File not found
ETF

ONU lancia l'allarme: "Preoccupati per un escalation del conflitto in Medio Oriente"

Israele-Palestina: USA e Paesi arabi al lavoro per la paceProtesta dei trattori, la proposta della von der LeyenScossa di terremoto in Giappone: le immagini catturate dalla webcam sono sconvolgenti

post image

Medio Oriente, Biden sulla guerra: "Israele si fermerà a Gaza durante Ramadan"«Nuocciono gravemente alla salute dei ragazzi». Il surgeon general americano vorrebbe un’etichetta per i social come quella per le sigarette: «Bisogna intervenire in fretta». Ora la politica dovrà decidere come affrontare la questione«Usare i social network nuoce gravemente alla salute mentale degli adolescenti». C’è una questione che è ormai esplosa e che rischia di seguire lo stesso modello della crisi climatica. Con la scienza che ha lanciato un allarme,èunaquestionedisanitàEconomista Italiano la politica che deve dare una risposta e le aziende che fanno pressione per difendere il loro impero economico.Il tema è dibattuto da anni ma serviva un passaggio simbolico, qualcosa che lo elevasse a questione di rilevanza globale. È successo ieri, quando Vivek Murthy – il surgeon general, ovvero il massimo funzionario federale responsabile per la sanità pubblica negli Stati Uniti – ha chiesto al congresso di intervenire. Se la sua proposta sarà accolta, i social network dovranno esporre un’avvertenza sui rischi che comportano per la salute mentale dei ragazzi. Proprio come se fosse un’etichetta sul pacchetto delle sigarette.L’allarmeIl motivo lo ha spiegato lo stesso Murthy, in un editoriale pubblicato ieri dal New York Times: «Questa avvertenza ricorderebbe regolarmente ai genitori e agli adolescenti che non c’è la certezza che i social media siano sicuri», spiega. «Gli studi sul tabacco hanno dimostrato che le etichette di avvertimento possono aumentare la consapevolezza e incidere sul comportamento delle persone».Secondo Murthy, è un primo passo culturale per infondere maggiore consapevolezza nei genitori e nei ragazzi. Ma è chiaro che non può essere l’unico. Deve essere accompagnato da una serie di interventi che riguardino l’intera società, le scuole, le famiglie e le aziende tecnologiche.Ma c’è una questione che è ancora più generale e che invece attiene in modo evidente alla politica. L’intento del surgeon general è innanzitutto di cambiare il fuoco della questione.Anche a causa di alcuni fatti di cronaca, finora si è discusso molto sul rischio che i giovani entrassero in contatto con contenuti ritenuti pericolosi: video che istigano al suicidio, sfide al limite dell’autolesionismo e pornografia. Ora il paradigma è cambiato: dagli Stati Uniti arriva l’indicazione che il semplice utilizzo dei social network, se fatto in età adolescenziale, è di per sé un tema di salute pubblica. Se l’indicazione è questa, cosa intende fare chi ci governa?Il dibattitoNel dibattito scientifico la questione è in realtà discussa già da tempo e talvolta anche con voci dissonanti. Gli studi sono ormai moltissimi, soprattutto nelle riviste specialistiche di psicologia, e darne una sintesi non è semplice. Lo si può fare più o meno in questo modo: i problemi mentali sono un tema complesso e quindi immaginare che ci sia un’unica causa nel disagio giovanile sarebbe di per sé sbagliato. Anche perché concentrarsi su un unico fattore rischia di far sottostimare tutti gli altri.Allo stesso tempo, però, ci sono evidenze empiriche che rendono evidente come l’uso dei social network sia spesso associato negli adolescenti a problemi di salute mentale, come ansia e depressione. A essere ancora più precisi, il problema non è l’uso ma l’abuso. La differenza rischia però di essere solo teorica: queste piattaforme sono costruite proprio per creare assuefazione. E difatti, secondo un’analisi di Gallup citata anche da Murthy, più della metà dei teenager americani spendono almeno quattro ore al giorno sui social.Agire rapidamenteNegli Stati Uniti, la questione è uscita dalle riviste specialistiche a fine marzo con la pubblicazione di The anxious generation (La generazione ansiosa), un libro scritto dallo psicologo sociale Jonathan Haidt. Facendo una rassegna degli studi specialistici, Haidt ha teorizzato che la grande epidemia di disturbi mentali sia causata appunto dall’abuso degli smartphone in tenera età.Il libro ha avuto uno straordinario successo, ma è stato anche molto criticato. Secondo una recensione pubblicata da Nature, le teorie di Haidt non hanno valenza scientifica. Due fatti che avvengono in contemporanea (l’aumento nell’utilizzo dei social e quello dei problemi di salute mentale) non sono per forza collegati fra loro da un nesso causale. Anzi, è più facile immaginare che ci sia una semplice correlazione. Ovvero: gli adolescenti sono più tristi, per una grande varietà di cause (genetiche, ambientali, culturali ed economiche), e per questo cercano rifugio sui social.In altre parole, la questione è molto complessa e molto dibattuta. E per questo è anche molto difficile da sintetizzare in studi che diano una spiegazione semplice e univoca. Ma Murthy parte da un’esigenza diversa, che è appunto quella di garantire la sanità pubblica: «Una delle lezioni più importanti che ho imparato alla scuola di medicina è che in un’emergenza non hai il lusso di aspettare le informazioni di cui avresti bisogno», ha scritto sul New York Times. «Valuti i dati che hai a disposizione, usi il tuo miglior giudizio e agisci in fretta».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediDaniele ErlerGiornalista freelance trentino, collabora con Domani, dopo essere stato in redazione per quattro anni. In passato si è laureato in storia e ha fatto la scuola di giornalismo a Urbino. Ha scritto per giornali locali, per la Stampa e per il Fatto Quotidiano. Si occupa di digitale, tecnologia ed esteri, ma non solo. Si può contattare via mail o su instagram. Ha una newsletter su Substack

Messico, autobus prende fuoco: 19 morti carbonizzatiCile: stato di emergenza per incendi, almeno 10 morti

Si barrica in casa con 7 bambini: 4 morti nell'ennesima sparatoria in USA

Israele, i familiari degli ostaggi assaltano il Parlamento di GerusalemmeMangia cibo in un mercatino di Natale, 17enne in terapia intensiva per un’infezione da E. Coli

Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 144Feste del divorzio: è boom negli USA

Attacchi israeliani a Gaza: le accuse di genocidio da parte del Sudafrica

Sondaggio rivela: per gli elettori Joe Biden è troppo anziano per un secondo mandatoSiria, Israele attacca Damasco: uccisi quattro ufficiali iraniani

Ryan Reynold
Crolla miniera d'oro in Mali: morte più di 70 personeGiappone, tonno venduto all'asta per 720mila euroLa vedova di Navalny incontrerà oggi i ministri dell’Ue

trading a breve termine

  1. avatarUcraina vs Russia, Lukashenko: "Rischio guerra mondiale"MACD

    USA, decapita il padre e mostra la testa mozzata in video: arrestatoQatar, la proposta per la guerra: ostaggi liberi in cambio dell'esilio dei capi di HamasSpari dalla Corea del Nord: Seul risponde al fuocoNuove indiscrezioni sulla morte di Alexey Navalny, sarebbe stato avvelenato

    1. Aiuti a Kievi da USA e UE: ecco quali paesi finanziano l'Ucraina

      1. avatarAttacco in Yemen, Tajani: "Noi informati dagli USA"VOL

        Stoltenberg a Bruxelles: "Nato e Ue devono dare più finanziamenti a Kiev"

  2. avatarBiden valuta nuove sanzioni per la Russia dopo la morte di Alexey NavalnyCapo Analista di BlackRock

    Usa, auto si schianta contro pronto soccorso in Texas: 1 morto e 10 feritiUSA, parata per vittoria al Super Bowl finisce male: il bilancio della sparatoria a Kansas CityNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 133Ucraina, le parole del Ministro Crosetto

  3. Cisgiordania, 25 studenti arrestati in raid di Israele all'UniversitàElezioni Usa 2024, Biden sfida Trump in FloridaTelefonata Biden-Netanyahu: le opzioni per il futuro del popolo palestineseCittà del Messico, uomo apre il portello dell'aereo: arrestato

India, incendio in fabbrica di vernici: il bilancio delle vittime

India, top model si finge morta: chi è Poonam PandeyIsraele, l'accordo con i giornali internazionali mina il lavoro dei reporter*