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Guerra in Ucraina, chi sono i due "traditori" licenziati da ZelenskyLa fiaccolata per la pace ad Assisi - Agenzia Romano Siciliani COMMENTA E CONDIVIDI La pace invocata dai vescovi italiani per la Terra Santa,ETF per l’Ucraina, il Nagorno-Karabakh e per gli altri scenari di guerra nel mondo ha il volto materno di Santa Chiara e quello profetico di San Francesco. Ha la luce tenue ma tenace delle fiaccole, simbolo di speranza, con cui i 250 pastori (e con loro diversi assisani e pellegrini) sfilano in processione per le vie di Assisi, rischiarando le ombre della sera. Ha il dolore ma anche la fiducia del cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme che - in mattinata - collegandosi dalla Città Santa, non nasconde le proprie preoccupazioni, ma ringrazia per la vicinanza della Chiesa italiana. E ha la voce del cardinale Matteo Zuppi, che nell’omelia della Messa celebrata sulla tomba di san Francesco, nella Basilica Inferiore, afferma: «A chi ha tra le mani il destino di interi popoli, umilmente ma fermamente, ricordiamo che niente è perduto con la pace». Perché anzi, aggiunge il presidente della Cei, «la guerra è una lebbra terribile, che consuma il corpo delle persone e dei popoli, ne fa perdere l’anima, tanto che non si è più capaci di amare, segnati dall’odio e dalle ferite della violenza».La fiaccolata per la pace ad Assisi - Agenzia Romano SicilianiÈ una intensa giornata quella vissuta oggi all’Assemblea generale della Cei in corso a Santa Maria degli Angeli. Una giornata in gran parte dedicata alla preghiera per la pace. Una giornata il cui acme è costituito proprio dal lungo momento liturgico iniziato con i vespri presieduti dal vescovo di Assisi, Domenico Sorrentino, nella Basilica di Santa Chiara, proseguito con la suggestiva e partecipata processione aux flambeaux fino alla Basilica inferiore di San Francesco e qui conclusa con la Messa.Sotto le volte affrescate da Cimabue passano le immagini di tante sofferenze, evocate dal porporato. «Oggi - dice - facciamo nostro il grido di Rachele, di tutte le madri da cui viene un pianto e un lamento grande e non vogliono essere consolate perché “i suoi figli non sono più”». Sono, spiega Zuppi «le lacrime di intere città e popolazioni, della Terra Santa, dell’Ucraina, di milioni di persone. Sono le nostre lacrime, che diventano preghiera insistente e ispirano azioni e scelte».E allora anche le lacrime possono trasformarsi in fiaccole di speranza. E se «il mondo è un enorme ospedale da campo, proprio qui ad Assisi è sorto lo spirito che arriva a pensare “Fratelli tutti”». Il presidente della Cei cita a tal proposito Giovanni Paolo II e ricorda con le sue parole che «la pace attende i suoi profeti e i suoi artefici» e che dunque «essa è un cantiere aperto a tutti, non solo agli specialisti, ai sapienti e agli strateghi». Di qui il suo invito: «Liberiamoci da pericolose polarizzazioni che nutrono lo scontro e scegliamo con convinzione, intelligenza e forza l’unica parte che è quella della pace. L’odio produce solo odio e non darà mai sicurezza». In sostanza, conclude Zuppi citando anche don Tonino Bello, «la pace si costruisce pezzo per pezzo. E ognuno ha il suo».Il videocollegamento con il cardinale Pizzaballa Nella giornata della pace, i vescovi italiani entrano in videocollegamento con il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca latino di Gerusalemme, e dichiarano solidarietà alla comunità cattolica di Terra Santa. Inoltre pubblicano una Dichiarazione per la pace, il cui testo riportiamo qui di seguito: «Come Vescovi, riuniti in Assemblea Generale ad Assisi, esprimiamo la nostra preoccupazione per l’escalation di violenza e odio di questi giorni, che sta assumendo proporzioni sempre più tragiche - si legge nella nota -. Sentiamo impellente il compito di denunciare le logiche della contrapposizione e dell’individualismo, e di favorire la collaborazione e la riconciliazione. Sogniamo un mondo che sia davvero casa di tutti, dove il riconoscimento della dignità umana cammini di pari passo con il dovere di amare gli altri come fratelli e sorelle.Guardiamo con particolare dolore alla situazione in Medio Oriente e rinnoviamo l’appello al “cessate-il-fuoco”, facendo nostre le parole di Papa Francesco: «Le armi si fermino, non porteranno mai la pace, e il conflitto non si allarghi! Basta! Basta, fratelli, basta! A Gaza, si soccorrano subito i feriti, si proteggano i civili, si facciano arrivare molti più aiuti umanitari a quella popolazione stremata. Si liberino gli ostaggi, tra i quali ci sono tanti anziani e bambini» (Angelus, 12 novembre 2023). Insieme al Medio Oriente, il nostro pensiero va anche all’Ucraina, al Sud Sudan e ai tanti altri luoghi segnati da conflitti spesso dimenticati. Non possiamo rassegnarci al silenzio: sentiamo forte l’imperativo a comunicare il Vangelo dell’unità e della riconciliazione in un mondo sprofondato nelle tenebre ma desideroso di luce.Da Assisi, la Città della Pace, con l’intercessione di San Francesco, eleviamo la preghiera a Cristo nostra pace (Ef 2,14), che ha la forza per abbattere il muro di inimicizia. Egli sostenga l’impegno di tutti gli uomini e le donne di buona volontà, nella consapevolezza che la costruzione della pace è responsabilità di tutti. Non vogliamo che la cultura dell’odio e del pregiudizio continui a seminare divisione, distruzione e morte. Questa è una sfida da affrontare insieme, non più procrastinabile. Nel cantiere della pace c’è posto per tutti: «C’è bisogno di artigiani di pace disposti ad avviare processi di guarigione e di rinnovato incontro con ingegno e audacia» (Fratelli tutti, 225).Il ringraziamento di PizzaballaIn precedenza il videocollegamento con il cardinale Pizzaballa era stato «un momento di grande condivisione e partecipazione al dolore e alla sofferenza di quanti vivono il dramma del conflitto in Terra Santa». Questa mattina «i Vescovi italiani, riuniti in Assemblea Generale Straordinaria ad Assisi, hanno ascoltato la testimonianza del cardinal Pierbattista Pizzaballa, Patriarca di Gerusalemme dei Latini, collegato durante la prima sessione dei lavori della giornata dedicata alla preghiera per la pace. Il collegamento è durato oltre 20 minuti».Il cardinale, prosegue la nota, ha presentato la «drammatica situazione attuale»: «Sono – ha spiegato – 1400 le vittime israeliane dell’attacco del 7 ottobre, oltre 11mila i morti accertati a Gaza, gran parte civili di cui almeno 4000 i minori. Gli sfollati in Israele sono circa 100mila, mentre a Gaza almeno 1 milione». I cristiani presenti a Gaza, dove «le infrastrutture sono completamente distrutte», sono «meno di un migliaio, accolti in un centro ortodosso e in una parrocchia cattolica nella zona settentrionale, sotto bombardamenti continui e al centro delle operazioni militari». «Diamo inoltre alloggio – ha aggiunto - a circa 3000 musulmani, ospitati nei locali di una scuola». Grande, ha continuato, «è la preoccupazione anche per i cristiani che si trovano a Betlemme e nelle zone limitrofe e per quelli sparsi in Cisgiordania».Nel ringraziare la Chiesa in Italia per la vicinanza concreta e spirituale, il cardinal Pizzaballa ha espresso l’auspicio che si arrivi presto ad una soluzione che garantisca pace e sicurezza per tutti. «Preghiamo – ha concluso – per tutte le vittime innocenti. La sofferenza degli innocenti davanti a Dio ha un valore prezioso e redentivo, perché si unisce alla sofferenza redentrice di Cristo. Che la loro sofferenza avvicini sempre di più la pace e non contribuisca a generare altro odio!». Il cardinale Matteo Zuppi, a nome dei Vescovi italiani, ha rinnovato la prossimità delle Chiese in Italia, assicurando un ricordo particolare nella preghiera per la pace che si svolgerà oggi pomeriggio. I vescovi italiani pregheranno per la pace in Israele, Palestina e in tutte le altre parti del mondo, recandosi in processione da Santa Chiara a San Francesco, dove il cardinale Zuppi presiederà la Messa.
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