File not found
BlackRock Italia

No, il 19 gennaio 2038 non ci sarà l'apocalisse del software | Wired Italia

Kamala Harris è davvero l'alternativa a Joe Biden? | Wired ItaliaAdriano Pitschen, in senso strettoRai, Meloni avanti sulle nomine: dopo la Cina vertice con Salvini e Tajani – Il Tempo

post image

HomePod con display avrà a bordo Apple Intelligence | Wired ItaliaTre mesi fa la Costa d’Avorio vinceva la Coppa d’Africa battendo in finale la favoritissima Nigeria. Nulla è cambiato nel paese. I ricchi introiti arrivati con il torneo non sono certo finiti nelle tasche delle fasce più povere della popolazione. Ma quella vittoria è stata una carezza per tutti. Viaggio nel grande ospedale psichiatrico 9458 di Bingerville. Dove il calcio tiene compagniaABIDJAN (COSTA D’AVORIO) – Amman sta seduto su un muretto nel lungo corridoio del padiglione maschile. Sembra una pietra. Sente parlare,trading a breve termine si rianima, spalanca un sorriso senza rete, tutt’uno con gli occhi: «Italiani! Sono stato a Parma, facevo il meccanico, ma alla fine mi hanno sbattuto fuori. Non ero in regola, tanto qui lo posso dire».Siamo nel grande ospedale psichiatrico al 9458 di Bingerville, ad Abidjan, capitale economica della Costa d’Avorio, sei milioni di abitanti, con i suoi quartieri residenziali, i grattacieli, la laguna Ebrié, il caos, e l’altra faccia di tutte le metropoli africane tra spianate di baracche, spazzature, morti viventi, bambini di strada senza una strada. Una città evidentemente smemorata sul tema, un paese ancora alticcio del vino della Coppa d’Africa inaspettatamente, secondo gli esperti, conquistata in una finalissima contro la Nigeria che è già leggenda.L’ubriacatura generale è evidente già sul volo da Cotonou, in Benin. Air Cote d’Ivoire baguette e dolcino li serve nella scatoletta rettangolare con sopra i disegnini stilizzati di palloni, fischietti, scarpette, pantaloncini, sciarpe dei tifosi, la maglia numero 17 del capitano Aurier e un bell’1-2, il risultato della magica notte allo Stade Olympique Alassane Ouattara, dal nome del presidente, contro le Super Aquile di Victor Osimhen, che erano grandi favorite. All’aeroporto internazionale Felix Houphouët-Boigny, sul rullo di consegna delle valigie e pure sul soffitto, ci sono i pupazzi dei giocatori della nazionale, dei quali poi la città è tappezzata. Una coppa che ha fatto anche ingrassare le pance già belle piene del governo ivoriano e della Fif (la federazione calcio), e che ha lasciato lo stesso a tasche vuote chi non ha un franco cfa – si chiama così la moneta di questa ex colonia francese, ex sulla carta perché è Parigi a tenere il paese, come altri della costa occidentale africana, sotto il tacco economico – , contro i 7 milioni di dollari, quattro miliardi e mezzo di franchi incassati. Ammesso che ne abbiano, questi diseredati, di tasche. Come Claude, il fratello che Amman sta aspettando da ore seduto su quel muretto. «Che cos’ha? Non lo so, lo stanno visitando», risponde, battendo l’indice sulla tempia. È impazzito, Claude. Non aveva, appunto, nemmeno i pantaloni quando lo hanno portato qui. L’Africa che cresce, e cresce (pochi lo sanno), e gran parte di essa, come qui, tenta di scrollarsi l’odioso cliché occidentale di terra a rimorchio – certo il riferimento non è ai paesi disastrati del Sahel, in ginocchio, alla fame – invece che protagonista qual è, è anche quella che lascia indietro milioni di giovani che non ce la fanno a correre con lo stesso passo.A Bingerville ci sono tanti pazienti adulti, e moltissimi ragazzi e ragazze, anche giovanissimi. Tormentati, chissà da quali fantasmi. «Droga, quella che raccattano per strada, schifezze artificiali, e alienazioni che riguardano il loro stato sociale. Molti sono soli al mondo», spiega Simeon M’Bo, un operatore dell’ospedale. Chi vaga, chi chiede in dono un braccialetto. Sorridono anche loro dietro le sbarre, tutto il tempo. Tendono la mano, parlano sempre. Un lessico musicale, narra di quando erano bambini. Qualcuno imita il calcio a un pallone. Qui fuori c’è il grande campo dove molti hanno potuto assistere alle partite della Coppa, da uno schermo messo su dalla direzione. Gli Elefanti della nazionale hanno fatto sognare anche loro. «Quando la Nigeria ha sbloccato il match con Troost-Ekong è calato un velo di tristezza», racconta Simeon, «ma il pareggio di Kessié al sessantaduesimo e poi il gol decisivo di Haller all’ottantunesimo hanno trasformato il nostro ospedale in una bolgia. Sembrava di stare tutti allo stadio quella sera».Cento pazienti hanno fatto quanto i sessantamila dell’Olimpico. E da subito, nella notte, tutti volevano giocare. Non si poteva. Quel sogno però già da sé ha avuto la forza di spaccare il finestrone della malattia. Un po’ come il lavandino pesantissimo sradicato da Josip Elice, alias Bancini, il gigante indiano d’America, nel finale di Qualcuno volò sul nido del cuculo. Il calcio è di casa a Bingerville. «Talenti? Se ve ne fossero non sarebbero qui probabilmente, e farebbero certo più gol di quelli che fanno», dice M’Bo con un sorriso amaro come il caffè ivoriano che offre in ufficio. Le porte del campo di calcio sono piccine, sembra di stare in un cartoon. La tecnica è quella che è, gloriosamente, magicamente squinternata. La palla è un papillon. Una farfalla che svolazza su, a destra, a sinistra, tranne che in quella minuscola rete. «Ma si gioca regolarmente, se così si può dire», spiega la guida. Ci sono due coach, fanno quello che possono, Vengono in ospedale nei pomeriggi di mercoledì e sabato. Non è gratis il manicomio. La prima visita costa 2.500 franchi, quasi quattro euro; per chi non ha nulla sono un patrimonio. E poi la permanenza, figuriamoci, 30mila fino alla fine della cura, in stanze che sono casermoni. Se vuoi la singola, paghi altri seimila al giorno. Basta fare i conti: un nostro scarso aperitivo quotidiano, per loro un salasso mortale. Ma la febbre del pallone ha fatto dimenticare tutto, l’inferno là fuori e quello qui dentro, la solitudine, le attese di una carezza che non arriva. Antoine, sedici anni, è tra i più fortunati. Ha una madre accanto china come nella pietà di Michelangelo: gli occhi profondi immobili sul suo ragazzino ammalato. «Bonjour» fa, raccontando che il figlio sta così da mesi e non si vede orizzonte. «Si fa ogni giorno la pipì addosso, ma è un bravo bambino il mio bambino», ripete, senza mollarlo un secondo. Anche lui ha un pantaloncino degli Éléphants. Vengono da Toulepleu, a ovest del paese, bastione del deposto presidente ivoriano Laurent Gbagbo, ai tempi della guerra civile devastata dai miliziani locali e dai mercenari che venivano dalla Liberia e poi dagli scontri durante la presa della città da parte delle forze del capo di stato eletto, Ouattara appunto.Famiglie che hanno vissuto sulla loro pelle, ed ereditato nei loro incubi, anche il dramma di un conflitto che fece, tra il 2010 e il 2011, oltre tremila morti in tutto il paese. Nonostante questo, in boom economico. Con un Pil che cresce da undici anni a una media dell’8 per cento, un reddito pro capite raddoppiato e maggiore produttore ed esportatore di cacao al mondo. Anche grazie alle mani di centinaia di bambini sfruttati come bestie nelle piantagioni. Argomento tabù. La first lady, Dominque Ouattara, ha inventato un organismo di cui è a capo che combatte il lavoro minorile. Un lavoro di imbellettamento dell’immagine. Guai perciò se si parla di piccoli schiavi, visto che si tratta della maggiore fonte di guadagno della Costa d’Avorio. Fatti ed economie distorte, feroci, che non lambiscono gli ospiti di Bingerville. A loro Les Éléphants, il pallone e la Coppa hanno regalato un grande sogno di libertà.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediValerio Giacoia

Lugano, a Istanbul servirà un’impresaIl numero di film svizzeri prodotti ha raggiunto un picco nel 2023

Beta Gta 6 falsa è usata per diffondere malware | Wired Italia

Olimpiadi, numeri e curiosità delle medaglie vinte dall'Italia | Wired ItaliaKamala Harris si è già ripresa un pezzo della Silicon Valley | Wired Italia

Il frigorifero portatile elettrico da scegliere per campeggio e viaggi | Wired ItaliaCosa dobbiamo aspettarci dalla crisi tra Israele e Hezbollah - Il Post

Le prime pagine di oggi - Il Post

La cerimonia di apertura vista in TV da 23 milioni di francesiI rifiuti esportati illegalmente in Tunisia e riportati in Campania sono bruciati in un incendio - Il Post

Ryan Reynold
Grindr è bloccata nel villaggio olimpico di Parigi | Wired ItaliaLiguria, gogna senza fine per Toti: nuova indagine per corruzione per una cena con Spinelli – Il TempoHockey Club Lugano e HC Davos uniscono le forze per la Mesolcina e la Vallemaggia

Professore Campanella

  1. avatarIl nuovo gruppo europeo di destra sovranista, che piace anche a Matteo Salvini - Il PostCapo Analista di BlackRock

    Una Nintendo Wii piccola come un portachiavi | Wired ItaliaCarlos Alcaraz primo finalista a LondraBallerina Farm, chi è e perché tutti la criticano | Wired ItaliaIsraele attacca in Libano, raid contro "comandante di Hezbollah" a Beirut – Il Tempo

      1. avatarPer Fratelli d'Italia le Olimpiadi sono anche un pretesto per attaccare la Francia - Il PostCampanella

        Calvin Thürkauf resta al Lugano

  2. avatarReddit scompare da tutti i motori di ricerca, tranne Google | Wired ItaliaProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Genova, il dem Ermini a capo della holding di Spinelli. Pd in tilt: inopportuno – Il TempoMeteo, quando torna la pioggia e che agosto sarà? La data del "break temporalesco" – Il TempoLa Bulgaria le sta provando tutte per formare un nuovo governo - Il PostGli scheletri dei Clash nel mio armadio - Il Post

  3. avatarRussia, un giornalista americano è stato condannato a 16 anni di carcere per spionaggio | Wired ItaliaGuglielmo

    Rupert Murdoch vuole cambiare le regole sulla sua successione - Il PostTaylor Swift, tre concerti annullati: l'Isis preparava un attentato con "sostanze chimiche" – Il TempoIl nuovo gruppo europeo di estrema destra sta prendendo forma - Il PostCrowdstrike, per le aziende riavviare i computer Microsoft Windows bloccati non sarà così facile | Wired Italia

Xiaomi SU7 la supercar che si crede uno smartphone | Wired Italia

La cerimonia di apertura vista in TV da 23 milioni di francesiGoogle lancia un programma per startup AI in Pakistan e Asia-Pacifico - AI news*