Papà single grazie all'adozione: «A 23 anni un tumore mi ha lasciato sterile, per avere un figlio non ho aspettato una moglie»Its Incom accoglie studenti da tutta Italia. A Legnano nuovi alloggi a condizioni agevolate e formazione di alto livello con laboratori all’avanguardia - ilBustese.itMilitanti di Casapound aggrediscono un giornalista: calci e minacce fuori dal locale di estrema destra. Solidarietà da Meloni
«Il suo cane molosso è senza guinzaglio» e viene massacrato di botte dal padrone in pizzeriaRagazzi al lavoro - Archivio COMMENTA E CONDIVIDI Prima degli anni della pandemia le imprese lamentavano la carenza di almeno il 25% della forza lavoro richiesta,investimenti oggi si è al 50% e per alcuni profili più specializzati si arriva al 60% o anche al 70%, generato dalla mancata risposta alle proposte delle imprese e dalla mancata corrispondenza dei requisiti dei candidati che si presentano alle selezioni. D’altro lato si ha un’eccedenza di offerta di figure professionali non richieste, dovuta al disallineamento della attuale offerta formativa a livello nazionale. È un fenomeno paradossale: conosciuto come mismatching. Il lavoro c’è, ma non ci sono i lavoratori. Una tendenza sempre più diffusa, non solo in Italia. La Commissione Europea ha individuato 42 settori in difficoltà. Gli studi di Unioncamere confermano l’urgenza della crisi che si presenta principalmente dal lato dell’offerta. Nel rapporto Previsioni dei fabbisogni occupazionali e professionali in Italia a medio termine (2024-2028) si esplicita che in Italia gli imprenditori nel 2023 hanno riscontrato difficoltà di reperimento del personale: ben il 45% delle assunzioni, pari in termini assoluti a 2,5 milioni. Secondo Eurostat, nel nostro Paese il tasso di posti vacanti (rispetto a quelli disponibili) è pari all'1,9% nel 2022, inferiore alla media europea del 2,8%, ciò evidenzia un mismatch tra esigenze del mercato del lavoro e competenze. Da un lato le imprese italiane non riescono a trovare talenti per coprire posizioni specifiche che richiedono un alto livello di formazione, dall'altro assistiamo a una polarizzazione verso materie Stem, che tuttavia non riesce ancora a soddisfare la domanda. I profili scientifico-tecnologici continuano infatti a essere carenti dal lato dell’offerta nel mercato del lavoro anche a causa di denatalità, abbandono scolastico e Neet (giovani che non studiano e non lavorano). Per esempio l'anno scorso le aziende hanno inutilmente richiesto oltre 47mila diplomati degli Its-Istituti tecnici superiori Academy, trovandone solo poche migliaia. I profili difficilmente reperibili sono quelli dell’area elettronica, informatica e meccanica e l’area geografica con la maggiore richiesta è il Nord-Ovest. Mancano in particolare le competenze digitali trasversali.Ma anche l'alta manifattura non trova professionisti. Centoquarantaquattro miliardi di euro, il 7,5% del Pil italiano. E 276mila nuovi professionisti da assumere nei prossimi cinque anni, ma che in metà dei casi non saranno trovati. Sono i numeri snocciolati dalla Fondazione Altagamma. Le eccellenze del made in Italy continuano a trainare l'export anche in momenti difficili, come ha puntualizzato il ministro delle Imprese Adolfo Urso: «Siamo l'unico Paese del G7 che negli anni di crisi della globalizzazione, dalla pandemia alla guerra sia cresciuto di più sui mercati globali, il 48% in più». Successi che non bastano, però, a convincere i giovani a scegliere questo settore, anzi. Secondo uno studio di Altagamma e Unioncamere, per le 276mila figure ricercate tra 2024 e 2028 - 40mila in più rispetto alle stime del 2019 - in quasi il 50% dei casi le imprese avranno difficoltà a reperire il personale. Le motivazioni, secondo il presidente di Altagamma Matteo Lunelli, sono «mancanza di aspirazione» e «assenza di formazione» dei giovani. Un «mismatch tra domanda e offerta» che si scontra con una disoccupazione giovanile attorno al 20%, ha proseguito Lunelli. La soluzione di Urso è il liceo del Made in Italy. Lo stesso che ha raggiunto appena 506 iscritti al primo anno. «Può contribuire a formare le competenze che servono alle imprese» dell'alta gamma, ha dichiarato. I giovani, per il ministro, devono «capire che il diploma nel Made in Italy è una buona scelta per la loro formazione». Intanto, però, le aziende del lusso si sono già attivate. È alla sua terza edizione il progetto di Altagamma Adotta una scuola, sviluppato insieme al Mim, che vede le imprese collaborare con gli istituti scolastici del territorio per la realizzazione di percorsi scuola-lavoro in grado di trasformare i ragazzi nei professionisti dell'alta manifattura del futuro.Mentre secondo i risultati della ricerca Occupazione e mismatch nel turismo e nel terziario, svolta dall’Università Cattolica del Sacro Cuore, il settore del commercio e del turismo avrà bisogno di 760mila nuovi occupati entro il 2027. Un problema che già ora colpisce le imprese del turismo con il 47% che fatica a trovare personale a causa del mismatch tra le competenze richieste e quelle possedute dai candidati. Emerge inoltre che le principali figure richieste sono addetto al front office, cameriere di sala, portiere di notte e cameriere ai piani con la maggior parte dei candidati nelle aree operative che ha un’esperienza inferiore a due anni. Assolombarda: le Academy aziendali per arginare il "mismatch"Assicurare ai propri collaboratori un aggiornamento continuo delle competenze; gestire, preservare e trasmettere la conoscenza, sia esplicita che tacita, delle organizzazioni; governare la crescente domanda di sviluppo professionale da parte dei collaboratori. È attraverso queste lenti che Assolombarda ha presentato una ricerca dedicata alle Academy aziendali, alla luce della progressiva diffusione di tali realtà tra le aziende associate, anche di piccole e medie dimensioni. La ricerca analizza le buone pratiche di 15 imprese per ricostruire lo stato dell'arte e le prospettive di evoluzione futura delle Academy aziendali. Negli effetti, le Academy si configurano come delle vere e proprie «lifelong» e «life-wide school», visto il focus sempre più ampio e la funzione sempre più profonda cui assolvono, che va dall’aggiornamento tecnico e della crescita dei collaboratori, fino a una prospettiva che attiene anche alle soft skill, all’approccio al lavoro, alla cultura d’impresa. Il tema delle Academy aziendali, racconta la ricerca, è tornato al centro dell’attenzione per una serie di ragioni: l’ulteriore salto tecnologico verso piattaforme digitali che consentono sia una gestione sempre più efficace di percorsi in formato ‘blended’ sia esperienze formative sempre più immersive; il definitivo affermarsi del paradigma della learning organization in cui i processi di generazione, condivisione e sviluppo di conoscenze e competenze diventano la fonte primaria di vantaggio competitivo; la necessità di assicurare ai propri collaboratori un aggiornamento continuo delle competenze, sia dal punto di vista tecnico, sia per favorire l’attrazione e la retention dei talenti. Nell’analisi emergono tre tratti distintivi: l’attenzione alle persone, l'espansione oltre i confini aziendali e il ruolo nell'innovazione e nel cambiamento. Queste realtà si configurano come veri e propri centri di apprendimento lungo tutto l'arco della vita professionale, influenzando non solo l'organizzazione stessa, ma anche la rete di partner e fornitori. Le Academy sono vitali nell'affrontare lo skill shortage, collaborando con istituzioni, fornitori e comunità.Lo sviluppo delle Academy aziendali si in quadra in uno scenario secondo cui l’Italia si colloca ancora lontano dall’obiettivo del Consiglio europeo per il 2025 che, per i 25-64enni, fissa un minimo per il tasso di partecipazione alle attività di istruzione e formazione pari al 47%. Inoltre la quota di laureati di cui può disporre il mercato del lavoro italiano è ancora troppo bassa rispetto al panorama europeo: l’incidenza dei laureati sulla popolazione di 25-64 anni e 30-34 anni è pari al 21,6% e al 29,2% nel 2023. La Lombardia presenta tassi migliori della media nazionale (rispettivamente il 23,5% e il 33,7%) ma ancora troppo distanti dai benchmark oltre confine (per esempio, in Catalogna l’incidenza di laureati tra i 30 e i 34 anni sfiora il 57% nel 2023). Attraverso l’indagine Excelsior le imprese segnalano difficoltà di reperimento di alcune figure professionali: operai specializzati (63,6%), professioni tecniche (52,2%), conduttori d’impianti (49,9%) e professioni high skilled (46,5%).La stessa Assolombarda, in tal senso, ha presentato una ricerca sulle professioni del futuro. Lo studio è stato condotto da Emilio Colombo, professore dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, in collaborazione con il Centro Studi dell’Associazione. Oggetto di analisi sono gli Oja-On line Job Advertisements, ovvero le offerte postate sui siti web, che forniscono uno spaccato delle skill e delle competenze richieste per ogni occupazione. Il rapporto analizza il mercato del lavoro lombardo, focalizzandosi su intelligenza artificiale, lavoro a distanza e competenze green. Dal 2013 al 2023, il numero di annunci di lavoro on line in Lombardia è cresciuto significativamente, evidenziando una notevole dinamicità del mercato del lavoro, con quasi 800mila annunci nel 2023. Nonostante lo shock pandemico abbia in qualche modo congelato alcune tipologie di richieste, la Lombardia ha mostrato una rapida ripresa rispetto al resto d'Italia. Le Oja evidenziano una predominanza di professioni altamente qualificate, specialmente a Milano, mentre nelle province di Pavia, Lodi e Monza prevalgono le professioni tecniche. Tra il 2019 e il 2023 si nota una crescita delle professioni a minore qualifica, segnale di una progressiva polarizzazione del mercato del lavoro. Mediamente il 40% degli annunci si riferisce a occupazioni, prevalentemente high skill, caratterizzate da un elevato grado di esposizione alla Ia. Il 36% degli annunci si riferisce invece e professioni prevalentemente low skill, e a occupazioni meno esposte alla Ia.Formazione e buone pratiche«La formazione diventa strategica in una fase come questa, con il mercato del lavoro caratterizzato da un forte mismatch, a cui si aggiunge un pesantissimo calo demografico. Aumentare le competenze con una formazione mirata è la chiave per affrontare questi problemi». Lo ha detto il segretario generale Asfor Mauro Meda. «Le imprese, quando fanno formazione, devono avere chiari gli obiettivi e i bisogni a cui devono rispondere - le parole di Meda -. È un tema strategico, perché in Italia la situazione normativa è ottima, in alcuni casi addirittura migliore di altri paesi, ma ci è mancata la capacità di valutare l'efficacia dei processi di formazione. Non a caso Asfor ha creato nel 1989 il primo sistema di valutazione della formazione manageriale. Se non ho la capacità di valutare, non posso neanche capire se questa formazione mi stia costando tanto o poco, perché magari pago poco una formazione scadente che, come conseguenza, produrrà diversi danni e perdite». «Chi parla adesso di Ia - ha aggiunto il segretario generale Asfor - non si rende conto che sono anni che ci stiamo confrontando con queste tecnologie. Personalmente, penso sia necessario che ogni attore del sistema della formazione faccia la sua parte, cercando di collaborare per superare le sfide che ci attendono. Abbiamo una filiera di piccole e medie imprese che ha bisogno di essere messa a sistema».Sono oltre 22mila i corsi e oltre 410.380 le ore di formazione gratuita e non obbligatoria sulle competenze digitali erogate da Manpower ed Experis negli ultimi otto mesi alle lavoratrici e lavoratori con un contratto di somministrazione a tempo indeterminato. Questi i numeri del progetto di upskilling rivolto a persone assunte in staff leasing partecipanti al programma MyPath, lanciato da Manpower a novembre dello scorso anno per fronteggiare il digital mismatch, che interessa sempre di più il mondo del lavoro, e favorire una maggiore opportunità di carriera. L'Italia, infatti, con il 54% della popolazione che ancora non possiede le competenze digitali di base, si posiziona in 18esima posizione nella graduatoria che misura i progressi dei 27 Paesi europei in termini di digitalizzazione dell'economia e della società, segnando così un importante ritardo (primo Rapporto sullo Stato del Decennio digitale). I corsi di formazione sono stati offerti alle oltre 13mila persone assunte con somministrazione a tempo indeterminato e la preferenza per i percorsi digitali è stata netta: nell'attuale rivoluzione tecnologica non è solo indispensabile per le aziende riuscire a far evolvere le competenze delle persone, ma è imprescindibile per le persone - che lo confermano scegliendo la formazione sulle skills digitali - potersi dotare degli strumenti per poter assumere ruoli in grado di governare l'Ia e ritrovare quindi fiducia in questa rivoluzione tecnologica.La Regione Lombardia ha deciso di dare battaglia al mismatch: non solo con i fondi destinati alla formazione, ma anche con una app. Stanziati ulteriori 10,4 milioni di euro per l'istruzione tecnica e professionale, confermando un impegno crescente nel sostegno a questi percorsi formativi. Nel decreto pubblicato sul Burl-Bollettino Ufficiale regionale, che approva l'elenco dei nuovi corsi di Ifts-Istruzione e Formazione Tecnica Superiore per l'anno formativo 2024-25, è infatti prevista l'attivazione di 92 corsi, numero in aumento rispetto agli anni precedenti. Ogni corso ha una base minima di 15 allievi ciascuno, arrivando a coinvolgere in totale circa 1.500 studenti. Sempre più aziende si affidano ai percorsi Ifts, riconoscendo il valore di una formazione altamente specializzata e professionalizzante. In pratica, un vero e proprio boom di iscrizioni, segno che i giovani e le loro famiglie vedono in questi percorsi una risposta concreta alle esigenze del mercato del lavoro. I corsi Ifts offrono infatti un'opportunità unica per acquisire competenze tecniche avanzate e facilitare l'ingresso nel mondo del lavoro. I percorsi di Ifts rappresentano una risposta concreta ed immediata al problema del mismatch tra domanda e offerta di lavoro. In un contesto economico in cui molte aziende faticano a trovare profili lavorativi altamente specializzati, questi iter formativi rappresentano una soluzione efficace e tempestiva. Sono infatti corsi progettati per colmare le lacune di competenze specifiche che i programmi di studi tradizionali non riescono a soddisfare pienamente. Grazie alla stretta collaborazione con le imprese e le realtà produttive del territorio, i percorsi Ifts offrono una formazione mirata e applicabile direttamente nel mondo del lavoro. Questo non solo aumenta l'occupabilità dei giovani, ma fornisce anche alle aziende i profili professionali di cui hanno bisogno per innovare e crescere. In particolare, i percorsi Ifts si concentrano su settori chiave e tecnologie emergenti, garantendo che gli studenti acquisiscano competenze all'avanguardia e siano pronti ad affrontare le sfide del mercato globale. Regione Lombardia inoltre ha lanciato LabLab, una web app che mette direttamente in contatto gli studenti degli ultimi due anni delle scuole superiori e le aziende. «I dati di contesto li conosciamo: ogni anno aumentano il numero di fiere ed eventi per colmare il gap tra domanda e offerta di lavoro, ma ogni anno sembra che il mismatch non smetta di aumentare. Le aziende non trovano più lavoratori in tantissimi settori, siamo oberati di richieste sui giornali», racconta l'assessora regionale a Istruzione, Formazione e Lavoro Simona Tironi. Sulla piattaforma gli studenti potranno visitare i profili delle realtà produttive, scegliere quella che gli interessa di più e prenotare, a seconda delle disponibilità di date e orari fornite dalle aziende, la loro Job Experience. Al via SkillUp, la tua strada nel mondo del lavoro, il progetto promosso da Generation Italy insieme con Fondazione Adecco, con la collaborazione dell’Anci-Associazione nazionale Comuni Italiani, Anitec-Assinform, Fondazione per l’Educazione Finanziaria e al Risparmio (FEduF) e Save the Children, e finanziato dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con l’obiettivo di formare e accompagnare al lavoro 550 giovani disoccupati, inoccupati, sottoccupati e Neet, provenienti da tutta Italia, su professioni digitali molto ricercate dalle imprese. SkillUp vuole rendere accessibile a giovani tra i 18 e i 34 anni senza alcuna conoscenza tecnica o esperienza professionale pregressa e che intendono intraprendere percorsi professionali in ambito digitale le opportunità offerte dal mercato del lavoro, contribuendo a contrastare lo skill mismatch che oggi rappresenta una delle cause paradossali della disoccupazione giovanile. Il progetto, la cui formazione è erogata completamente online al fine di facilitare la partecipazione dei giovani su tutto il territorio nazionale, si articola in 22 classi, ciascuna della durata di massimo 14 settimane in formula full-time (dalle 9 alle 18). I percorsi, inclusivi, esperienziali, intensivi e completamente gratuiti, sono finalizzati alla formazione delle figure professionali più richieste in ambito tecnologico: Data Engineer (15 settimane), Java Developer (14 settimane), Cloud Specialist (14 settimane), System and Cybersecurity Analyst (10 settimane), Salesforce Developer (14 settimane) e Dot Net Developer (14 settimane). Oltre alla formazione tecnica, gli studenti e le studentesse avranno l’opportunità di maturare competenze soft, attitudinali e trasversali (problem solving, team work, comunicazione) grazie ad un percorso di tutoraggio. Al termine del percorso formativo a tutte le studentesse e studenti è garantito almeno un colloquio di lavoro con aziende del settore attivamente alla ricerca di queste professionalità. Per accedere ai corsi non sono richieste né competenze pregresse, né titoli di studio o esperienze professionali, i candidati e le candidate non dovranno lavorare o essere iscritti a corsi di studio: è sufficiente iscriversi alla pagina dedicata sul sito di Generation Italy e sostenere un breve test on line su abilità logico-analitiche, cui seguirà un colloquio individuale a verifica della motivazione e dell’attitudine.BWH Hotels Italia & Malta e HIA, acronimo di Hospitality Innovation Academy, annunciano una nuova partnership che rafforza i progetti di formazione portati avanti dal più grande gruppo alberghiero in Italia con 170 hotel a marchio Worldhotels, Best Western e SureStay Hotels. HIA, nata nel 2021 in partnership per la didattica con HIM Hotel Institute Montreux del gruppo Swiss Educational Group, sesta al mondo tra le scuole di ospitalità secondo il QS World University Rankings. Grazie all’unione di BWH Hotels Italia e Malta e HIA nasce la prima Hotel Academy in Italia basata in hotel che definisce nuove traiettorie di competenza per i manager di domani e apre le porte al mondo del lavoro. Oltre all’Hotel Academy presso il WorldHotels Crafted Mulino di Firenze, la partnership tra HIA e BWH Hotels Italia & Malta permette di proporre un’offerta diretta in tre direzioni: alle nuove risorse, sia con moduli brevi propedeutici al recruiting e alla formazione di figure professionali sia con corsi di lunga durata, allo staff degli hotel BWH con moduli brevi indirizzati alla figura richiesta e, infine, a gruppi omogenei con percorsi interni dedicati a specifici cluster come la Next Generation, General Manager, Staff direzionale. L’obiettivo è offrire alta formazione nel management alberghiero e turistico, una specializzazione ambita e ormai manifestamente imprescindibile nei settori dell'hôtellerie e del food & beverage, del luxury di tutto il mondo. Nello specifico, per quel che riguarda l’Hotel Academy, il percorso di studi prevede due anni di formazione in Italia presso lo Student Campus dell’Accademia, ospitato dal WorldHotels Crafted Mulino di Firenze, albergo 4 stelle superior situato sulle rive dell’Arno, e l’ultimo e terzo anno a Montreux in Svizzera. I primi due anni presso l'Hotel Il Mulino di Firenze iniziano a ottobre e terminano a marzo, mentre da aprile a settembre gli studenti mettono in pratica le conoscenze acquisite attraverso stage curricolari presso aziende partner di HIA. Questo biennio ha lo scopo di offrire agli studenti un luogo dove è favorita la contaminazione tra attività didattica e un ambiente lavorativo operativo. Sono previsti modelli didattici e piani formativi, studiati con l’obiettivo di abituare gli allievi a prendere decisioni e sviluppare un’alta capacità di leadership, attraverso un mix di competenze teoriche, abilità pratiche e capacità di lavorare in team. Al termine del percorso formativo, gli studenti raggiungono qualifiche adatte a posizioni di supervisor per grandi imprese alberghiere e possono accedere al Term 4 di HIM Hotel Institute Montreux allo scopo di ottenere lo Swiss Higher Diploma.STARTech è invece un’iniziativa di respiro internazionale. Quest’anno Tesya rafforzerà il progetto in Italia e lo amplierà anche all’estero. Partiranno due nuovi cicli: il primo vedrà il suo avvio a ottobre 2024 e il secondo a gennaio 2025; i due cicli coinvolgeranno oltre 40 persone. All’estero verrà esteso a tutta la Penisola iberica, con il coinvolgimento di circa 15 persone in Spagna e di circa dieci persone in Portogallo. Per i 18 neodiplomati della STARTech, percorso formativo teorico-pratico promosso dal Gruppo Tesya (società che fornisce servizi avanzati e soluzioni integrate B2B in diversi settori, dalle Costruzioni, alla Logistica, alla Transizione energetica), in collaborazione con la rete delle Opere Salesiane in Europa e con Gi Group per formare e assumere giovani tecnici per l’Industria 4.0. Al termine del ciclo, i 18 neodiplomati che hanno partecipato al programma hanno infatti ricevuto un “Certificato di specializzazione tecnica superiore” (corrispondente al livello IV del Quadro europeo) e una lettera di assunzione, che permetterà loro di inserirsi nel mondo del lavoro. I 18 ragazzi saranno assunti da tutte le società del Gruppo, Cgt, Cgt Trucks, Cls e Cgte, con contratto del commercio e la qualifica di tecnico assistenza. Non solo contrasto al problema della disoccupazione giovanile. Lo scopo di STARTech è anche accompagnare alcuni giovani alla professione di tecnico meccatronico industriale con contenuti legati anche alla figura di tecnico meccatronico marino: due profili annoverabili tra quei tecnici specializzati più ricercati dal mercato e spesso però anche difficili da reperire dalle aziende.Una settimana di incontri con clinici, associazioni pazienti, istituzioni, Università e Centri di ricerca, pensata per immaginare insieme le prossime evoluzioni della sanità italiana. È la Johnson & Johnson Week Insieme verso la medicina del futuro. Il primo giorno si focalizza sulla presentazione di uno studio di Altems - Alta Scuola di Economia e Management dei Sistemi sanitari, Università Cattolica del Sacro Cuore, punto di riferimento a livello nazionale per la ricerca e l'innovazione in sanità - promosso da Johnson & Johnson Innovative Medicine, sui temi del mismatch formativo dei professionisti della salute. Sono tre le nuove professioni del futuro indicate da Altems: responsabile dell'innovazione, direttore sanitario 4.0 e patient journey manager. Come dovranno evolvere le competenze degli operatori sanitari per superare al meglio le sfide di un sistema sanitario in costante evoluzione? Quanto si sentono equipaggiati gli studenti di oggi, che saranno i futuri professionisti della sanità? Sono le domande a cui lo studio di Altems prova a dare una risposta a partire da due parole: managerialità e ibridazione. La gestione del processo salute oggi richiede competenze manageriali non solo per i direttori dei centri clinici, ma per tutti gli operatori sanitari, che sono chiamati a sviluppare un mindset manageriale per affrontare la complessità del sistema e contribuire alla sua sostenibilità. Allo stesso modo, l'analisi ha confermato quanto il mondo della sanità stia vivendo un percorso irreversibile verso la multidisciplinarietà e la contaminazione con discipline di varia natura. Su questi aspetti, gli studenti italiani si sentono impreparati. Nello specifico, nel confronto tra l'importanza attribuita alle competenze dalle aziende private e pubbliche, rilevata dal self assesment degli studenti, il disallineamento più grande è nelle competenze come la pianificazione, l'organizzazione aziendale, il business planning e le competenze logico analitiche.
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