File not found
ETF

Coronavirus Africa, il ministro Speranza: "Può avere effetti gravi"

Coronavirus, volo di rimpatrio per italiani sulla Diamond PrincessZingaretti, pacco sospetto alla sede del PdCoronavirus, Boccia: "Le restrizioni saranno prolungate"

post image

Martino Grassi, Autore a Notizie.itSpesso le feste civili tendono a sbiadire la memoria delle eventi celebrati e diventano occasioni di vacanza. Questo non succede ancora con il 25 aprile. Che ogni anno riapre il capitolo su che cosa si festeggia e chi viene festeggiato.Così inizia il libro 25 Aprile di Luca Baldissara,Economista Italiano uscito in questi giorni per i Tipi del Mulino che, attraverso le celebrazioni di questa festa, ci racconta la storia politica della Repubblica e la difficile accettazione del fatto che fu originata dalla Resistenza.Ma, nonostante la persistente determinazione revisionista, il 25 aprile non riesce ancora a essere né una semplice occasione di vacanza né una festa neutra, sentita anche dagli sconfitti della lotta partigiana che portò alla liberazione delle città del nord Italia dalle forze di occupazione nazifasciste.Quella guerra di volontari della libertà restituì l’onore al nostro paese perché dal nord del paese parteciparono direttamente e spesso autonomamente alla liberazione dei villaggi, dei comuni, delle città: italiani/e contro italiani/e, per la libertà civile politica o, al contrario, per la gerarchia e l’autoritarismo. Due Italie, due Repubbliche. ItaliaAntifascismo e democrazia sono un binomio inscindibileDaniele SusinistoricoUna guerra civileLa guerra partigiana fu anche una guerra civile, dunque. Contro l’ex-alleato del regime fascista e, insieme, contro il regime fantoccio sorto sulle rive del lago di Garda e autonominatosi Repubblica sociale italiana, i cui militi imperversavano nei territori e nei villaggi per arruolare forzatamente i giovani.Molti dei quali si nascosero per non essere catturati e fucilati oppure si unirono ai partigiani. Il libro di Baldissara comincia da dove comincia il 25 aprile 1945, dunque, e si snoda per i decenni come un termometro che misura la temperatura democratica antifascista. Quasi subito, dice l’autore, la reazione a quella festa cominciò a farsi sentire. Una tensione mai sedata che, dagli anni Settanta, si è progressivamente incardinata nel progetto di superare il 25 aprile come festa associata all’anti-fascismo e combinata col progetto di riforma della Costituzione del 1948. Revisionismo storico e antiparlamentarismo hanno marciato insieme.Superare l’antifascismoLa più esplicita proposta di superamento dell’antifascismo ebbe il suo culmine alla fine del secolo, per opera di un autorevole ex comunista, l’onorevole Luciano Violante che, parlando come presidente della Camera, mise gli italiani delle due parti nel grande cimitero della nazione, tutti uguali nella morte; irrilevanti le differenze in vita – casi della vita anzi, per cui c’era chi andò a destra e chi a sinistra. Ma così non è.Perché le guerre di liberazione quando sono anche guerre civili lasciano memorie che non vanno in vacanza. Le divisioni di ieri restano, nonostante la vita civile democratica, le elezioni libere e i diritti di libertà: tutti beni primari che sono stati conquistati, appunto, da chi ha vinto quella guerra, non da chi ha perso.Non è ai ragazzi di Salò che noi dobbiamo le nostre libertà, la nostra Costituzione, il nostro vivere civile. E i loro discendenti lo sanno. Perciò il risentimento per la sconfitta e la voglia di vendetta. Gli sconfitti di ieri oggi dileggiano della Resistenza, una parola che evitano di usare come anche antifascismo. ItaliaDobbiamo fare i conti con la nostra storia. Ecco perché abbiamo bisogno del 25 aprileEmanuele FeliceeconomistaLa patria dei liberiIl 25 aprile non è una festa dalla memoria se è vero che chi perse allora oggi non riesce a celebrarla. Per celebrarla deve cambiarne il segno – come ha fatto Giorgia Meloni nella lettera consegnata al Corriere della Sera il 25 aprile dello scoro anno, dove scrisse che nel 1943-1945 non c’erano partigiani ma patrioti.Ma la patria che Meloni identifica con i militanti di Gladio, con Paola Del Din della brigata Osoppo, non è un modello per chi ha vinto la guerra partigiana. La patria dei liberi, diceva Carlo Rosselli, non è la stessa di quella dei fascisti. E la patria che abbiamo oggi, quella che ha nella Costituzione la sua carta d’identità, è stata strappata al fascismo, non concordata con esso.La Resistenza fu contro il fascismo perché fu una lotta per il futuro, non per ritornare all’Italia del pre-fascismo. Ce lo ricorda Baldissara con questo fatto storico: «Il 19 aprile 1945, alla presenza dei rappresentanti dei cinque partiti antifascisti (Dc, Pda, Pci, Psi, Pli) che lo compongono, si tiene a Milano una riunione del Clnai (Comitato di liberazione nazionale Alta Italia), il principale organo politico di governo della Resistenza, in cui vengono discusse le direttive per l’ormai imminente insurrezione nazionale. Al termine della discussione, si approva un decreto che intima la resa incondizionata a tutti gli appartenenti alle formazioni armate della Rsi, e viene indirizzato a tedeschi e fascisti un manifesto – che riprende e perfeziona un proclama emanato il 4 aprile dal Comando generale del Cvl (Corpo volontari della libertà) – dal titolo inequivocabile: “Arrendersi o perire!”. Non solo si annuncia l’insurrezione, ma si avverte che “chi non si arrende sarà sterminato”, mentre chi avesse consegnato le armi avrebbe avuto salva la vita, sarebbe stato liberato se coscritto, internato se fascista, consegnato agli Alleati se tedesco».Una lotta per la vitaLa guerra di Liberazione fu dunque una lotta per la vita materiale e civile di tutti e tutte. Di questo i partigiani erano consapevoli. Non vollero infatti chiudere la partita solo con le armi. E disposero «l’insurrezione nazionale» e lo «sciopero insurrezionale» per far affluire operai, tecnici, impiegati.Perché questo allargamento ai lavoratori? Perché sapevano che quella non era una guerra come le altre. Era una guerra per arruolamento volontario con uno scopo preciso: proteggere le case, le fabbriche e le città, per poter ricominicare a vivere – «ogni lavoratore sa che se le nostre macchine, se le nostre fabbriche andranno distrutte, sarà per noi e per il nostro paese la disoccupazione, la miseria, la fame».I partigiani non erano malati di nostalgia (come lo sono ancora i fascisti) perché nel passato non avevano nulla. Tutto era da costruire. Anche per questo la loro lotta fu una pura lotta per la e di libertà. Il fascismo aveva distrutto e portato fame. I partigiani si preoccupavano di proteggere al massimo le condizioni materiali di vita; erano già nel futuro: tutti i loro sacrifici e le lotte furono con consapevolezza azioni necessarie per una vita migliore.Non guerra di potenza. Ma guerra di liberazione. Una differenza radicale. Che ci si mostra con la liberazione di Genova. Scrive Baldissara: «Il 23 aprile, dopo il ritiro dei reparti Ss, le Squadre di azione patriottica si concentrano al porto, sminano le strutture, mentre contestualmente si occupano le fabbriche, si bloccano strade e ferrovie per impedire la ritirata tedesca, si sabotano le linee di comunicazione. Il mattino successivo tutti i punti nevralgici sono presidiati dalle formazioni partigiane, affiancate da un crescente numero di cittadini spontaneamente scesi in strada, spingendo i tedeschi a chiudersi in sacche di resistenza. La sera del 25 aprile, il comandante della piazza genovese, il generale Günther Meinhold, firma la resa tedesca nelle mani dell’operaio comunista Remo Scappini, presidente del Cln».A wonderful job, commentò il maggiore britannico Basil Davidson appena informato della resa tedesca. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediNadia UrbinatipolitologaTitolare della cattedra di scienze politiche alla Columbia University di New York. Come ricercatrice si occupa del pensiero democratico e liberale contemporaneo e delle teorie della sovranità e della rappresentanza politica. Collabora con i quotidiani L'Unità, La Repubblica, Il Fatto Quotidiano e con Il Sole 24 Ore; dal 2019 collabora con il Corriere della Sera e con il settimanale Left. Negli Stati Uniti è stata condirettrice della rivista Constellations. Dal 2016 al 2017 è stata presidente di Libertà e Giustizia; è stata vice-presidente sotto la successiva presidenza di Tomaso Montanari.

Coronavirus: il Governo Conte è salvo? Rinviato il referendumCoronavirus, Fox News: "Il governo fu avvertito dall'intelligence"

Coronavirus, Matteo Salvini sulle foto di Bergamo: "Straziante"

Coronavirus, Zaia: "Prossima settimana sarà cruciale"Coronavirus, Zingaretti positivo: le sue condizioni

Coronavirus, Meloni: "Conte? Rischiamo una deriva autoritaria"Coronavirus: Azzolina su scuole chiuse, fine dell'anno e maturità

Coronavirus, Fontana chiede che un genitore possa stare a casa

Feltri contro le sardine: l'attacco a Fuori dal CoroCoronavirus, Di Maio: "L'Italia è un Paese che merita rispetto"

Ryan Reynold
Coronavirus, De Luca contro la fornitura di mascherineNicola Zingaretti: i figli del segretario del Partito DemocraticoCoronavirus, Di Maio annuncia l'arrivo di mascherine dalla Cina

Capo Analista di BlackRock

  1. avatarAudio fake Coronavirus: l'ammissione di una senatrice di IvMACD

    Coronavirus, Conte: "Non possiamo abbassare la guardia"Intercettazioni, il Senato pone la fiducia sulla riforma Scontro Renzi-Conte: "La crisi si affronta alle Camere"Vittorio Sgarbi contro il premier: "Conte ha rotto i cog*****"

      1. avatarNotizie di Politica italiana - Pag. 554trading a breve termine

        Coronavirus, Conte: "Siglato il protocollo lavoro"

  2. avatarCoronavirus, Azzolina: lezioni a distanza e scuole chiuseinvestimenti

    Consigliere leghista accoglie una tunisina in difficoltàCos'è il "Lodo Conte bis", l'accordo che spacca la maggioranzaCoronavirus, Salvini a Mattarela: "Più restrizioni in Lombardia"Coronavirus, firmato il decreto sui trasporti: tutti i limiti

  3. avatarNotizie di Politica italiana - Pag. 550Campanella

    Coronavirus, messaggio di Mattarella: "Supereremo emergenza"Coronavirus, Renzi: "Crisi peggiore dell'11 settembre"Matteo Renzi a Porta a Porta: la proposta del premieratoChef Rubio attacca il movimento delle sardine

Coronavirus, Salvini attacca governo per le misure messe in atto

Mattarella: parla il barbere di fiducia dopo la gaffe del QuirinaleCoronavirus, Toninelli contro Fontana: "Non alimentare il panico"*