File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

«Ho rinunciato a 8mila euro di pensione per trasferirmi in Italia con mio figlio, la vita negli Usa non fa per me: a 55 anni ne inizio una nuova»

Appello Istituto Friedman per liberazione venezuelano Davila - Tiscali NotizieToscana, sei mesi per sperimentare nuovi ambulatori intervento rapidoCasa Bianca: Harris e Biden insieme il 15 agosto in Maryland - Tiscali Notizie

post image

Parigi 2024, Khelif trionfa: medaglia d'oro nella boxeQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Tonnellate di pesci morti trovati in Polonia, un'alga nel mirinoRapper russo si suicida per non andare a fare la guerra di Putin

Iran contro Israele, sarà guerra totale? Braccio di ferro a Teheran

Uragano Florida: danni fra 25 e 40 miliardi di dollari ed almeno 42 vittimeQuella di San Lorenzo, il 10 agosto, è «la notte dei desideri»

"Lotto contro il cancro", l'annuncio dell'ex governatore calabrese SpirlìLa foto: ci sono undici bombardieri nucleari di Putin al confine con la Nato

Cala il carrello della spesa, a luglio +0,7% - Tiscali Notizie

Gorla Maggiore, il centro storico cambia volto. E lo farà ancora di più - ilBustese.itUcraina, bombe russe su un supermercato nella citta' di Kostyantynivka: morti e feriti - Tiscali Notizie

Ryan Reynold
Nirmal Purja sopravvissuto ad un grave incidente in paracadute: morto l'istruttoreL'acqua che aveva allagato la centrale idroelettrica di Bargi tornerà nel lago di Suviana - Il PostRosa Perrotta risponde alle indiscrezioni su una sua presunta gravidanza

Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

  1. avatarRagazzina 14enne abusata da un 25enne - Tiscali NotizieCampanella

    Cerno: futuro a rischio degli italiani per i di-partiti di lotta e malgoverno – Il TempoGuerra Russia-Ucraina, attacco a Lipeck: 9 feritiIndia, Modi rilancia campagna per il 'tricolore in ogni casa' - Tiscali NotizieTorino, incidente in monopattino: morta 18enne

    VOL
    1. Incidenti sul lavoro, in Lombardia già 86 vittime da inizio anno. Ma Varese è tra le province più sicure - ilBustese.it

      1. avatarParigi 2024, Tamberi oggi in finale salto in alto: orario, dove vederla in tvETF

        Sulle assegnazioni provvisorie degli insegnanti il ministero fa un pasticcio

  2. avatarVenezuela, il deputato Di Giuseppe: "Italiani a rischio, basta post su social e scatta arresto"ETF

    Nonno Beppe festeggia 90 anni con 50 chilometri in bici: raggiunge il santuario più alto d'EuropaOlimpiadi, Curry manda a dormire la Francia: l'oro del basket è degli Usa – Il TempoDà fuoco alla cugina di 15 anni dopo averla violentata e messa incintaSacerdote indagato in inchiesta su 'ndrangheta e politica - Tiscali Notizie

  3. avatarSalento, sub trovato morto a cinque chilometri dalla costaMACD

    "Principe Harry si annoia", ancora problemi con Meghan?Borean, 'per Generali 900 milioni di danni da eventi climatici' - Tiscali NotizieUniversità Lum, parte il nuovo corso di Odontoiatria: 40 posti disponibili - Tiscali NotizieCaffè, berne troppo è deleterio: potrebbe portare a un veloce declino cognitivo

Attacco al Csm: la pennetta che scotta

Cadavere di donna nel nastro bagagli di un aeroporto UsaRoberto Sebastiano Greco trovato morto in una scarpata in val di Gressoney: il 67enne era disperso da ieri*