Campania, De Luca firma la nuova ordinanza: ecco le nuove disposizioniBozza nuovo dpcm, dal 27 marzo riaprono cinema e museiCovid, ministro Speranza: “Ieri record di 350 mila vaccini, accelereremo ancora”
Elisabetta Zamparutti eletta per la seconda volta al CPTSe la democrazia deliberativa,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock basata su discussioni e dibattito informati, fosse affiancata a quella rappresentativa alla base delle nostre istituzioni, potrebbe migliorarne il funzionamento, favorendo la comprensione dei problemi e la ricerca di soluzioni più condivise.Da tempo, in Italia, assistiamo ad un peggioramento progressivo della politica, delle istituzioni e della società civile nella loro capacità di gestire e ricomporre i conflitti che emergono da diverse visioni dei problemi: dalle proteste per le grandi opere o per le nuove tecnologie alle dispute sulla produzione di energia, incluse quelle da rinnovabili, per arrivare alle controversie sui diritti o sui valori.I conflitti spesso conducono all’impasse, con conseguenze negative come frustrazione, danni economici e sfiducia nella democrazia. Inoltre, la mancanza di decisioni sui problemi complessi porta a difficoltà pratiche come, ad esempio, danni ambientali o difficoltà nella gestione di dilemmi sanitari, sociali e bioetici.Oppure, più semplicemente, conducono ad uno stato di impotenza verso problemi urgenti che toccano la nostra società e che chi governa non riesce ad affrontare in modo adeguato: basti pensare alla crescente ondata di proteste per la violenza contro le donne o ad una questione importante, come l’intelligenza artificiale generativa, che sta entrando nelle nostre vite senza che un vero dibattito produca scelte regolative condivise, per affrontarne rischi e opportunitàDietro la difficoltà nel gestire la divergenza di opinioni si nasconde un “blocco culturale”, che impedisce alle persone di ascoltarsi reciprocamente e di comprendere quali interessi portino a posizioni diverse dalla propria. In un mondo come il nostro, sempre più complesso e interdipendente, ci stiamo rassegnando ad assistere ad un declino che sembra inesorabile.La strategiaTuttavia, gli esperti di complessità ci dicono che quando ci si trova di fronte ad un problema complesso, è necessario cambiare paradigma, adottando uno sguardo “strategico”. Un modo di guardare al problema che si concentra non sulle parti del sistema, ma sulle loro relazioni, a partire dall’ascolto reciproco. Per fortuna, anche per la democrazia, esiste un cambio di paradigma: quello offerto dalla democrazia deliberativa. Che se fosse affiancata alla democrazia rappresentativa alla base delle nostre istituzioni, potrebbe migliorarne il funzionamento, favorendo la comprensione dei problemi e la ricerca di soluzioni più condivise.L’idea, introdotta secoli fa da filosofi dell’antica Grecia, e poi ripresa nel XX secolo da pensatori come Habermas e Dewey, è di una “sfera pubblica” in cui i cittadini possono partecipare a discussioni razionali e prendere decisioni informate. Si tratta di un metodo che permette di inquadrare il problema fin da subito a partire dalle diverse prospettive, stimolando un confronto strutturato tra cittadini che la pensano diversamente tra loro.Altri due sono gli ingredienti fondamentali: l’offerta di una base informativa comune a tutti i partecipanti, affinché la discussione si sviluppi in un campo che riduce le asimmetrie; e la presenza di facilitatori e facilitatrici per favorire una discussione basata su argomenti, anziché sullo scontro tra posizioni. Un confronto deliberativo è sempre una grande occasione di apprendimento e, aspetto non secondario, costruisce relazioni migliori.Gli esperimenti Molti esperimenti deliberativi, come ad esempio i Deliberative Polls promossi dal Deliberative Democracy Lab di Stanford, ad alcuni dei quali ho avuto la fortuna di partecipare, hanno dimostrato che se i cittadini votassero alle elezioni o in un referendum dopo aver beneficiato di un confronto informato con altri pari, si esprimerebbero diversamente. E questo non perché il confronto li induce a cambiare idea, ma perché aiuta le persone ad entrare in contatto con i loro valori e di conseguenza a formarsi un’opinione consapevole su quel tema. Ma c’è di più: oltre a migliorare la qualità delle opinioni presenti nella cittadinanza, la democrazia deliberativa favorisce la ricerca di soluzioni alternative che possono rispondere meglio agli interessi di tutti i partecipanti alla discussione.Per fare un esempio concreto, circa dieci anni prima di Macron, che ha concluso lo scorso anno una importante iniziativa sul fine vita, organizzammo insieme a Biennale Democrazia una discussione informata sul testamento biologico. La discussione serviva a capire quale fosse l’utilità di una legge per regolare il tema. Ci colpì molto che, dopo qualche ora di discussione, i più di 600 cittadini partecipanti all’evento, alcuni a favore ed altri contro, smisero di esprimere la propria opinione, che stavamo raccogliendo con il televoto, e decisero di concentrarsi sugli interessi che avevano in comune: la prevenzione del dolore, le cure palliative, la consapevolezza delle famiglie dei malati. La forma deliberativa del confronto aveva nobilitato l’intera platea, e persino gli esperti presenti, portandoli ad assumere le forma di una vera agorà democratica, capace di comprendere, insieme, come affrontare il problema: ossia l’impossibilità di comunicare dei pazienti in stato di incapacità.In Italia l’applicazione della democrazia deliberativa resta ancora confinata all’iniziativa di poche organizzazioni illuminate. Le competenze ci sono, e il bisogno, manca solo la convinzione che la nostra democrazia si trovi di fronte ad un’importante opportunità, che altri paesi e la stessa Commissione Europea hanno già colto, introducendo la democrazia deliberativa all’interno delle proprie strutture decisionali e di governo.Il 4 e 5 dicembre si tiene a Milano il terzo forum sul futuro della democrazia, Beyond a minimal democracy, organizzato da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. L’obiettivo è di raccogliere le esperienze europee più interessanti di innovazione democratica. L’appuntamento segna la conclusione della cosiddetta “stagione scomposta”, il ciclo di appuntamenti organizzati dalla fondazione. Maggiori informazioni su: fondazionefeltrinelli.it© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediIolanda Romano
“Ranieri Guerra e Brusaferro ecco i messaggi”, Giletti li sottopone a Speranza in trasmissioneVitalizio, Silvio Berlusconi potrebbe tornare a prenderlo senza ricorso
Assegno unico per figli a carico: oggi la decisione al Senato
Vaccino AstraZeneca, Draghi: "Muoversi come gli altri paesi Ue"Riaperture, il ministro Giorgetti: "Possibili già a partire dalla prossima settimana"
Draghi: "Ultimo sforzo per mettere in sicurezza il paese"Sardegna, il governatore Solinas commenta il passaggio in zona rossa
Covid, Fontana: "Primi ad essere investiti da tsunami imprevisto"Notizie di Politica italiana - Pag. 348
Pd, Simona Malpezzi eletta capogruppo al SenatoLo staff di Draghi sfige affinché parli agli italianiNotizie di Politica italiana - Pag. 341Borse di studio, Draghi: "Mai come ora la salute è importante"
Roberto Speranza costretto alle dimissioni solo se indagato? L'indiscrezione
Obbligo di vaccino per medici ed infermieri, Draghi conferma
Meloni contro il governo Draghi: "Fa gli stessi errori del precedere"Il Premier Draghi si è vaccinato con AstraZeneca con la moglieTest antidroga ai parlamentari, la proposta della ministra DadoneEnrico Letta: “Con Matteo Salvini il rapporto può essere positivo”
Franceschini rimanda la riapertura di cinema e teatriSondaggi politici, cala la Lega, FdI cresce e si avvicina al PdRiaperture, Boccia: "Non ha vinto Salvini, con lui ci sarebbe stata un carneficina"Di Maio: "Sconsigliamo di compere viaggi all'estero"