Ragazzina undicenne arsa viva a Biasca a causa di infiltrazioni di benzinaVirginie Viard non aveva gusto? - Il PostL’AI e il mondo del lavoro: applicazioni quotidiane e nel recruiting - AI news
Roma, viaggio nell'inferno dei bus. Temperature da collasso – Il Tempoarchivio COMMENTA E CONDIVIDI In carcere con Boezio,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock per riscoprire la propria esistenza. Il riscatto passa anche per l’aula di filosofia. O meglio è la filosofia a uscire dall’accademia e ad andare nei luoghi di fragilità e sofferenza. Come gli istituti di pena, sovraffollati e dove il suicidio non è quello degli stoici antichi, ma il frutto di condizioni disperanti. «La filosofia è stata importante per la mia vita. Quindi a un certo punto mi sono chiesto, se ha aiutato me perché non può aiutare altre persone?». José Barrientos Rastrojo, professore all’Università di Siviglia ha messo in pratica questa intuizione e oggi dirige il progetto Boecio, piattaforma di filosofia applicata per persone a rischio di esclusione sociale. Studi di infermeria alle spalle, ha poi intrapreso gli studi filosofici che lo hanno portato a scrivere numerosi articoli e libri. Nel suo percorso essenziale è stata l’attività di counselling filosofico, pratica sulla quale ha sostenuto, primo in Europa, la tesi di dottorato. È stato fellow del Csic (il Consiglio nazionale delle ricerche spagnolo) e ha proseguito gli studi a Harvard, Princeton, Cambridge e in Messico. Il progetto, finanziato dall’Ue, è stato ieri al centro dell’incontro “Filosofia esperienziale in prigione e in altri ambienti di vulnerabilità” nell’ambito del XXV congresso mondiale di filosofia di Roma, A parlarne sono stati lo stesso Barrientos, Victor Rojas e Victoria Sarmiento, entrambi colombiani, e il messicano Angel Alonso. Spagna, Argentina, Brasile, Colombia e Messico sono i paesi in cui il progetto è presente in una trentina di istituti. Contatti sono in corso anche in Italia, Finlandia, Russia, Usa e India. Nei penitenziari dove svolgono la loro attività in Colombia e Messico i filosofi coinvolgono in media gruppi di 3-400 detenuti. Una prigione brasiliana ha offerto al gruppo di lavorare con tutta la popolazione del carcere (9mila persone). «Abbiamo detto di no, perché eravamo all’inizio. Ma penso che ora ce la potremmo fare», dice il filosofo con ottimismo. Quando nasce il progetto? «Nel 2007, quando un mio collega all’Università, Edoardo Vergara, ha iniziato a fare dei seminari in prigione. All’inizio eravamo tre, ora siamo una trentina. Abbiamo iniziato un progetto sperimentale di ricerca per scoprire non solo che la filosofia può aiutare queste persone, questo lo sapevamo già. Per capire se i risultati con loro sono reali abbiamo creato dei protocolli, in modo da misurarli quantitavamente, ma soprattutto qualitativamente. Per me l’esperienza qualitativa è molto più importante. Si vede la differenza nel modo di narrasi filosoficamente di una persona all’inizio e alla fine del progetto. Sviluppiamo questi seminari in sei mesi in ciascun gruppo, diamo dei testi e poi alla fine facciamo delle interviste nei focus group, per cercare di capire le differenze tra i vari gruppi. Abbiamo scoperto che le persone sono più resilienti, più aperte mentalmente, hanno una migliore regolazione delle loro emozioni, o detto in termini filosofici, un migliore governo delle loro passioni, sono più critici, scoprendo come l’ideologia del sistema criminale plasma le loro vite. Sviluppano infine ragioni esistenziali per vivere». C’è un confine tra la vostra attività e quella dello psicologo? «La cosa importante per noi è che dobbiamo fare filosofia e non psicologia. Niente contro la psicologia, pensiamo che grandi psicologi come William James e Karl Jaspers sono passati alla filosofia. Noi aiutiamo le persone educandole al pensiero critico, ma non faccia gli psicologi». Sui quali filosofi vi basate nei vostri seminari? «L’ispirazione principale è quella stoica: Marco Aurelio, Seneca, Epitteto. Ma lavoriamo anche con Zenone di Cizio, Crisippo, Musonio Rufo. La cosa importante è che noi non facciamo parte del movimento del neostoicismo. Loro usano la filosofia per normalizzare, per introdurre le persone nel sistema economico. Noi invece le trasformiamo, per render critiche verso il sistema». Con quale metodo? «L’idea è quella del Ginnasio filosofico. Si allenano le proprie abilità. Nei sei mesi di cui dicevo abbiamo una breve sessione alla settimana con degli eserciz. E le persone tengono un diario. Diamo poi dei testi filosofici e loro devono scrivere delle meditazioni, alla Marco Aurelio. Alla fine c’è un esercizio pratico su temi come “diacrisis”, “memento mori”, esercizi di focalizzazione, di sviluppo del pensiero critico. Anche sulle immagini. In modo che in esse scoprano l’ideologia del sistema che vi è insita. O, per dirla con un autore italiano, Mario Perniola, come la società influenza ciò che noi sentiamo. Aiutiamo le persone a capire come non si tratti di idee, ma di esperienza. La questione non è tanto cosa provi, ma perché provi ciò che provi. Questa è la questione filosofica». Qualche esempio di persona che ha incontrato che l’ha colpita? «Di recente una 18enne in Colombia che non partecipava molto e si addormentava durante i seminari. Una ragazza molto curata. Ho chiesto perché una ragazza così giovane e bella fosse lì. Mi hanno spiegato che molte ragazzine, anche di 12 anni, si sottopongono a chirurgia estetica per il sogno di diventare un giorno la moglie di un narcotrafficante. Il problema è che, se accade, dopo poco il boss le denuncia alla polizia e cambia donna. In Brasile un uomo aspettava di uscire di prigione con l’obiettivo di uccidere la moglie, che considerava causa dei problemi della sua vita. Dopo le sessioni filosofiche si è reso conto che, nella loro situazione, lei era la persona buona, non la cattiva. E ha detto che quando fosse uscito, sarebbe andato a ringraziarla. La trasformazione è una questione di ermeneutica».
Astronomy Photographer of the Year 2024, le spettacolari immagini candidate | Wired ItaliaDonts non solo look – Il Tempo
Teoria della regolarità ellittica, che cos'è | Wired Italia
L'intelligenza artificiale per la prevenzione dei reatiZerocalcare al Wired Next Fest 2024 di Milano: “I fumetti non vengono mai presi sul serio” | Wired Italia
Variazioni su una scatola di latta - Il PostCos'è Veep, la serie tv che ha “anticipato” la corsa di Kamala Harris alle presidenziali Usa | Wired Italia
The Mask dopo 30 anni rimane una spumeggiante, fantastica follia | Wired ItaliaLa spettacolare sfilata di Rick Owens a Parigi, con 200 modelli e modelle - Il Post
Cos’è il metaverso? Potenzialità e rischi dei ‘nuovi’ mondi virtuali - AI newsIl giardino segreto di Villa Brasini – Il TempoRenault Captur, un'ibrida efficiente ed equilibrataCinquant’anni di Volkswagen Golf, da un successo all'altro
Cern, i progetti futuri del centro che quest'anno compie 70 anni | Wired Italia
Le piogge potrebbero aver «rovinato» la Senna
Olimpiadi, caso nel judo: squalifica con giallo, Israele grida al boicottaggio – Il TempoNiente come la voce umana - Il PostUna Cuvée dai migliori vitigni di montagna – Il TempoBalena, forse abbiamo trovato una specie rara | Wired Italia
Battiti Live, i boxer di Mahmood scatenano Ilary Blasi: botta e risposta sul look – Il TempoCome risponderà Israele al razzo lanciato su Majdal Shams?Uno come Yamal nell'Italia non potrebbe giocare - Il Post«Il ritorno di Kubalik? In questo momento non è realistico»