Bambina ustionata con lo spray: tolta la potestà genitoriale"Mi ha fatto spogliare per perquisirmi": l'accusa di uno studente contro il professore"Non c'erano prove ma solo indizi sull'assassinio di Serena"
Terremoto in Turchia, Vigili del fuoco con i cani tra le macerieCOMMENTA E CONDIVIDI Ci sono situazioni in cui la separazione è inevitabile?Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock Oppure è giusto pensare che anche nella peggiore delle crisi di coppia esistono dei margini per tentare una ricomposizione? Non sono domande retoriche. Per chi crede nel valore umano e spirituale del matrimonio sacramento la tenuta della coppia è una realtà preziosa, da custodire, preservare, curare con tutta l’attenzione possibile. E, di fronte a momenti di grave difficoltà, anche nelle situazioni più complesse, è giusto cercare la soluzione più opportuna per rimettere sui binari un treno ad alto rischio di deragliamento. E quando, nonostante tutti gli sforzi, uno dei due, appare proprio deciso a rompere? Quando l’incomprensione, il sospetto, il pregiudizio diventano dominanti nella vita coniugale? Quando la vita familiare è avvelenata a tal punto da riuscire insopportabile e tossica, anche per i figli?Giusto, anzi doveroso, cercare l’aiuto di un esperto. Giusto chiedere aiuto anche spirituale a chi ha le competenze adeguate.“La separazione si può sempre evitare. Oltre la crisi c’è il metodo Retrouvaille”, è il titolo dell’articolo pubblicato domenica scorsa, 21 luglio, su Avvenire e, il giorno successivo, sul canale famiglia di Avvenire.it, in cui abbiamo dato spazio alle testimonianze dei coniugi Paola e Corrado Galaverna, e di don Bernardino Giordano. I primi sono la coppia responsabile di Retrouvaille Italia, il secondo è l’assistente spirituale di questo programma ecclesiale di rinascita coniugale, pensato per sostenere e ricucire le crisi di coppia. Don Bernardino è anche il vicario generale della prelatura di Loreto e la persona che nel 2002, su mandato dell’allora presidente della Commissione episcopale per la famiglia, monsignor Giuseppe Anfossi, portò in Italia questo percorso di riconciliazione inventato nel 1977 in Canada. Insomma, uno che conosce da un po’ di tempo il valore di questa proposta. Ora torniamo sul tema della crisi di coppia e della separazione grazie alla lettera inviataci da Alessandra Doneda, counselor e mediatrice familiare. Osservazioni importanti sulla grande questione delle dinamiche di coppia. Qui sotto una breve sintesi delle argomentazioni proposte dalla specialista e qualche stralcio della risposta di Luciano Moia, autore dell’articolo in questione.Gentile direttore,ho letto domenica l’articolo di Luciano Moia su Retrouvaille. Conosco l’attività di Retrouvaille e la consiglio molto spesso alle coppie in crisi che mi contattano. Sono counselor e mediatrice familiare. Sono sposata da 34 anni ed ho 4 figli. Sono passata da una forte crisi di coppia e potrei dire in base a questo che tutte le coppie potrebbero superarla. Ma non è così.Le coppie che riescono a frequentare Retrouvaille hanno buone basi personali e un certo ideale di coppia, hanno una buona formazione e desiderano entrambi recuperare. Molte coppie non riescono nemmeno a mettersi d’accordo per un percorso psicologico o di mediazione e si rivolgono invece ai giudici. Altre non cercano nessun aiuto e vivono legami difficili e devastanti.Inoltre, conosco personalmente alcune coppie che hanno seguito il finesettimana proposto da Retrouvalle che le ha aiutate a comprendersi reciprocamente e decidere di separarsi molto serenamente.La separazione non è un male infinito, per molti è un bagno di consapevolezza, di umiltà e di amore. Un modo per rilanciare una vita verso una trasformazione più matura piu consapevole e più generativa.Una relazione in cui nel migliore dei casi ci si ignora, in cui si vive nella violenza psicologica o fisica, non è “recuperabile”, ma difficile da interrompere. Purtroppo, a volte la dipendenza immatura sfocia nell’omicidio. Come si sa (...)Alessandra DonedaCounselor e Mediatrice Familiare Risponde Luciano Moia:Gent.ma dott.ssa Doneda, grazie dello spunto prezioso per tornare su un tema che ci sta particolarmente a cuore, quello della “tenuta” della coppia coniugale, questione centrale e importantissima perché alla qualità e alla durata del matrimonio è strettamente legato il futuro della famiglia. Una coppia “funziona” ed è felice di essere “funzionale” quando l’amore sa crescere e trasformarsi seguendo i tanti salti, piccoli e grandi, a cui la vita familiare ci costringe. Quando qualcosa si inceppa, le possibilità di superare l’ostacolo dipendono da una serie di fattori così ampia e così diversa da coppia a coppia (volontà, esperienze, preparazione personale, vita di fede, influenza delle famiglie d’origine, problemi di lavoro, sollecitazioni esterne, ecc) da far risultare inutile qualsiasi tentativo di elencarle. Ma queste cose lei, che ogni giorno accoglie e ascolta le coppie in crisi, le sa benissimo. Nell’articolo a cui lei fa riferimento abbiamo spiegato, attraverso le parole della coppia responsabile per l’Italia e dell’assistente spirituale, la proposta di Retrouvaille, che oggi è tra i pochissimi percorsi strutturati riconosciuti a livello ecclesiale per aiutare le coppie a ripartire. Ci si riesce sempre? No, purtroppo (...). Ma vanno fatti tutti i tentativi possibili per salvare un matrimonio (...). Ecco perché abbiamo deciso di promuovere realtà come quella di Retrouvaille, impegnate in una missione che oggi è decisamente controcorrente: aiutare le coppie a ripartire quando – “quasi sempre” – è possibile (...).DOMENICA 28 SULLA NOSTRA NEWSLETTER NOI IN FAMIGLIA I TESTI INTEGRALI DELLA LETTERA E DELLA RISPOSTA. PER ISCRIVERSI CLICCATE QUI
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