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Migranti, parla Calenda: "Difendo l'Italia, non Meloni. Macron ha sbagliato"Il presidente del tribunale di Verbania ha sostituito la gip che aveva scarcerato i tre indagati. Per «ragioni tabellari»,investimenti dice lui. Ma per gli avvocati è una scelta «anomala» che desta preoccupazione sulla terzietà del giudice La storia processuale della tragedia di Stresa si complica ancora di più e rischia di venire soffocata da nuove tensioni: prima quelle create dal cortocircuito tra media e procura, ora lo scontro interno alla magistratura stessa. Il presidente del tribunale di Verbania, Luigi Montefusco, ha tolto il fascicolo a Donatella Banci Buonamici, la gip che aveva deciso per il rigetto della richiesta di convalida di fermo, presentata dalla procura per i tre indagati. Una revoca che è arrivata proprio nel momento il cui la gip stava per depositare la sua decisione sulla richiesta di incidente probatorio sulla cabina, chiesto dalle difese e a cui si è opposta la procura perchè, se fatto subito, «pregiudicherebbe in modo irreversibile lo svolgimento delle attività di indagine». Sulla carta, le motivazioni del cambio di gip sono di natura tecnica: Banci Buonamici era la gip supplente e ora il fascicolo è stato assegnato alla gip titolare, Elena Ceriotti, che è rientrata nel suo ruolo il 31 maggio facendo terminare la supplenza. Nelle motivazioni scritte dal presidente del tribunale, l’assegnazione a Banci Buonamici era «giustificata per la convalida del fermo», ma «non è conforme alle regole di distribuzione degli affari e ai criteri di sostituzione dei giudici impediti disposti nelle tabelle di organizzazione». Secondo il vertice del tribunale, dunque, la scelta è stata dettata da banali ragioni procedurali di distribuzione del lavoro interno perchè il procedimento è stato riassegnato alla «titolare per tabella del ruolo», sulla base di una «equa e coerente distribuzione del lavoro».  Nulla c’entrerebbe il duro scontro a colpi di dichiarazioni sui giornali dei giorni successivi alla scarcerazione dei tre indagati. La gip aveva detto che gli estremi per il fermo (che la pm aveva motivato anche con il «clamore mediatico», pur avendo lei stessa reso molte dichiarazioni alla stampa) non c’erano e che «si dovrebbe essere felici di vivere in uno Stato in cui il sistema fa giustizia ed è una garanzia». La pm Olimpia Bossi, annunciando la richiesta di riesame aveva ribattuto di essere convinta delle sue scelte d’indagine e aveva aggiunto che la decisione «sta nelle regole del nostro lavoro» e ma che «per un po’ il caffè che a volte bevevo con il giudice alla macchinetta, lo prenderò da sola nella mia stanza». Un botta e risposta che, soprattutto nell’ultima parte riferita al pm, aveva inasprito ancora di più il dibattito e soprattutto infastidito gli avvocati per l’apparente rappresentazione di contiguità tra procura e tribunale. Scelta anomala Eppure, il tempismo della decisione del presidente del tribunale di riassegnare il fascicolo stride. Questo particolare tipo di esonero, infatti, è del tutto eccezionale: normalmente, infatti, un gip viene sostituito da un procedimento su cui ha già iniziato a lavorare per ragioni di impedimenti personali oppure di incompatibilità. Non consueto, invece, è che questo avvenga per ragioni “tabellari”. La prassi, infatti, prevede che la competenza resti al primo gip che ha adottato un atto del procedimento. Secondo il presidente del tribunale, invece, questa regola non varrebbe nel caso di una gip supplente. Inoltre questa sostituzione in corsa potrebbe creare un problema: in piccoli tribunali con pochi magistrati come è Verbania, il rischio spesso è di creare incompatibilità tra i giudici che se sono stati gip nel procedimento non possono poi essere anche giudici dell’udienza preliminare. Con questa mossa, invece, il presidente del tribunale ha perso la possibilità di utilizzare uno dei suoi magistrati: Banci Buonamici non potrà più svolgere alcun ruolo nel processo.  Ancora più stridente, infine, è che il presidente del tribunale pubblichi un comunicato per spiegare una scelta che viene considerata una semplice prassi burocratica, proseguendo sul filone di un procedimento che ha fatto della stampa il suo luogo privilegiato. Le polemiche con gli avvocati La decisione ha inevitabilmente riacceso un faro non tanto sul merito dell’inchiesta, quanto ancora sulla gestione delle indagini preliminari da parte della procura e del tribunale. I primi ad attaccare sono gli avvocati, sia quelli degli indagati che la Camera penale.«È un provvedimento anomalo. Non è mai capitato che durante una partita venga cambiato l'arbitro», ha commentato l'avvocato Pasquale Pantano, legale di uno degli indagati. Anche la Giunta dell’Unione camere penali italiane ha annunciato di aver attenzionato la situazione, «verificando natura e ragioni del clamoroso provvedimento» che «crea allarme nell'avvocatura per il contesto giudiziario nel quale esso è maturato». I penalisti, dunque, si riservano l’adozione di «di ogni eventuale iniziativa». La scelta è stata definita «singolare» anche dal presidente della Camera penale del Piemonte occidentale, Alberto de Sanctis: «È ancora più incredibile che questo avvenga d'urgenza così di fatto da impedire al gip originario di decidere su una richiesta di incidente probatorio formulata dalla difesa». Il sospetto dei legali, infatti, è che la sostituzione in corsa del gip che ha dato ragione alle difese sulla scarcerazione sia servita a evitare un'altra decisione sfavorevole alla procura sul tema della concessione dell’incidente probatorio sulla cabina, su cui la gip sostituita stava per decidere e che ora sarà responsabilità della nuova giudice affrontare. Al netto della vicenda processuale - che tuttavia continua a complicarsi per ragioni che esulano dal merito della tragedia – la scelta del presidente del tribunale rischia di avere ulteriori echi mediatici sull’indagine. Un livello di scontro che esula dall’indagine vera e propria ma che rischia di influenzarla, instillando dubbi sulla terzietà del tribunale ma soprattutto minando la serenità della nuova gip. A lei ora spetta decidere sull’incidente probatorio: il ruolo le impone di decidere sulla base degli atti e nulla fa nemmeno ipotizzare che i criteri siano diversi. Tuttavia, una inattesa sostituzione in corsa di questo tipo e le tensioni che sta generando fanno presagire che il livello di scontro intorno alla gestione del fascicolo non si abbasserà, soprattutto nel caso in cui la gip decida in favore della procura di non concedere l’incidente probatorio.  © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

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