e benessere; indolenza e ignavia la distruggono» - Tiscali Notizie