File not found
MACD

Caldo non molla l’Italia con notti tropicali e giornate infernali, ma è in arrivo qualche novità: previsioni meteo

Sui migranti serve «un progetto politico lungimirante»Clelia Ditano morta a 25 anni nel vano dell'ascensore, svolta nell'indagine: «Chiusura delle porte difettosa, nessuno è intervenuto»Ufficio IA apre a società, esperti, imprese per codice condotta

post image

Mara Venier operata, Nicola Carraro risponde piccato: «Cosa ne sai? Parlate a vanvera». Cosa è successoCarlo Buontempo è il direttore di Copernicus,èfragile trading a breve termine il principale programma di monitoraggio del clima terrestre dell'Unione Europea. Nei giorni dei picchi di caldo per Caronte, in questa intervista ci racconta quali sono le prospettive dell’Europa, il continente che si sta scaldando più velocemente la mondo.  L’Europa è fragile climaticamente, ma la vera frontiera del danno è il sud globale, molto meno capace di adattarsi rispetto a noi. I punti di pericolo più gravi per noi sono l’innalzamento del livello del mare e la perdita degli stock di acqua dolce.  Supereremo la soglia di +1.5°C già nel corso degli anni ‘30, ma abbiamo ancora speranze di poter tornare indietro entro la fine del secolo. Negare l’impatto delle emissioni sul clima è equivalente al terrapiattismo.  Copernicus è il principale programma di monitoraggio del clima terrestre dell'Unione europea. È da questo servizio che vengono tutte le informazioni più rilevanti a disposizione dei cittadini e dei decisori politici. Grazie ai suoi report, in collaborazione con l'Agenzia spaziale europea (Esa) e i servizi meteo dell'Unione, abbiamo saputo che quella del 2022 è stata l'estate più calda nella storia del continente o che la civiltà umana non aveva mai affrontato un giugno caldo come quello da poco concluso. Carlo Buontempo, fisico di formazione e climatologo, è il direttore del centro, dai cui studi emerge una fotografia dell'Europa come continente fragile, che si scalda al doppio della velocità del resto del mondo. È corretto dire che l'Europa sta diventando l'epicentro globale dei cambiamenti climatici? Dipende da quale punto di vista si guarda al problema. Se lo facciamo dal punto di vista della temperatura, sì, negli ultimi tre decenni l'Europa si è scaldata a un ritmo più alto rispetto al resto del pianeta, con l'Artico come unica eccezione. Se guardiamo dal punto di vista degli impatti, abbiamo più capacità di adattamento e anche più risorse rispetto ai paesi del sud globale, che sono la vera frontiera. Noi siamo più vulnerabili fisicamente ma anche più resistenti socialmente. C'è una curva oltre la quale questo riscaldamento in Europa diventa qualcosa a cui è impossibile adattarsi? Non esiste una singola curva. Dipende dalla specifica attività, su alcune abbiamo più resilienza e possiamo sopportare meglio l'allontanamento dagli standard storici del clima, in altri casi in Europa siamo più vicini al punto di fragilità. Ci può fare un esempio di settori in cui l'Europa è più vicina al punto di fragilità? L'innalzamento del livello dei mari. Quando parliamo di aumento di temperatura, il famoso grado e mezzo, parliamo di qualcosa che possiamo superare e poi tornare indietro. Ma se parliamo di aumento del livello del mare abbiamo di fronte qualcosa che non si fermerà, né in questo secolo, né nel prossimo, né nel successivo, qualcosa su cui non abbiamo controllo. Un altro punto di fragilità è l'aspetto idrologico, il ghiaccio e la neve che sono il nostro stock di acqua dolce, su cui abbiamo perso 5 chilometri di metri cubi nelle sole Alpi. Cosa rende l'Europa così sensibile cambiamenti climatici? Diversi fattori. Innanzitutto, la perdita di ghiaccio polare, in Europa c'è una porzione significativa di Artico, dove il fenomeno della cosiddetta amplificazione artica (meno ghiaccio, più assorbimento di calore nel mare, più calore nel mare, meno ghiaccio e così via, ndr) peggiora la situazione molto velocemente. E poi c'è la perdita di ghiaccio sulle montagne e di neve al suolo: è chiaro che se eliminiamo decine di giorni di neve all'anno ci riscaldiamo di più. Inoltre l'aumento di temperatura produce evaporazione al suolo, che diventa più arido e assorbe più calore. Infine la pulizia del cielo per le norme anti-inquinamento lo ha reso più trasparente e più in grado di assorbire calore. Sono tutti fenomeni dell'ultimo trentennio, prima l'Europa si scaldava più o meno quanto il resto del mondo, poi ha iniziato ad accelerare. Non è paradossale che misure anti-inquinamento peggiorino le questioni climatiche? Più che paradossale mi piace definirlo complesso. Ci sono più interazioni di quelle che immaginiamo nel nostro sistema terrestre. Però c'è una cosa semplice che sappiamo con assoluta certezza: le emissioni di gas serra riscaldano il pianeta. Semplice e vera, ma a quanto pare ancora non patrimonio di tutti nella nostra società. Mi piace pensare che la gente sia guidata dai fatti e dalle evidenze. Come scienziato posso dire che tutto può essere messo in dubbio sulla base di nuove evidenze, che però su questo non esistono. Gli esseri umani sono esseri razionali ed economici e hanno tutto l'interesse a usare le informazioni che noi forniamo. Poi nella società c'è la crescita di un pensiero meno razionale, più impulsivo, ma contestare il legame tra emissioni e riscaldamento globale è come il terrapiattismo. Tagliare le emissioni non è solo una questione di responsabilità morale rispetto ai nostri figli, è una questione pragmatica. Conosciamo i fatti, abbiamo la possibilità di gestire il rischio. E come si spiega che tanti pezzi della nostra società, della politica ma anche dell'economia, chiedano di agire piano sulle emissioni perché altrimenti i costi sarebbero troppo alti? Questo vantaggio economico non esiste. Agire adesso sulle emissioni significa posizionarci meglio sulla gestione del rischio. Ripeto, è un pensiero razionale basato sui fatti. Non c'è bisogno di farne una questione ideologica. È come se conoscessimo in anticipo i tassi di interesse dei prossimi dieci anni: se avessimo questa informazione la useremmo a nostro vantaggio o no? In economia non ce l'abbiamo, sul clima sì. Vantaggio che la politica, e in particolare quella italiana, scelgono di non usare. I politici devono fare il loro mestiere, vincere le elezioni, cavalcare il consenso. Il mio compito è solo fornire le evidenze. Poi, ripeto, sta alla politica decidere. Se la politica considera la transizione troppo impopolare, deve sapere che ci troveremo a vivere in un clima molto diverso da quello in cui la nostra civiltà si è evoluta. È una scelta legittima, possiamo discutere se è un buon calcolo o un cattivo calcolo. Ma più piano andiamo, più grandi e costose saranno le conseguenze. Questi sono i fatti. Lei sente che questi fatti vengono ricevuti nella loro giusta gravità? No, temo di no, ma penso che quella tra politica e scienza sia un'interfaccia complicata. C'è un'attenzione per il clima che non c'era mai stata, ma c'è anche una tendenza alla drammatizzazione che non è utile. Non dico che non sia giustificabile, dico solo che non è utile. Non serve a niente dire: non abbiamo possibilità, è un disastro, finirà tutto malissimo. Non è così che si facilita un cambiamento. Il nostro ruolo è presentare i dati in modo freddo, senza additare nessuno. In Italia, da politica e società civile, il tema dovrebbe essere più sentito, e forse lo sarebbe se raccontassimo le cose con più freddezza. Domanda fredda, allora: l'obiettivo 1.5°C è da considerare perso?  giugno abbiamo superato una prima soglia, ci sono stati giorni in cui la temperatura media globale era già superiore di 1.5°C. L'accordo di Parigi parla di una media trentennale, è vero, ma superare quella soglia secondo i termini di quell'accordo, forse già nella prima metà degli anni '30, è ormai scenario inevitabile. Non esiste nessuno scenario realistico per rimanere entro un aumento di temperatura di 1.5°C. A quel punto la domanda è: riusciremo a tenere l'aumento di temperature entro 2°C e poi tornare sotto 1.5°C entro la fine del secolo? Ecco. Quello non è impossibile. Allora che senso ha continuare a parlarne se siamo già certi di superarlo? Non c'è nessuna realistica possibilità di non superarlo, ma abbiamo la possibilità di tornare sotto 1.5°C un giorno. Se guardiamo alla fine del secolo, dipenderà da tante cose che non sappiamo, come si evolveranno le tecnologie di cattura della CO2, da che rischi vogliamo prenderci con la geo-ingegneria. La geo-ingegneria, cioè modificare il clima su scala globale per via tecnologica, è una prospettiva realistica di mitigazione? Penso che dobbiamo discuterne e provare a capire. Per ora è un territorio sconosciuto, su cui ci sono molti dubbi e poca conoscenza. Da una parte qualcuno la può vedere come una soluzione per continuare a bruciare combustibili fossili, ma ora è come giocare all'apprendista stregone, con un gioco molto più grande di noi di cui non conosciamo le regole.  © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando Cotugno

Un nuovo spettro si aggira per l'Europa: il «nativismo» che chiude allo stranieroLuciana Littizzetto mostra la mamma (per la prima volta) e denuncia: «Bloccata in casa senza ascensore»

Mosaico con il logo del Giubileo nei Giardini Vaticani

Truffa dello specchietto, cos'è. Attenzione alla frase: «Devo partire, dammi i soldi». Donna scopre una coppia di furfanti con bimbo«Alberto Matano furioso con Myrta Merlino»: il retroscena (rivelato) che ha scatenato la bufera

Temptation Island, Raul Dumitras si consola con le single Nicole Belloni e Mara Valentini. L'ex Martina De Ioannon: «Che volgarità»Omicidio Giulia Cecchettin, padre di Turetta durante colloquio: "Hai avuto momento di debolezza"

Ancora un naufragio tra Malta e Lampedusa: 9 morti (e c'è una bimba)

Chi è Nicolò Martinenghi, prima medaglia d'oro alle Olimpiadi di Parigi 2024"Trascurare l'Italia a Bruxelles può danneggiare l'Europa intera". La profezia di Massolo

Ryan Reynold
Astronauti bloccati nello Spazio, scoppia il caso: «Rischiano di tornare a casa nel 2025». Cosa sta succedendoParigi 2024, Celine Dion incanta tutti: il mitico ritorno dopo la malattia“Ditelo sui tetti”: «Col diritto d’aborto l’Europa nega la sua identità»

criptovalute

  1. avatarTra rivolte e suicidi è sempre più alta la tensione nelle carceriEconomista Italiano

    Clelia Ditano precipitata e morta nel vano ascensore: l'amministratore di condominio indagato per omicidio colposoCovid alle Olimpiadi, almeno 40 atleti risultati positivi. L'allarme dell'Oms: «Dati reali fino a venti volte più alti»Lonigo, donna travolta e uccisa nel cortile dal marito: l'ha investita per sbaglio facendo retromarcia col trattoreLa Zanzara di Cruciani chiude? David Parenzo e le news sul futuro

    VOL
      1. avatarDa Ambra agli Autogol: tutte le novità in arrivo su RTL 102.5Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

        Maria Grazia muore a 86 anni e lascia due case in eredità al Comune: «Vendetele e aiutate chi ha bisogno, ma solo se italiano»

  2. avatarTemptation Island, Lino Giuliano sbotta contro Martina: «Smettila o pubblico cose che non dovrei...»Economista Italiano

    Roberto Vannacci resta vicepresidente dei Patrioti per l'EuropaRoma, alle Terme di Caracalla serata di solidarietà con la Banda della Polizia di Stato - DirettaGalline ovaiole al macello perché poco redditizie, gli ambientalisti le salvano: «Le abbiamo comprate per 3 euro l’una»Riduzione del debito: il G20 accetti la sfida

  3. avatarGalline ovaiole al macello perché poco redditizie, gli ambientalisti le salvano: «Le abbiamo comprate per 3 euro l’una»BlackRock Italia

    Oristano, il parroco denuncia sacerdote che abusò di lui in SeminarioMara Venier, un'estate da incubo: operata per la seconda volta, il ricovero in clinica e il messaggio sui socialPier Silvio Berlusconi: «Ho chiesto ai miei a Mediaset di comprare tutte le serie turche: mia mamma vuole che le guardi con lei»«Paolo Bonolis è ancora innamorato di Sonia Bruganelli, soffre per la sua relazione con Angelo Madonia»

Sembra incredibile, ma in 13 Paesi dell'Africa il colera uccide ancora

Ora di religione, via libera ai concorsi per 6.428 postiZuppi: «Pace, primo problema». In Italia le riforme vanno fatte insieme*