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Armani e Dior nel mirino dell'Antitrust: avviata istruttoria per «presunta pratica commerciale scorretta» e sulle condizioni dei lavoratoriMilano,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock 23 lug. (askanews) – Sono stati resi noti i primi risultati del progetto ambientale Ris-Orta, avviato nel 2022 sul Lago d’Orta. Si tratta del primo ripopolamento di bivalvi lacustri autoctoni della specie Unio elongatulus avvenuto in Italia, con obiettivi di ripristino della fauna autoctona locale dei bacini lacustri nazionali e di attività di bio-monitoraggio della qualità acque. Dai dati a oggi raccolti e che si stanno ancora analizzando, emerge una conferma importante: l’avvenuto successo dell’operazione di ripopolamento dei molluschi traslocati dal Lago Maggiore al Lago d’Orta e innestati tra la penisola di Orta e la località Bagnera. Il 70% di esemplari è infatti sopravvissuto sul lungo periodo e ha riportato un accrescimento annuale in linea con i dati tipici di questa specie, segno che le cozze autoctone possono ripopolare i nostri laghi, anche dopo decenni dalla scomparsa. Sui bivalvi trasferiti sono stati installati dei microchip così che potessero divenire strumenti per il bio-monitoraggio in tempo reale , trasmettendo i propri dati al centro di ricerca CNR IRSA di Verbania Pallanza. Questa operazione ha permesso di ottenere una registrazione valvometrica costante, ossia la misurazione dell’ampiezza e della frequenza di apertura e chiusura delle due valve della conchiglia. Questo dato ha confermato la forte reattività delle cozze agli stress ambientali e ha consentito di definire i parametri di analisi corretti per effettuare le registrazioni dei diversi comportamenti dei molluschi nelle condizioni variabili dell’ambiente naturale e non solo in laboratorio. Da ultimo, la ricerca ha confermato che le cozze sono sistemi naturali di accumulo di sostanze tossiche prelevate dall’ambiente circostante. Si è visto, infatti, il funzionamento del loro sistema depurativo: queste, filtrando l’acqua, stoccano le sostanze di scarto, compresi eventuali metalli pesanti presenti in acqua, all’interno del loro guscio e nei tessuti molli, non permettendo più il rilascio nell’ambiente circostante. Gli sviluppi futuri della ricerca e l’attività in corso Il sistema di rilevamento comportamentale installato presso il Circolo Velico di Orta San Giulio sta finalizzando lo studio dei segnali di movimento. Il prossimo step è identificare le corrispondenze delle reazioni ai cambiamenti naturali (es. luce/buio, movimenti dell’acqua) per poter isolare le risposte agli stress antropici, dovuti all’intervento umano (es. rilascio di sostanze inquinanti). Le analisi più approfondite dell’accumulo dei metalli pesanti negli animali impiantati nel lago d’Orta, finalizzate a indagare sulle capacità filtranti dei bivalvi, sono state posticipate in autunno 2024, in quanto saranno utili ad aprire prospettive metodologiche di grande rilevanza per il bio-monitoraggio: queste ricerche, infatti, permetteranno di associare alle analisi dei metalli anche quelle del microbioma. I risultati potrebbero evidenziare potenziali applicazioni della composizione del microbioma come “biomarcatore” in grado di segnalare contaminazioni ambientali. Inoltre, ci sarebbe la possibilità di associare a questo uno studio delle caratteristiche strutturali dei gusci delle cozze esposte a contaminazione ambientale, che potrebbe aprire nuove prospettive anche per comprendere i meccanismi alla base dell’azione dei contaminanti, con possibili ricadute anche per la salute umana. -->
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