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Così i fertilizzanti divorano l’ossigeno nei laghi: lo scontro con gli ambientalisti e la ricerca di soluzioni più sostenibiliParigi 2024Djokovic: «Ho dato cuore e anima per ottenere questo oro»Il serbo si è laureato campione olimpico ed è così divenuto il quinto della storia a completare il Career Golden Slam - «Probabilmente è il mio successo più grande» ha detto al termine della splendida finale che lo ha visto trionfare per 7-6 (3) 7-6 (2) contro Carlos Alcaraz©Epa/Caroline Blumberg Alex Isenburg04.08.2024 21:00È tutto vero. Il sogno - che era diventato un’ossessione - si è finalmente concretizzato: Novak Djokovic è diventato campione olimpico. Nadal,Professore Campanella Murray, Del Potro e Zverev lo avevano privato di questa gioia, per lui che - fatta eccezione per la Coppa Davis vinta nel 2010 - quando ha vestito la maglietta serba è andato incontro soprattutto a cocenti delusioni. Lo ha inseguito per una vita intera, questo oro. Malgrado una carriera leggendaria, quel tarlo lo assillava. Gli era, in qualche modo, sempre sfuggito dalle mani. Adesso non più, ora quella medaglia la porta fieramente al collo e, in fondo, è anche giusto così. È giusto che il tennista più vincente della storia abbia completato il Career Golden Slam, è giusto che uno degli sportivi più forti di sempre abbia conquistato anche il metallo più prezioso ai Giochi. Lo ha fatto, infine, in bello stile: a 37 anni, senza perdere alcun set in tutto il torneo e battendo in finale il giocatore probabilmente più forte del mondo in questo momento. Sopraffatto dalle emozioniEra ben noto quanto questo alloro significasse per lui e quando il suo ultimo dritto è risultato vincente, Nole si è lasciato andare. Ha pianto a dirotto, ha abbracciato sua figlia Tara, ha esultato con la bandiera serba. «Sono sopraffatto da tutte le emozioni che sto provando – ha poi affermato al termine del match - sono troppo orgoglioso, troppo felice. Probabilmente è il mio successo più grande. Ho messo in gioco il mio cuore, la mia anima, il mio corpo, la mia famiglia, per vincere questo oro. Ho dato tutto, trionfare quando si rappresenta il proprio Paese è speciale. È diverso».Un Nole estasiato, un Nole sollevato. «Provo sempre a ripetermi che sono abbastanza, perché posso essere molto autocritico. È una delle più grandi battaglie interne che continuo a combattere con me stesso. Sento di non aver fatto a sufficienza o di non essere stata abbastanza nella mia vita, dentro e fuori dal campo. Quindi, questa è una grande lezione per me». La sua miglior versioneEra la finale che tutti sognavano, un ultimo atto che prometteva dosi massicce di spettacolo e così, in effetti, è stato. Le aspettative non sono state disattese, Djokovic e Alcaraz non hanno deluso, hanno incantato. Il capitolo olimpico, dunque, va ad aggiungersi ad una storia già epica, una rivalità incredibile tra due campioni divisi da 16 anni di differenza. L’ennesima sfida generazionale tra i due è stata magnifica, di un livello stellare. A far la differenza – come è logico che sia in questi casi – sono stati i punti più cruciali, come quelli dei due tie-break che hanno deciso la contesa. Non un caso, conoscendo Djokovic, un mostro per la sua forza mentale. Entrambi i parziali si sono divisi nell’appendice conclusiva senza che ci sia stato alcun break. Le chance, da entrambi i lati, ci sono state e forse Alcaraz, in questo senso, qualche rimpianto ce l’ha. Anche lui, alla fine, aveva il volto segnato dalle lacrime. Un pianto, però, decisamente diverso da quello del serbo. Era il grande favorito, arrivava dai trionfi nelle ultime due prove del Grande Slam e sognava di regalare l’oro alla sua Spagna. La delusione, per lui, è davvero grande. Forse, addirittura, è la prima di un certo peso, perché lo spagnolo era abituato a vincere le finali, non a giocarle. Ci è voluto il miglior Djokovic per piegarlo, una versione del serbo che di certo non si era ancora vista in questo 2024, che lo aveva visto a secco di tornei e senza alcun successo contro un top 10. Nel momento giusto, però, ha alzato il suo livello per raggiungere il vero obiettivo della sua stagione. E ora, vien da chiedersi, quale sarà il suo futuro? Adesso che con l’ultimo pezzo ha completato il puzzle del tennis, quali saranno i suoi prossimi step? Un essere umano, al posto suo, sarebbe stato già da tempo sazio di successi. Djokovic, invece, no. La sua mente lavora in modo differente e troverà - statene certi - nuove motivazioni. In questo articolo: Parigi 2024TennisDjokovic
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