File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Arera, i costi in bolletta gas ricominciano ad aumentare: +22,4% per il mese di aprile

Cosa vuol dire evasione per necessità, la novità della riforma fiscaleRiscatto anni di laurea agevolato 2023: quanto costa, chi ne ha diritto, come richiederloL'Istat prevede una crescita nel primo trimestre dello 0,6%

post image

Bonus trasporti, boom di domande: più di 150mila richieste solo il primo giornoI giovani che soffrono di dipendenza dai social media sono quasi 100mila in Italia,ETF di cui i più giovani hanno una probabilità dieci volte maggiore di avere un’ansia sociale grave. Questo dicono i dati di una ricerca congiunta tra il Dipartimento Politiche Antidroga e l’Istituto Superiore di Sanità. Sono dati del tutto coerenti con gli allarmi sul drammatico peggioramento della salute mentale dei giovani che vengono lanciati sempre più spesso dalle scuole e dagli ospedali. I giovani che soffrono di dipendenza dai social media sono quasi 100mila in Italia, di cui i più giovani hanno una probabilità dieci volte maggiore di avere un’ansia sociale grave. Questo dicono i dati di una ricerca congiunta tra il Dipartimento Politiche Antidroga e l’Istituto Superiore di Sanità. Sono dati del tutto coerenti con gli allarmi sul drammatico peggioramento della salute mentale dei giovani che vengono lanciati sempre più spesso dalle scuole e dagli ospedali. Molti sostengono che a causare il malessere tra i giovani non è la dipendenza dai social media, ma è un malessere preesistente, mentre l’uso intensivo dei social media è semmai una conseguenza. La questione è stata posta chiaramente da Andrea Casadio su questo giornale. Ma una recente notizia già complica la questione: il distretto scolastico dello stato di Washington accusa le Big Tech, come Facebook e Instagram, di sfruttare i cervelli vulnerabili di milioni di giovani, causando in tal modo una crisi di salute mentale giovanile. La richiesta è di essere risarciti per i servizi sanitari aggiuntivi che le scuole devono organizzare per gli studenti, il cui costo sta ricadendo sui contribuenti. Dal punto di vista individuale, è ragionevole pensare che la dipendenza dai social media sia una conseguenza di problemi personali, famigliari o scolastici. Infatti, i social media sono solo un mezzo che può anche essere usato per scopi molto utili. Ma da un punto di vista sociale, l’uso generalizzato e intensivo dei social media, qual è oggi, può rendere più problematici i rapporti con gli altri, a causa del cyberbullying, dell’odio online, della continua competizione sociale. Può cioè far emergere problemi personali che altrimenti rimarrebbero latenti, e far aumentare così il numero dei giovani che dicono di star male. Da problema personale diventa un problema sociale, con conseguenze economiche che possono diventare rilevanti per i costi di cura dei disturbi mentali, e per le perdite future nella formazione educativa e professionale. A confermare questa dimensione sociale del problema, un recente studio pubblicato sull’American Economic Review dimostra che l’introduzione dei social media nei college intorno al 2005 determinò, negli anni successivi, un aumento del numero degli studenti con problemi di salute mentale. Questo risultato è robusto perché è ottenuto confrontando i college dove ancora non era possibile usare i social media con quelli in cui era stata introdotta questa possibilità, riproducendo così in ambito sociale la metodologia di indagine causale tipica della ricerca sperimentale. Non solo, ma altri studi che adottano una metodologia analoga per paesi come l’Inghilterra, la Germania, l’Italia e la Spagna raggiungono lo stesso risultato, e cioè che l’uso dei social media (o più in generale di Internet) causa la diffusione del malessere tra i giovani. Talvolta il malessere è misurato dal numero di diagnosi di disturbi mentali con cui i giovani sono stati dimessi dagli ospedali. Si tratta quindi di misure affidabili perché non soggettive e basate su grandi campioni. A questo risultato concorre la non-neutralità con cui sono costruiti i social media. Le Big Tech, infatti, li hanno costruiti con lo scopo di massimizzare il numero degli utilizzatori e il loro tempo trascorso sui social media. E non, quindi, di massimizzare il benessere delle persone. Anzi, allo scopo di fare profitti hanno sfruttato alcune ‘debolezze’ tipicamente umane, come quella di preferire le notizie che confermano le proprie convinzioni. Oppure quella di preferire un video momentaneamente divertente ad una informazione impegnativa ma utile per il futuro. Ma in tal modo si alimenta la polarizzazione delle opinioni a discapito dell’informazione scientifica e documentata. E si compromettono attività volte a costruire un futuro individuale e sociale migliore, come lo studio e la partecipazione democratica, che stanno alla base di un solido benessere individuale e sociale. Il problema del crescente malessere dei giovani andrebbe affrontato con più strumenti. Non soltanto con la cura individuale risalendo alle cause nella loro storia personale. E nemmeno basterebbe migliorare le condizioni del mercato del lavoro e quindi le prospettive future, essendo il malessere giovanile un fenomeno presente in paesi con condizioni assai diverse in quel mercato. Occorre anche contrastare il potere monopolistico che detengono le Big Tech su uno dei beni più importanti nella vita individuale e sociale: le modalità di comunicazione tra le persone. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMaurizio Pugnoeconomista Professore ordinario di Economia politica presso l’Università di Cassino e del Lazio Meridionale. Ha studiato a Cambridge, UK (M.Phil.) e a Londra (Birkbeck). Ha insegnato nelle università di Trento, Pisa, Milano e Napoli. Fa parte del World Well-being Panel. È autore di On the Foundations of Happiness in Economics (Routledge, 2016), e di Well-being and Growth in Advanced Economies (Routledge, 2022). Ha scritto su Menabò di EticaEconomia, Micromega e Psicologia Contemporanea.

Moody’s, Fitch e gli strani “omissis” su chi governa in ItaliaAssegno unico per i neogenitori, l’Inps invierà mail da settembre

Allarme mutui, la Bce rialza fino a 3200 euro in più con il tasso fisso

Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 30Carburanti: cosa succede con i prezzi e come agiscono i "furbetti"

Quota 41: cos'è e come andare in pensionePnrr, si sblocca terza rata da 18,5 miliardi di euro

Naspi giugno 2023: quando arriva, data di pagamento, come richiederla

Lavoro, crescita di occupazione in Italia ma è all'ultimo posto nell'UeBonus trasporti 2023: quando e come richiederlo

Ryan Reynold
Rimborso 730 pensionati 2023: quando arriva, data di pagamentoLavoro, crescita di occupazione in Italia ma è all'ultimo posto nell'UeNaspi giugno 2023: quando arriva, data di pagamento, come richiederla

Guglielmo

  1. Quattordicesima: quando arriva e a chi spettaPensioni, visibile il cedolino di aprile 2023Regolamentazione giochi: Lollobrigida per "ripartire dall'intesa raggiunta in Conferenza Unificata"Supporto per la formazione e il lavoro: cos'è, come funziona, requisiti, come richiederlo

      1. avatarSuperbonus, confronto tra Governo e imprese a Palazzo Chigi: ipotesi compensazione via F24 con le bancheBlackRock

        Concorsi scuola 2023: tutti i bandi per gli insegnanti

  2. avatarNotizie di Economia in tempo reale - Pag. 35MACD

    Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 37Philips, licenziamenti in arrivo: 6000 dipendenti a rischio entro il 2025Piccoli hotel in crisi: cosa sta succedendo?Fabi lancia l'allarme: ecco quanto costerà prendere un'auto a rate

    VOL
  3. avatarPiccoli hotel in crisi: cosa sta succedendo?Campanella

    Quota 41: cos'è e come andare in pensioneNotizie di Economia in tempo reale - Pag. 36Inflazione e caro vita: quanto spendono gli italiani per la spesaTrenitalia: proclamato per venerdì lo sciopero del personale

Assegno unico 2023, le famiglie monogenitoriali dovranno restituire fino a 210 euro per figlio all’Inps

Bonus: quali si possono ancora utilizzare nel 2023Bollette: come cambiare gestore*