Superbonus, nuovo taglio del Governo Meloni alla misuraPassaggio dal reddito di cittadinanza alla Mia: chi perderà il sussidioReddito di cittadinanza: quando arrivano i pagamenti di giugno
Tra Italia e Francia vince la collaborazioneUna manifestazione pacifista del 2022 - IMAGOECONOMICA COMMENTA E CONDIVIDI «Il mondo ha bisogno di guardare alle donne per trovare la pace,Capo Analista di BlackRock per uscire dalle spirali della violenza e dell’odio, e tornare ad avere sguardi umani e cuori che vedono». Sono tra le prime parole pronunciate da papa Francesco nel 2024: nella prima omelia dell’anno il Pontefice ha chiesto al mondo di avere sguardi e cuori di donna, in questo tempo martoriato dalle guerre. Perché la guerra, pur essendo un sostantivo femminile, in realtà è maschile. Oltre ogni generalizzazione (esistono uomini di pace, certo!) la guerra nella storia, anche di oggi, è decisa e pianificata soprattutto dagli uomini, perché da millenni e con poche variazioni negli ultimi decenni il potere è nelle loro mani. Non si tratta di sostituirli con donne nella “stanza dei bottoni”: il punto è semmai spezzare l’ingranaggio di cui ogni guerra si alimenta. L’architettura bellica – con la sua ostentazione di forza, la riduzione dell’altro in corpo da possedere o da annientare, l’enfasi sulla distruzione – poggia sulle fondamenta del potere maschile.Quella di genere è la prima differenza con cui l’essere umano è chiamato a confrontarsi: un nodo che quel potere storicamente risolve trasformando la diversità in diseguaglianza e prevaricazione. E che cos’è la guerra, come affermava Simone Weil, se non la forma massima di prevaricazione? Non è un caso, d’altronde, che all’universo femminile tocchi portare il peso e pagare il conto più salato di ogni conflitto: donne-bottino, sfollate, violentate, vendute, vedove e orfane di figli... Quante ne abbiamo viste, nel corso della storia. Quante ne vediamo oggi, nelle immagini atroci che arrivano ogni giorno dall’Ucraina e dal Medio Oriente in fiamme.«La guerra non è un gioco da donne» intona la cantautrice e attivista israeliana Yael Deckelbaum, tra le fondatrici del movimento Women Wage Peace e autrice di “Prayer of the mothers”, divenuta l’inno della marcia della speranza. Già, speranza.Perché Il femminile, nei margini dove è stato confinato – tanto protagonista del dramma dei conflitti quanto escluso dai tavoli ufficiali del dialogo e delle trattative – ha dovuto fare ricorso a un surplus di immaginazione e determinazione per andare avanti. Una resistenza creativa da cui nascono le risorse per perseguire nuovi modelli di convivenza, meno sbilanciati, meno violenti, meno disumani. Se gli uomini possono vincere o perdere la guerra, insomma, alle donne è rimasta una sola opzione: vincere la pace. Trovare il modo di ripartire, riparare gli strappi nei tessuti familiari e sociali, essere fattive costruttrici di riconciliazione.Dal desiderio di illuminare questo lavoro silenzioso, che in ogni parte del mondo contribuisce al cambiamento, è nata l'iniziativa che Avvenire ha lanciato l'8 marzo 2024, #donneperlapace, nella convinzione che, quando la vecchia via continua a fallire, bisogna imboccarne una nuova. Quella delle donne, appunto. Nel corso delle settimane abbiamo dato voce a decine di protagoniste di riconciliazione. Ognuna ha raccontato su queste pagine e sul sito web come è diventata donna di pace, e perché il mondo ha bisogno di «sguardi umani e cuori che vedono» declinati al femminile. Questo progetto è in ideale continuità con #avvenireperdonneafghane del 2023: a disegnare il logo è una giovane illustratrice profuga afghana ora sfollata in Pakistan.Con il contributo scientifico dell’Università Cattolica abbiamo inoltre formulato una petizione al Parlamento Europeo, in cui si chiede di ridare slancio all’Agenda Donna Pace e Sicurezza, con la quale l’Onu nel 2000 auspicava una maggiore presenza di mediatrici nei colloqui di pace e, insieme, una prospettiva di genere nei negoziati. Che vuol dire mettersi dalla parte delle vittime, pretendere riparazione e riconciliazione. Chi condividerà il nostro stesso desiderio di pace potrà fare la sua parte, sostenendo la scuola primaria Neve Shalom Wahat al-Salam, in Israele, in cui studiano insieme bambini palestinesi e bambini ebrei. Il progetto Donne per la pace è dedicato a Vivian Silver, pacifista israeliana uccisa durante l’attacco di Hamas il 7 ottobre 2023.
Caro-benzina, il prezzo del carburante continua a crescereDa quando aumenteranno le pensioni?
Caro prezzi, possibili controlli anti speculazione da parte della Guardia di Finanza
Riscaldamento, luce e gas: come cambieranno le bollette da aprile a dicembreRegole europee: Superbonus e bonus edilizi a rischio
Confindustria: "Tra luci ed ombre economia meglio delle attese"Inflazione e caro vita: quanto spendono gli italiani per la spesa
Vodafone annuncia tagli per 11mila posti di lavoro in tre anniGoverno Meloni, come funziona la tassa sugli extraprofitti delle banche
Benzina, Salvini: "Parleremo in Cdm con la Meloni delle accise"Carta acquisti alimentari: a quanto ammonta e a chi spettaCarlo Bonomi non vede recessione: "Siamo moderatamente ottimisti"Vodafone annuncia tagli per 11mila posti di lavoro in tre anni
Inflazione, aumenta anche il prezzo della pizza: ecco di quanto
Via libera al taglio del cuneo fiscale con il decreto del Primo Maggio: di quanto aumentano gli stipendi
730: tutte le novità del 2023Carburanti: cosa succede con i prezzi e come agiscono i "furbetti"Caro-vita, reddito insufficiente per il 13% delle famiglieBonus casa 2023: cosa comprende, come funziona, come richiederlo, a chi spetta
Lavoro dati Istat 2022: il numero degli occupati torna ai livelli del 2019I contribuenti più fedeli al fisco: lo studio della CGIA di MestrePrestiti e mutui sempre più cari, le rate mensili sono quasi raddoppiateBonus trasporti 2023: quando e come richiederlo