File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Incidente mortale in Surselva

Aereo precipitato in Brasile, perché il ghiaccio è «il principale indiziato»Olimpiadi di Parigi 2024, le speranze di oggi dell'Italia per andare a medagliaL'italiano Tamberi sta male: «Un'altra colica renale, è finito tutto»

post image

Pro Patria-Pergolettese: «Abbiamo voglia di iniziare la stagione» - ilBustese.itAl tentativo del suo aspirante assassino di fare di lui soltanto un corpo,investimenti lo scrittore ha risposto con un libro. La sua ultima opera, Coltello, è il tentativo di ristabilire il dominio della poesia sulla violenza, dell’amore sull’odio«Venerdì 12 agosto 2022, alle undici meno un quarto di una mattinata di sole, nel nord dello Stato di New York, sono stato aggredito e quasi ucciso da un giovane armato di coltello». Inizia così Knife, il ventiduesimo libro di Salman Rushdie – nonché, visto come inizia e quello che racconta, il suo più accoratamente autobiografico e personale.Dell’aggressione in sé, come anche delle sue conseguenze, nulla c’è da aggiungere rispetto a quello che si sa e al tanto di più che lui stesso racconta: il suo aspirante assassino, che per ventisette lunghissimi secondi l’ha pugnalato fin quasi a ucciderlo, è un ragazzo modesto e desolatamente senza qualità; la sua azione risulta sconcertante per quant’è priva di ombre o vertigini o doppi fondi. Un gesto assurdo non per il “troppo” di motivazione, ma per il troppo poco: un folgorante antimonumento agli accecamenti della demenza e della frustrazione più che della religione o dell’ideologia. CulturaSalman Rushdie ha scritto un libro sul suo tentato omicidioUn corpo stranotoCi sarebbe invece molto da meditare intorno alla vicenda di Rushdie, uno scrittore che non una bensì due volte si ritrova al centro della scena non per a causa dei suoi libri ma del suo corpo: un corpo stranoto, il suo, non per la sua bellezza o le sue doti sportive, ma per la minaccia mortale a cui da trent’anni è costretto – da quando, nel febbraio 1989, all’uscita del suo romanzo I versi satanici, l’ayatollah Khomeini emise una sentenza di morte per blasfemia contro di lui.Fatti stranoti, appunto, intorno a un romanzo che in pochi hanno letto per intero e in pochissimi hanno amato, e che tuttavia – in una bibliografia che consta di ventidue libri, tutti migliori di quello – gli brilla sulla testa come una cruenta insegna luminosa che non è mai riuscito a togliersi.Molto ci sarebbe da dire su uno scrittore che da un libro si è visto scaturire una minaccia di morte, e ora da una minaccia di morte fa scaturire un libro, in un inquietante rimbalzo di corrispondenze e derivazioni in cui l’Autore e i suoi Assassini sembrano rispondersi in un assurdo rimpiattino.È come se nella vita di Rushdie il libro e il coltello continuamente si rincorressero, attori di una qualche oscura simmetria. Certo questo cerchio così chiuso, questa esattezza quasi tragicamente rimata, non può non esercitare una qualche sua nera fascinazione. «Sei tu dunque. Eccoti qui» pensa Rushdie quando vede il suo assassino, questo stupido e insulso angelo della morte che corre verso di lui nella platea di un anfiteatro a Chautauqua.Un assassino che lo odia perché ha visto dei suoi filmati su YouTube e gli è parso «in malafede»; un assassino che, per ironia della sorte, «aveva letto sì e no due pagine dei miei libri». Rushdie incarna il paradosso di uno scrittore che continuamente rischia la morte per colpa di libri che i suoi aspiranti assassini non leggono. Salman Rushdie è la perfetta antitesi di Elena Ferrante: tra noi e la sua opera, c’è sempre di mezzo il suo corpo. Nessuno riesce a toglierlo da questa interpolazione, questa impossibilità di un rapporto diretto con l’opera. Il suo corpo è un muro oracolare, sacralizzato, che il coltello ha provato per l’ennesima volta a rendere definitivo. CulturaSalman Rushdie non ha ancora finito di giocare con il fuocoGiulio D'AntonaLo scrittore del coltelloMolto ci sarebbe da meditare intorno a cosa diventa uno scrittore – uno scrittore di opere letterarie spesso ardite e spericolate com’è Rushdie – quando da trent’anni non si fa che parlare del tuo corpo e dello stato di allarme perpetuo in cui versa; quando il tuo corpo è un oggetto di un tiro alla fune tra la pietà pelosa di chi vuole compatire e lusingare e strumentalizzare e lo scherno malcelato di chi invece dice, più o meno a mezza bocca, che “con quella storiaccia di Khomeini s’è fatto i soldi, altrimenti non se lo filava nessuno, lo dovrebbe ringraziare”.Uno scrittore che in tutti questi anni ha continuato a dire che ha scritto molti altri libri, che Versi satanici era il suo quinto libro, e comunque possiede altri meriti, magari più interessanti che non quello di aver fatto arrabbiare un ayatollah, e che in ogni caso ha scritto anche altri ventuno libri magari più significativi che è un peccato siano meno noti di quell’uno che invece.Da sempre, senza volerlo, Rushdie è lo scrittore del coltello: il coltello potenziale della fatwa di trentatré anni fa; il coltello che nel 1991 uccise il suo traduttore Hitoshi Igarashi; il coltello materialissimo che nel 2022 gli ha strappato via un occhio. CulturaStorie di Wylie, lo sciacallo che ha cambiato l’editoriaBeppe CottafavieditorUn libro-veritàEcco, ora quello scrittore scrive il libro che forse da trent’anni sperava di non dover scrivere: un libro-verità in cui con un misto di rabbia e sollievo liberatorio abbraccia senza più remore l’icona di Salman Rushdie, quel martire della libertà che non ha mai scelto di essere ma che il coltello ha inchiodato di forza alla sua persona.Il coltello – come da sempre spesso fanno i coltelli – ha stabilito un rito: il corpo di Rushdie è diventato la parabola di qualcosa di importante e decisivo, il luogo di una battaglia tra il dominio del pensiero e quello del sangue. Il giorno dell’attentato, Emmanuel Macron ha dichiarato: «Per trentatré anni Salman Rushdie ha incarnato la libertà e la lotta contro l’oscurantismo. È appena stato oggetto di un vile attacco da parte delle forze dell’odio e della barbarie. La sua lotta è anche la nostra: è una battaglia universale».Rushdie, che non aveva scelto di incarnare proprio nulla, e probabilmente non aveva alcuna intenzione di trasformare il suo corpo in un simbolo di lotte huntingtoniane, si ritrova suo malgrado a impersonare l’idea di scrittore annunciata da Pasolini (non a caso anche lui uno scrittore il cui corpo ha conosciuto la Violenza): «Vorrei esprimermi con gli esempi. / Gettare il mio corpo nella lotta. (…) Le azioni della vita saranno solo comunicate, / e saranno esse, la poesia, / poiché, ti ripeto, non c’è altra poesia che l’azione reale».Salman Rushdie in Coltello accetta questa investitura: «Se il caso mi ha trasformato in una sorta di Barbie virtuosa amante della libertà, un Rushdie libero pensatore, accetterò la mia sorte. Forse consiste in questo, per me, la risoluzione».Il dominio della poesiaD’altronde come poteva rispondere Rushdie a quel coltello, se non con la letteratura? Coltello è il tentativo di ristabilire il dominio della poesia sulla violenza, dell’amore sull’odio. È un libro curiosamente pieno d’amore: per la moglie Eliza, per i figli, per i soccorritori e i colleghi e gli amici. Se non fosse Rushdie, si direbbe che (anche lui) ha ceduto alle sirene dell’autofiction.Ma, essendo Salman Rushdie, questo passaggio significa di più. A un certo punto scrive, nei lunghi mesi purgatoriali della riabilitazione, di aver sognato un mondo fatto di parole: «Palazzi maestosi e altri imponenti edifici, tutti costruiti per mezzo di alfabeti. (…) Come se il mondo fosse fatto di parole, edificato con lo stesso materiale delle lingue, e di poesia».Il coltello è un attentato a questa convinzione: che i rapporti che tengono insieme il mondo non siano fatti di linguaggio e pensiero, ma di sangue e ferro. Nel suo precedente romanzo, Città della vittoria, Rushdie aveva scritto: «Le parole sono le uniche vincitrici». Sarà per questo che, in Knife, il dialogo che ha luogo tra Rushdie e il suo attentatore è un episodio completamente inventato: l’unico. Il cuore di un libro così autobiografico è, per paradosso, una scena che non è mai avvenuta, e a cui per giunta l’attentatore immaginario cerca di sottrarsi. Ma Rushdie risponde: «Questa conversazione si svolge nella mia testa, ragion per cui non finisce finché la mia testa non dice che è finita».La sfida della letteratura, in fin dei conti, è sempre questa: ricordare a se stessi e al mondo intero che il mondo dell’uomo non è il regno del coltello, ma quello del linguaggio. Al tentativo del coltello di fare di lui soltanto un corpo, Rushdie ha risposto con un libro: questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFabrizio Sinisi

Sciopero dei balneari, da Ostia a Fregene mini serrata degli imprenditori del mare. Non tutti hanno chiuso gli ombrelloniZelensky commenta l'attacco a Kursk: «Spingiamo la guerra sul territorio dell'aggressore»

Ambulatori e poliambulatori (Uap): "Bistrattati rispetto a farmacie, così poche tutele per cittadini"

Arresto Davila in Venezuela, Cirielli: "Ormai è dittatura comunista"Arrestato a Francavilla al Mare spacciatore pregiudicato - Tiscali Notizie

Ancora un successo all'Anfiteatro romano con l'Edipo a Colono - Tiscali NotizieInps, vigilanza ispettiva, al via formazione su nuove competenze - Tiscali Notizie

L’offensiva ucraina a Kursk, pressione di Kiev per usare armi Usa. Crosetto scettico

Sinner alla vigilia del Masters 1000 di Montreal: «Saltare le Olimpiadi è stato un colpo al cuore»Lucerna per quasi 5 ore senza elettricità

Ryan Reynold
Stasera Italia, chi prende di mira Vannacci: "Senza di lui non sarei qui..." – Il TempoArrestati i due caporali che schiavizzavano 33 braccianti - Tiscali NotizieNoi siamo leggenda dove è stato girato | Viaggiamo.it

VOL

  1. avatarParigi 2024, Tamberi oggi in finale salto in alto: orario, dove vederla in tvCampanella

    La piramide di Djoser fu costruita con un sistema idraulico - Focus.itIl neonato trovato morto nel giardino di una villetta a Vignale di Traversetolo (Parma)Arrestato dai filorussi il direttore della centrale di ZaporizhzhiaDonna di 31 anni uccisa da un colpo di pistola: «Lo sparo partito per sbaglio». Il compagno sentito in questura

      1. avatarA cosa serve il decreto Carceri? A introdurre un nuovo reatoMACD

        L'orso Kuma dal Bioparco di Roma a un bosco tedesco, ora vivrà in semi-libertà - Tiscali Notizie

  2. avatarIl neonato trovato morto nel giardino di una villetta a Vignale di Traversetolo (Parma)Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Bomba termobarica, cos'è l'arma che "risucchia l'ossigeno" usata dai russi – Il TempoLa strage di Gioia Tauro, i legami sconci tra ‘Ndrangheta e estrema destraBalneari, ombrelloni chiusi per due ore ad Ostia: "Il nostro 'sciopero gentile' per regole chiare" - Tiscali NotizieTrovato senza documenti e portato al comando, scappa dalla finestra e fa perdere le sue tracce - ilBustese.it

  3. avatarPrimi passi per orso Kuma nel suo nuovo habitat in Baviera. L'animale trasferito da Bioparco di Roma - Tiscali NotizieBlackRock Italia

    Cosa sarebbe successo se Alessandro Magno fosse morto prima di fondare l'impero? - Focus.itUcraina attacca in Russia, Putin fa scattare allarme anti-terrorismoNeonata morta, nonna Gerarda si lancia sotto un treno e confessa dopo 10 anni: «Sono stata io». Mamma Denise in cella da innocente?Ferragosto: a Milano aperti tutti i musei e le mostre di Palazzo Reale, Pac e Castello - ilBustese.it

Piaggio, Marchetti: depositata Pdl Lega per Vespa patrimonio nazionale

Roma, è morto Marcello Testa: il pierre della movida capitolina aveva 65 anniL'acqua che aveva allagato la centrale idroelettrica di Bargi tornerà nel lago di Suviana - Il Post*