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Una nuova Oasi sorge a LocarnoFoto Icp online COMMENTA E CONDIVIDI Retrouvaille è l’ultima boa a cui aggrapparsi per salvare una relazione di coppia. Poi c’è il mare aperto della separazione,analisi tecnica con i suoi gorghi e le sue tempeste. Come ben sanno tutti coloro che hanno deciso di rassegnarsi all’ignoto della disgregazione, rinunciando alle poche, magari lacerate e instabili certezze di una relazione in crisi. Tante, tantissime coppie, dopo aver girato definitivamente pagina, si convincono di aver commesso un errore e rimpiangono di non aver avuto la possibilità di fare un ultimo tentativo. «Ma nessuno ci aveva detto che esiste una realtà come Retrouvaille. Nessuno ci aveva spiegato che sarebbe stato meglio conservare il poco che eravamo riusciti a salvare piuttosto che voltarci le spalle e disperdere tutto». La difficoltà di intercettare le coppie in crisi, offrendo loro percorsi strutturati capaci di aiutare moglie e mariti a ritrovarsi, a riallacciare i fili di una comunicazione interrotta, è una delle questioni irrisolte della pastorale familiare. Da una parte, anche nelle nostre comunità, c’è la tendenza a consegnare i problemi di coppia allo specialista di turno. Dall’altra c’è il rischio di adeguarsi a quella mentalità diffusa secondo cui, quando le cose si mettono male, è inutile tentare di riaggiustare i cocci. Meglio una separazione serena che una relazione traballante. Peccato che la serenità, di fronte a una coppia che scoppia, sia ipotesi quasi impossibile. Anche il ricorso a psicologi, psicoterapeuti, specialisti veri o presunti del rapporto di coppia risulta spesso un salto nel buio. Se non si incontrano esperti davvero convinti dell’importanza di tentare ogni strada per rimettere sui binari matrimoni logorati – magari già logori prima di cominciare - è facile imbattersi in “facilitatori della separazione”. Va anche detto che, nella maggior parte delle situazioni, se non esistono patologie relazionali davvero radicate perché complicate da altri fattori – per esempio una grave dipendenza - un percorso come quello proposto da Retrouvaille può rivelarsi la strada più efficace per mettersi alle spalle il rischio della crisi. «Non c’è crisi che non si possa risolvere»«Non ci sono situazioni irreparabili. In oltre vent’anni di apostolato abbiamo visto che anche le incomprensioni più aspre possono essere affrontate e vinte», raccontano Paola e Corrado Galaverna di Torino, coppia responsabile di Retrouvaille Italia. La loro storia lo dimostra. Sposati da 18 anni con tre figli piccoli, si accorgono di non stare più bene insieme. Lei ha un negozio di fiori, lui è consulente informatico. Insieme sono attivissimi nella loro parrocchia di Rivoli. Sono impegnati nel catechismo, nei percorsi delle coppie che si preparano al matrimonio e in tanto altro. «Per qualcuno eravamo una coppia modello. E invece. A complicare le cose – riprende Paola – è arrivata nella nostra relazione una terza persona e a quel punto mi sono davvero convinta che in questo matrimonio io non stavo più bene. Volevo mollare tutto”. Prima di arrendersi a quella che sembrava una soluzione inevitabile si rivolgono a una terapista di coppia. Poi bussano alla porta di alcuni sacerdoti amici che ascoltano, invitano alla preghiera ma non sanno indicare altre vie di uscita. Alla fine – lo scriviamo con un po’ di orgoglio – leggono su Noi genitori & figli, il mensile uscito con Avvenire fino al 2016, che in Italia è sbarcata da pochi anni una nuova esperienza, Retrouvaille, che significa “ritrovarsi”, in francese, perché questo cammino esperienziale – non si tratta di un movimento e neppure di un’associazione – nasce nel Canada francofono nel 1977 e arriva in Italia nel 2002 grazie alla bella intuizione del vescovo Giuseppe Anfossi, allora presidente della Commissione episcopale per la famiglia. L’anno precedente, nel tentativo di individuare un nuovo strumento pastorale per fronteggiare la sempre più devastante crisi dei matrimoni, Anfossi invia in America un sacerdote esperto di pastorale familiare. È don Bernardino Giordano, oggi vicario generale della Prelatura della Santa Casa di Loreto, che ha l’incarico di verificare se e come quel programma può essere opportuno anche per l’Italia. Al santuario di Vicoforte inizia la rinascitaPer Paola e Corrado si rivela quanto mai opportuno. Lui è abbastanza deciso, lei è titubante. Anzi si fa promettere che quello sarebbe stato l’ultimo tentativo di ricucire prima della separazione. Ma quel week end al santuario di Vicoforte, provincia di Cuneo, è l’inizio della rinascita. Qual è stato l’elemento della svolta? È ancora Paola a raccontare: «Ho visto che c’erano molte coppie che avevano vissuto i nostri stessi problemi e, almeno apparentemente, erano felici. Raccontavano senza difficoltà com’erano riuscite ad andare avanti e anch’io allora ho cominciato a cambiare atteggiamento». A convincere Paola dell’opportunità di tentare il salvataggio della loro relazione, contribuisce in modo decisivo il metodo di Retrouvaille che, partendo dal dialogo di coppia, si sviluppa in modo intenso e coinvolgente in tanti altri aspetti della relazione. Non si tratta di un ritiro spirituale, neppure di un seminario sul matrimonio, ma di strumenti messi a punto alla luce dell’esperienza, su come ristabilire il dialogo di coppia, come imparare a comunicare attraverso i sentimenti. «Spesso nella coppia – sottolinea Corrado – tendiamo a raccontarci solo i fatti, le cose concrete, invece è importante apprendere alcune regole di comunicazione per capire quello che prova l’altro. E per noi, allora, si trattava di un modello comunicativo che non avevamo mai sperimentato». Il ruolo del sacerdoteRetrouvaille è un programma cristiano in cui, al di là dei consigli sulle modalità di comunicazione, la componente spirituale è sempre importante. «La presenza del sacerdote – interviene don Bernardino Giordano, che è anche assistente spirituale del cammino per la riconciliazione degli sposi - vuole ribadire la volontà della Chiesa di essere vicina a chi soffre. Anche il sacerdote si presenta come persona che ha vissuto inevitabili difficoltà nella vita e intende condividere la sua umanità, i suoi punti deboli». Una presenza che, in ogni caso, non è mai avvertita come vincolante, tanto che ai week end di Retrouvaille, partecipano spesso anche coppie non credenti o di altre religioni. E, ultimamente, anche molte coppie conviventi. Al di là delle differenze, il clima che si crea è fondamentale per cementare la sensazione di aiuto reciproco. È capitato così anche a Paola e Corrado che, dopo quel week end iniziale, decidono di impegnarsi nei tre mesi successivi del cosiddetto “post week end”, una serie incontri in cui mettono a fuoco gli elementi negativi che avevano contribuito ad allontanare l’uno dall’altra. «Non è stato facile, ci abbiamo messo tutta la nostra volontà e ci siamo riusciti, anche grazie all’incoraggiamento ricevuto dalle altre coppie». Una situazione che, in questi vent’anni di presenza in Italia di Retrouvaille, si è ripetuta per altre migliaia di coppie. Almeno sette su dieci – secondo una statistica interna considerata attendibile – riescono a ricacciare indietro la crisi e trovano nuove motivazioni per andare avanti. «In alcune situazioni il nostro percorso non basta – ammettono però Paola e Corrado – e invitiamo la coppia o uno dei componenti della coppia, a rivolgersi a uno psicologo, a un sessuologo, a un consulente. Siamo in contatto con tanti specialisti che hanno a cuore il bene della relazione e nessuna coppia viene lasciata sola».Nuove fragilitàOggi il volto delle coppie in crisi è molto cambiato. Fino a dieci anni fa, riferiscono i due esperti, la crisi esplodeva dopo dieci o quindici anni di matrimonio. Ultimamente ci sono coppie molto giovani che, dopo uno o due anni, chiedono di essere aiutate. Oppure, è un caso sempre più frequente, gli esperti di Retrouvaille, si trovano di fronte a coppie che hanno alle spalle una lunga esperienza insieme ma decidono di lasciarsi. I motivi? «In qualche modo - riprendono Paola e Corrado – sono sempre gli stessi, gravi incomprensioni, tradimenti, solitudini, invasioni di campo da parte delle famiglie di origine, dipendenze. Spesso una causa è legata all’altra. Ma quasi sempre sono i momenti di passaggio ad aprire la crisi: la nascita dei figli, quindi il passaggio dalla coniugalità alla genitorialità, oppure i problemi economici, la perdita del lavoro. E, ancora, quando i figli se ne vanno da casa e arriva l’età della pensione». Tutte situazioni che possono scatenare la crisi e aprire ferite che poi è difficile rimarginare. «In qualche modo – riprende don Bernardino – siamo tutti dei feriti e Gesù è motivo di guarigione per tutte le coppie che vivono momenti di crisi. Allora quella coppia ferita diventa storia di salvezza. Nella sofferenza o ti chiudi o ti apri alla fede. Retrouvaille è la dimostrazione che ricominciare è sempre possibile. E oggi – prosegue – è in qualche modo più facile perché non è più tabù parlare di crisi e pensare a un cammino per ricominciare insieme».I prossimi appuntamentiEcco i prossimi programmi di Retrouvaille per coppie in crisi: Weekend TRENTINO ALTO ADIGE (Folgaria Trento) il 20 Settembre 2024 Weekend MARCHE (Loreto Ancona) il 20 Settembre 2024 Weekend PIEMONTE (Villanova d’Asti) il 27 Settembre 2024 Weekend PUGLIA (Santeramo in colle Bari) il 27 Settembre 2024 Weekend SARDEGNA il 18 Ottobre 2024 Weekend SICILIA (Pergusa Enna) il 25 Ottobre 2024 Il programma è costituito da un weekend ed una serie di incontri successivi chiamati post-weekend della durata di circa 3 mesi. Il weekend avrà inizio alle ore 19 del venerdì e terminerà entro le ore 18 della domenica e si svolge in genere in una casa di accoglienza o in un albergo, in una delle quattro comunità italiane di Retrouvaille. Il post-weekend prevede 12 incontri settimanali di circa 2 ore ciascuno, tenuti nelle regioni di appartenenza delle coppie partecipanti. Gli incontri del post-weekend sono frequentati dai piccoli gruppi di coppie che partecipano al weekend, nei quali si riprendono gli argomenti trattati nel weekend ed affrontati nuovi argomenti inoltre sono proposti nuovi strumenti di comunicazione per la coppia.Per info: Valle d’Aosta, Piemonte, Liguria, Lombardia, Toscana rispondono Orietta e Pietro 342 6265880 - Orario: Lun – Mer – Ven 17.00 – 20.30; Mar – Gio 11.00 – 14.00 Sabato 10.00 – 13.00Friuli Venezia Giulia, Trentino Alto Adige, Veneto rispondono Barbara e Roberto 340 3389957 - Orario: Lun – Dom 08.00 – 22.00;Emilia Romagna, Marche, Umbria, Lazio, Abruzzo, Sardegna rispondono Annamaria e Tiziano 346 2225896 – Orario Molise, Puglia, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia rispondono Annarita e Walter 351 8566874 - Orario: Lun – Ven 10.00 – 13.00; 16.00 – 20.00 - Sabato 10.00 – 12.00
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