File not found
MACD

Scalfarotto sulla lite nel Terzo Polo: "Calenda frettoloso"

Maltempo: domani allerta arancione in Basilicata e Calabria - Tiscali NotizieBasilicata, Salvini: immagino che il centrodestra verrà confermato - Tiscali NotizieBasilicata, audio di Pittella: per Pd sono un ebreo che deve morire - Tiscali Notizie

post image

Ilaria Salis è libera, tolto il braccialetto elettronico: l’europarlamentare può tornare in ItaliaLe fasce climatiche in cui venne suddivisa la Terra due secoli or sono dovranno essere presto riviste a causa dei cambiamenti climatici. E per molte aree lo si dovrebbe già fare L’ondata di Homo Sapiens che permise alla specie cui apparteniamo di arrivare e rimanere in Europa,BlackRock fu più complessa rispetto a quanto si credeva. Tre furono i tentativi, il primo dei quali avvenne 56mila anni fa e la seconda fu in qualche modo contrastata dai Neanderthal che abitavano l’attuale Francia Il nostro pianeta è in bilico sull’orlo di diversi punti critici climatici che, una volta superati, potrebbero crollare in una cascata di cambiamenti ecologici e ambientali senza precedenti a memoria d’uomo. Le ondate di caldo estremo (non ultima quella avvenuta in Spagna alla fine di aprile 2023), le siccità, le inondazioni e le tempeste stanno diventando più comuni e intense; l’energia intrappolata dall’atmosfera terrestre e dagli oceani stanno avendo ripercussioni e ricadute ormai incontestabili e drammatiche. Ora, un nuovo studio che simula il futuro della Terra fino al 2100, mostra come i cambiamenti incrementali di temperatura e precipitazioni potrebbero alterare i climi al punto che dovremo ridisegnare le mappe climatiche concepite per la prima volta nel 1880. «Entro la fine del secolo, si prevede che dal 38 al 40 percento della superficie terrestre si troverà in una zona climatica diversa rispetto ad oggi», scrive il team di ricercatori , guidato dall’autore senior Paul Dirmeyer, uno scienziato del clima presso George Mason University della Virginia. AmbienteIl negazionismo, l'opportunismo e la pauraFerdinando Cotugno Le variazioni A seconda dei modelli climatici utilizzati dai ricercatori per generare proiezioni del futuro cambiamento globale, tali stime potrebbero aumentare ulteriormente, in modo tale che quasi il 50 per cento della superficie terrestre della Terra potrebbe trovarsi in una zona climatica diversa dall’attuale e al momento non ben identificabile. I cambiamenti sono diventati più pronunciati con l’ultima generazione di modelli climatici, che sono più precisi rispetto ai precedenti e prevedono tassi più elevati di riscaldamento globale. Per tracciare i cambiamenti previsti, Dirmeyer è tornato alle mappe Köppen-Geiger, un sistema utilizzato per classificare il mondo in cinque zone climatiche in base a temperatura, precipitazioni e stagioni e che solitamente si studiano a scuola. Sviluppate da un climatologo tedesco-russo di nome Wladimir Köppen nel 1884, le mappe di classificazione climatica sono state aggiornate numerose volte da allora e sono ampiamente utilizzate per modellare la distribuzione e la crescita delle specie. Ma ora gli aggiornamenti potrebbero essere strutturali, senza precedenti. I cambiamenti nelle zone climatiche che Dirmeyer e colleghi hanno previsto non sono che uno spettro di possibilità, perché simulare la fisica di alcune variabili climatiche come le precipitazioni è più difficile da fare che per altre, come la temperatura. Coprono anche solo le masse terrestri, tralasciando gli oceani della Terra e l’Antartide (a causa di lacune nei dati). Ciò che è chiaro, tuttavia, è che se non agiamo presto per ridurre le emissioni, i tassi di riscaldamento globale continueranno ad accelerare con il passare dei decenni, «suggerendo che le specie vulnerabili e le pratiche agricole potrebbero avere meno tempo per adattarsi ai cambiamenti climatici rispetto a quanto previsto in precedenza», avvertono i ricercatori. Sulla base della loro analisi, si aspettano che i climi tropicali si espandano, dal 23 al 25 per cento dell’area terrestre, entro il 2100. Allo stesso modo, si prevede che vi sarà una crescita delle aree aride del pianeta, fino a circa il 34 per cento rispetto al 31 per cento attuale. Questi tipi di cambiamenti, mostrano altri studi, potrebbero scuotere i sistemi di produzione alimentare e spingere le malattie trasmesse dalle zanzare in nuove aree. I maggiori spostamenti verso nuovi climi sono previsti nelle zone climatiche fredde dell’Europa e del nord America.  Entro il 2100 fino all’89 per cento dell’Europa e quasi il 66 per cento del Nord America potrebbero scivolare in una zona climatica diversa. Le persone che vivono in altre regioni come l’Africa subiranno cambiamenti della loro zona climatica soprattutto in seguito agli eventi meteorologici estremi. Di gran lunga, il cambiamento più drammatico avverrà nella zona polare, che copriva quasi l’8 per cento della superficie terrestre del nostro pianeta tra il 1901 e il 1930, ma che si è già ridotta al 6,5 per cento con poco meno di 1,2°C di rialzo della temperatura globale. Questo è uno dei risultati più sconcertanti dello studio, che cattura quanto il nostro pianeta sia già cambiato. E a conferma scrivono Dirmeyer e colleghi: «Dall’inizio del 20° secolo, la Terra ha già sperimentato un cambiamento della classificazione climatica del 14,77 per cento, con i cambiamenti più estesi osservati in nord America, Europa e Oceania». AmbienteTorna il caldo di El Niño, ce lo raccontano gli oceaniLuigi Bignamidivulgatore Le tre ondate dei sapiens È noto che l’Homo sapiens sia arrivato in Europa dopo il Neanderthal e che per motivi non ancora del tutto chiari sia riuscito a sopraffarlo. Ora, dopo una serie di importanti scoperte, gli scienziati stanno riscrivendo la storia del modo con il quale gli umani moderni hanno preso il sopravvento sui Neanderthal. Queste nuove idee nascono dal momento in cui, a partire dal 2022, gli archeologi avevano scoperto diverse prove che suggerivano che i primi avventurieri di sapiens a prendere possesso del nuovo continente vi arrivarono 10mila anni prima del previsto rispetto a quanto si ipotizzava fino ad allora. Quel gruppo di uomini in avanscoperta tuttavia, non fu l’unico a lasciare l’Africa per l’Europa e molto probabilmente non ebbero neppure grande successo. Una nuova analisi infatti, basata su migliaia di manufatti in pietra dimostra che nel Paleolitico la nostra specie si è diffusa in tutta Europa grazie ad almeno tre ondate successive, distinguibili tra loro per tecnologia circa la fabbricazione di utensili che risultano essere molto diverse le une dalle altre, ognuna delle quali sopraffece e sostituì la precedente. Vi sarebbero dati che fanno pensare che i Neanderthal che vivevano in Europa avrebbero addirittura contrastato (in che modo non si sa) una di queste ondate. Secondo l’autore dello studio, il paleoantropologo Ludovic Slimak, l’area Mediterranea francese è priva di reperti della seconda ondata di migrazione, mentre luoghi più ad ovest, come la Spagna, ospitavano in abbondanza gli strumenti del secondo flusso migratorio dei sapiens. Ciò vuol dire che i Neanderthal dell’area francese si “ribellarono” all’arrivo dell’homo sapiens per la seconda volta? Stando a Slimak sarebbe così, sembra infatti, che per almeno 12 millenni, i Neanderthal della Valle del Rodano, siano riusciti a tenere a bada i migranti sapiens, anche se alla fine vennero sopraffatti dalla terza ondata. L’analisi condotta dall’università di Tolosa in Francia è molto ampia tant’è che ha preso in considerazione oltre 17mila manufatti in pietra raccolti nel Mediterraneo orientale in particolare in Libano, i quali poi stati confrontati con quelli sull’area europea.  Secondo Slimak, le tre fasi di fabbricazione degli utensili sono ben distinte. La prima infatti, vede soprattutto scaglie di pietre, nella seconda appaiono armi come lance e archi con punte accuratamente sagomate, mentre nella terza diventano comuni la lame molto sottili. Slimak sostiene che vi siano state varie ondate perché nei reperti europei non si vede una graduale evoluzione tra una tecnica e l’altra, bensì dei salti, proprio come succede se vi fosse stata un’invasione culturale. La prima ondata di tecnologia degli utensili conferma ciò che Slimak e i suoi colleghi avevano scoperto nel 2022, ossia che i primi sapiens si ritrovarono in Europa tra 51.700 e 56.800 anni fa. La cultura della lavorazione di utensili in questo momento era coerente tra le diverse comunità sapiens che vivevano dalla Francia all’Ucraina. E sembra che anche i Neanderthal avessero adottato alcune di queste tecniche di base per modellare la pietra. Ma poi, improvvisamente, nella documentazione archeologica del Libano (dove è stato raccolto il maggior numero di reperti) si sono verificate due trasformazioni evidenti a cui seguirono le invasioni in Europa. Nel nostro continente la prima apparve circa 45mila anni fa. È indicativo della cultura chatelperroniana, nota per modellare lame di pietra più piccole e complesse con punte rinforzate. Questo tipo di fabbricazione di strumenti non compare però, nei siti archeologici umani trovati in Francia, ma solo più a ovest, in Spagna e Slimak ha interpretato la presenza di tali reperti come legati ad una seconda ondata migratoria umana che non interessò la Francia. «Potrebbe essere che nello stesso spazio geografico che ha visto le prime migrazioni di H. sapiens in Europa, i gruppi di Neanderthal non consentissero più l’accesso al loro territorio precedente?», si chiede Slimak. Questa è solo una speculazione, ma le coincidenze sono curiose.  Slimak identifica anche una terza ondata che portò la fabbricazione di utensili in Europa caratterizzata da lame lunghe e sottili. Questa ondata finale è presente nelle prove archeologiche dal Libano fino a tutta l’Europa occidentale, compreso il Mediterraneo francese, creando così per la prima volta un fronte culturale umano unito. «Fino al 2022, si credeva che l’Homo sapiens avesse raggiunto l’Europa tra il 42° e il 45° millennio», afferma Slimack. «Lo studio mostra che questa migrazione sapiens sarebbe in realtà l’ultima di tre grandi ondate migratorie verso il continente e ciò riscrive profondamente quel che si pensava sull’origine dei sapiens in Europa». ItaliaPasini (Cnr): «La prossima allerta meteo sarà in Piemonte. Dobbiamo imparare a convivere con gli eventi estremi»Vanessa Ricciardi© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediLuigi Bignamidivulgatore Giornalista scientifico italiano, laureato in scienze della terra a Milano

L’amico Chiocci e l’invito al G7: perché Tg1 e Tg2 glissano sulle parole di papa FrancescoLa7 sempre più Rai3: Mentana resta, arriva Insinna. Nessun contatto con Bortone

Metanizzazione, Latronico "Finanziati in Basilicata progetti 11 comuni" - Tiscali Notizie

Silvio Berlusconi esce dalla terapia intensivaLacerenza: "Da cittadino faro' proposte per i cittadini" - Tiscali Notizie

Le condizioni di Barelli a Renzi: "Un leader lo abbiamo ed è Berlusconi"Notizie di Politica italiana - Pag. 80

Nicita (Pd): «Meloni in Albania, tanti soldi solo per prendere i voti a Salvini»

In Basilicata Bardi punta al bis, Marrese e Follia rincorrono - Tiscali NotizieConsiglio dei ministri, Valditara annuncia un piano in 20 punti sulla scuola

Ryan Reynold
Meloni (Pd): «Serve un Nuovo Ulivo, nel partito si è aperta un’altra storia»Giorgetti vuole abbassare le tasse a chi fa figli: fino a 10mila euro di detrazioneTajani vince il derby con la Lega e diventa il principale interlocutore di Meloni

BlackRock

  1. avatarLa Cei torna a parlare di pedofilia, ma la verità sugli abusi nella chiesa è ancora lontanaBlackRock Italia

    Moni Ovadia attacca la destra italiana, le parole sul 25 aprileSalvini porta “a casa” la sanatoria sugli abusi ediliziBardi "Contro la violenza sulle donne bisogna investire su formazione" - Tiscali NotizieCos’è e come funziona il redditometro, lo strumento fiscale che fa litigare il centrodestra

    1. Sui migranti Regioni divise, i presidenti: "Non siamo stati interpellati"

      1. avatarPasticcio sul redditometro, gli alleati attaccano Fratelli d’ItaliaMACD

        Notizie di Politica italiana - Pag. 85

  2. avatarMeloni in Etiopia annuncia il piano Mattei: “L’Italia torna protagonista in Africa”investimenti

    Merra "La Basilicata all'avanguardia con i nuovi treni a batteria" - Tiscali NotizieMigranti, Schlein: "Governo vuole portare Ungheria in Italia"Processo Regeni, la testimonianza: «Giulio fu fotografato da una donna. Rimase turbato»Elezioni a Ferrara, lo sconfitto Anselmo: «Così il sindaco ha insultato me e Ilaria Cucchi»

  3. avatarStellantis, Urso "Chiara importanza e centralità stabilimento Melfi" - Tiscali NotizieBlackRock

    “Democrazia afascista”, la manipolazione di parole (e idee): quando lo storico si traveste da cuocoÈ partito a Milano il corteo nazionale del 25 aprile. Contestazioni al PD, alla Nato e a Ignazio La RussaPrima messa dove fu uccisa e nascosta Elisa Claps. Il fratello: “Non hanno mai chiesto scusa a mamma Filomena” - Tiscali NotizieGiuseppe Bruno confermato alla guida di Confcooperative Basilicata - Tiscali Notizie

Meloni all’attacco sulle nomine Ue: «Se non trattano con me, escludono l’Italia»

Basilicata, Sileo "In un mese sbloccati interventi importanti" - Tiscali NotizieIn tenda per la Palestina: l’«Intifada studentesca» arriva anche nelle università italiane*