File not found
Campanella

Caro bollette: Acea Energia e Sace a supporto delle PMI italiane

Il gas tocca i 315 euro per Megawattora, governo obbligato ad accelerareCaro bollette, quasi 5 milioni di italiani hanno saltato almeno un pagamento nel 2022Le associazioni dei consumatori contro il taglio iva su pasta, pane e latte: i motivi

post image

Patuelli (Abi) sui costi dei pagamenti elettronici: “Le commissioni sono in calo negli ultimi anni”Quell’indagine, mafiae appalti chetornasempremanondàCapo Analista di BlackRock dopo le assoluzioni per la trattativa stato-mafia, è ridiventata “popolare”. Da più parti ritenuta fondamentale per decifrare i massacri dell'estate del 1992. Se la pista dei soldi, più di altre, è quella da seguire per capire chi ha voluto i massacri del 1992 non ci si può certo fermare al dossier del Ros dei carabinieri. Innanzitutto perché Falcone e Borsellino non erano tanto concentrati sulla spartizione dei lavori pubblici in Sicilia, quanto all'infiltrazione dei capitali di Cosa Nostra nell'economia italiana. La procura di Caltanissetta ha riesumato il dossier dopo tre decenni. Aperta ufficialmente un'inchiesta e interrogati i primi testimoni.  Si fa un gran parlare del dossier “Mafia e appalti”, un’inchiesta che per qualcuno sarebbe la vera causa dell’uccisione di Paolo Borsellino. Ipotesi molto azzardata e, negli ultimi tempi, anche molto di moda. Ma ormai sulle stragi si può dire tutto e il contrario di tutto, tanto oltre la mafia non si scopre mai niente. Ci si muove al buio, a volte si abbocca al primo amo che viene calato. O, come nel caso del dossier “Mafia e appalti“, ricalato nel grande magma investigativo intorno alle bombe del 1992. È vecchio di trenta e passa anni, quasi mille pagine dove gli interessi dei boss si confondevano con quelli dei colossi italiani dell’edilizia, nomi sapientemente divulgati e nomi accuratamente occultati. «Un rapporto indiziario intorno al quale si può cominciare a lavorare», confidò a noi giornalisti il giudice Giovanni Falcone che lo considerava «un buon punto di partenza». Di partenza, non di arrivo. Un documento controverso Foto AGF Documento controverso, al centro di polemiche, di scontri feroci fra magistrati palermitani e apparati sfociati in indagini finite nel nulla. Tutti senza un torto e senza una ragione, vicenda sopita in una camera di decompressione giudiziaria di altro distretto. Per i pubblici ministeri della procura di Palermo non c’erano elementi sufficienti per procedere penalmente contro alcuni personaggi dell’imprenditoria nazionale, per i carabinieri dei reparti speciali, il Ros – che quell’inchiesta l’avevano condotta – il rapporto è stato scientificamente insabbiato per salvare un sistema di corruzione che altrimenti avrebbe anticipato la stagione giudiziaria milanese di Tangentopoli. Di sicuro il dossier “Mafia e appalti” non è mai morto. Torna, torna sempre. È come un fantasma che riappare, quando sfumano o si aggrovigliano altre piste alla ricerca di un movente sulla strage di via D’Amelio. È un feticcio agitato permanentemente dal Ros dell’allora colonnello Mario Mori, poi diventato direttore dei servizi segreti interni nel secondo governo Berlusconi, lo stesso ufficiale assolto nel processo sulla trattativa stato-mafia e regista della mancata perquisizione della villa di Totò Riina dopo la sua misteriosa cattura. Ora, questo dossier, è ridiventato “popolare”, da più parti ritenuto fondamentale per decifrare i massacri dell'estate del 1992. Come lo era stata la famigerata trattativa fino al verdetto della corte di appello di Palermo che ha restituito l'innocenza a Mori & compagni, che pur avevano barattato qualcosa con la controparte per evitare altri spargimenti di sangue. Il dossier “Mafia e appalti” rilanciato come fattore che ha “accelerato” la decisione di far saltare in aria il procuratore, appena cinquantasei giorni dal cratere di Capaci. Movente della strage Foto AGF Ne è convinta Fiammetta Borsellino, una delle figlie del magistrato, insieme a Fabio Trizzino, il legale che ha rappresentato la famiglia nei processi sul grande depistaggio. Ne sono rimasti in qualche modo condizionati i giudici di Palermo che hanno assolto Mori, quando nelle loro motivazioni si spingono un po’ avventurosamente – perché la genesi di quel dossier non è mai stato oggetto del processo – a scrivere che «si ritiene che quell’input dato da Riina al suo interlocutore affinché si uccidesse il dottor Borsellino con urgenza nel giro di pochi giorni, mettendo da parte altri progetti omicidiari già in più avanzata fase di esecuzione, possa avere trovato origine nell’interessamento del medesimo dottore Borsellino al rapporto mafia e appalti». Alla fine sono stati costretti a rioccuparsene anche i procuratori di Caltanissetta, quelli che indagano sulle stragi, che un paio di settimane fa hanno deciso di riesumarlo dopo tre decenni. Hanno ufficialmente aperto un’inchiesta e interrogato i primi testimoni. Tutto top secret o quasi. Trattativa e mafia e appalti, sono stati a lungo i totem delle fazioni avverse dell’antimafia per “spiegare” le stragi. Schiere di fan di qua e di là, la maggior parte dei quali che non ha mai letto una sola pagina di una o dell'altra inchiesta, solo raffiche di like sui profili Facebook e qualche sproloquio. Ridimensionata (o, se vogliamo, anche definitivamente cancellata) la vicenda della trattativa il campo investigativo adesso è occupato da “mafia e appalti”. E proprio come possibile movente dell'autobomba del 19 luglio. Movente – almeno questa è la mia opinione – riduttivo e anche fuorviante. La pista dei soldi Foto AGF Se la pista dei soldi, più di altre, è quella da seguire per capire chi voleva i massacri del 1992 non ci si può certo fermare al dossier del Ros. Innanzitutto perché Falcone e Borsellino non erano tanto concentrati sulla spartizione dei lavori pubblici in Sicilia (con il patto fra le cosche e le grandi aziende del Nord, comprese le coop rosse emiliano romagnole), quanto all'infiltrazione dei capitali di Cosa nostra nell’economia italiana. Il dossier “Mafia e appalti” era solo uno dei passaggi, i due giudici guardavano oltre: avevano capito che Totò Riina – attraverso i fratelli Buscemi della famiglia mafiosa palermitana di Boccadifalco – era socio nella Calcestruzzi spa con Raul Gardini, uno dei più famosi capitani d'industria italiani. Ci sono sentenze passate in giudicato che, al di là delle confessioni di pentiti come Angelo Siino, Leonardo Messina e Giovanni Brusca, certificano l'accordo fra i Corleonesi e il gruppo Ferruzzi rappresentato dal “Contadino”. Quel Raul Gardini che, la mattina del 23 luglio 1993, si sparò un colpo di Walther Ppk alla testa nella sua casa milanese di piazza Belgioioso alla vigilia di un suo possibile arresto per la maxi tangente Enimont. Dopo quasi trent'anni resta sempre il dubbio: un suicidio per l'inchiesta di Milano o per le spericolate relazioni di Palermo? Il suicidio di Raul Gardini Foto AGF È questo il quadro che avevano presente Falcone e Borsellino nei mesi a cavallo fra il 1991 e il 1992, quando uno era stato appena nominato direttore degli Affari Penali al ministero della Giustizia e l'altro procuratore aggiunto a Palermo. E non gli appalti e i sub appalti delle dighe e delle strade, dei viadotti e delle opere “chiavi in mano” che mafiosi e ditte del nord si dividevano in Sicilia. Quel rapporto si fermava lì. Nessuno è mai andato avanti alla ricerca di un possibile legame fra le intuizioni di Falcone e Borsellino e il suicidio di Gardini, nessuno ha mai più approfondito dove portavano – e proprio su quel fronte – gli investimenti di Cosa nostra. Il rapporto “Mafia e appalti” bisognerebbe valutarlo per quello che realmente è e non per come è stato propagandato, in qualche modo spacciato all'opinione pubblica. Per di più, assai contorta è la sua storia fin dalla nascita. Consegnato “a puntate“ in procura a Palermo, prima nomi fatti circolare sulla stampa, prove presentate solo per imprenditori locali di modesto spessore, poi ancora il rapporto trasmesso ad altra procura (Catania) per trovare migliore accoglienza. Un gioco degli specchi che ha acceso un corto circuito istituzionale, scatenato una faida fra i magistrati palermitani e i carabinieri di Mario Mori. Due le “versioni” del dossier: una mediatica e l'altra ufficiale, la prima con la presenza di tanti uomini politici e la seconda priva di quell'elenco. Un’intercettazione che riguardava Salvo Lima, il potente console siciliano di Giulio Andreotti, è stata nascosta ai magistrati e ricomparsa miracolosamente solo molti mesi dopo l'omicidio dello stesso Lima avvenuta nel marzo del 1992. Non è tutto oro quello che luccica fra le pieghe del dossier. GiustiziaLa passione dei Cinque stelle per i magistrati antimafiaGiulia Merlo I ricordi dei magistrati di Palermo Negli anni a seguire il Consiglio Superiore della Magistratura ha raccolto testimonianze di una mezza dozzina di procuratori palermitani, ricordi a volte vaghi, discordanti anche su una riunione tenuta in procura – il 14 luglio del 1992, cinque giorni prima della strage di via D’Amelio – dove Paolo Borsellino non fu informato dai suoi colleghi della richiesta di archiviazione per alcuni indiziati di quel rapporto. In sostanza qualcuno gli aveva nascosto “sviluppi” sull'inchiesta, Borsellino (che giustamente non si fidava del suo procuratore capo Pietro Giammanco) se ne lamentò. Ma tutto questo è davvero sufficiente per legarlo all'attentato del 19 luglio o è, piuttosto, una diversione che è anche servita – legittimamente – agli imputati della trattativa stato-mafia per difendersi in aula? A Caltanissetta hanno ripescato tutto. I carabinieri del Ros, ormai non più “traditori“ in quanto assolti nel processo d’appello, andranno a riproporre le loro argomentazioni. Sempre le stesse dal 1991. Vedremo cosa faranno i magistrati delle stragi. Quelli che hanno già avuto fra i piedi il falso pentito Vincenzo Scarantino, quelli che sono stati costretti a indagare per mesi e mesi su quel pagliaccio di testimone che era Massimo Ciancimino. Dopo trent’anni, speriamo che non si perda altro tempo. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAttilio Bolzoni

Caro energia 2022, quanto sono aumentati i prezzi di luce e gas dall'inizio dell'anno?Pos, i falsi miti da sfatare: in Italia commissioni in linea con il resto d'Europa

Decreto Aiuti Ter: 150 euro di bonus per redditi inferiori a 20mila euro

Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 54Aumento del costo del pellet, prezzo raddoppiato a causa della guerra in Ucraina

L’anno termico sta per finire: cos’è e perché le bollette del gas aumenterannoSmart working, quanto pesa sulle bollette di luce e gas dopo il caro energia?

Corte dei Conti sulla Manovra: "Le norme su contanti e Pos non sono coerenti con il Pnrr"

Riforma Isee, cosa prevede il piano del governo Meloni: come cambierà l'assegno unico?Il contatore si blocca con lavastoviglie e lavatrice accese insieme: il piano UE

Ryan Reynold
Caro energia, Roberto Tascini (presidente Adoc): "Come risparmiare fino a 600 euro l'anno"L'importanza di monitorare il rating per le nostre aziendeL’inflazione scende in Europa, ma in Italia costa sempre tutto di più

BlackRock

  1. avatarCaro bollette: bar e ristorazione tra i settori che rischiano di chiudereProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    USA, la Fed aumenta il tasso sui fondi federali di 75 punti baseDel 7,6% e battendo Usa, Cina e Germania: ecco di quanto è cresciuta l’Italia con DraghiMassimo Michielini nuovo CFO di ItaliaonlineNotizie di Economia in tempo reale - Pag. 50

    1. Smart working, quanto pesa sulle bollette di luce e gas dopo il caro energia?

      VOL
      1. avatarOccupazione, a novembre persi 27 mila posti di lavoroCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        La Uil ha svelato il costo medio nazionale della prima rata Imu

  2. avatarRadici antiche, spirito innovativo: ecco la Farm idroponica delle sorelle PontettiCampanella

    Il prezzo della benzina torna a crescere: al self supera di nuovo i 2 euro al litroBonus 200 euro: la dichiarazione serve se non si fa parte di NoiPAIl miglior panettone del supermercato 2022 secondo AltroconsumoNotizie di Economia in tempo reale - Pag. 74

  3. avatarSigarette: quando e come aumenteranno i prezzi nel 2023MACD

    Superbonus 90% del governo Meloni: tutte le novità per la casa nel dl Aiuti quaterUe, pubblicati i dati sul costo medio del lavoro: il Lussemburgo ha il livello più altoInflazione a giugno all'8%: livelli massimi dal 1986Disastro concorso in magistratura: agli scritti passati in pochissimi

Notizie di Economia in tempo reale - Pag. 60

Il 36% delle imprese ha dovuto alzare i prezzi per le bollette secondo ConfesercentiRadici antiche, spirito innovativo: ecco la Farm idroponica delle sorelle Pontetti*