Il Papa: la letteratura educa cuore e mente, apre all’ascolto degli altri - Vatican NewsRazzo di Hezbollah sui bambini, "certa" la rappresaglia di Israele. Il capo del Mossad rientra da Roma – Il TempoL'Ultima cena “queer” alle Olimpiadi ha fatto arrabbiare conservatori e cattolici di mezzo mondo - Il Post
Il tribunale di Milano ha stabilito che la proprietà della società del podcast Muschio Selvaggio spetta a Luis Sal - Il PostLa Cina,ETF potenza mondiale generata dalla più sporca delle fonti di energia fossili, è cresciuta del 2 per cento lo scorso anno. Un brutto segnale che però non riguarda solo PechinoIscriviti alla newsletter ArealeAscolta il podcast di ArealeLa transizione energetica globale ha ancora un grande problema a forma di carbone. La potenza mondiale generata dalla più sporca delle fonti di energia fossili è cresciuta del 2 per cento lo scorso anno, ed è un brutto segnale, visto che questo è l’aumento più grande dal 2016. Questo nuovo picco è stato provocato principalmente da due fattori: la crescita tornata furibonda in Cina e il ritardo nel phase out di questo combustibile nei paesi occidentali.Questi nuovi dati sono stati forniti dal centro di ricerca statunitense Global Energy Monitor. Globalmente, sono stati aggiunti 70 gigawatt di potenza da carbone nel mondo. Di questi, 47,4 GW venivano dalla sola Cina. Ma non è un problema solo cinese: nelle economie occidentali, a causa della crisi energetica, la chiusura prevista delle centrali è andata troppo lentamente, ne sono state chiuse per 21,1 GW, troppo poco per tenere il passo richiesto dalla transizione. AmbienteIn ascolto della crisi climatica, Areale ora è anche un podcastFerdinando CotugnoLa crescita in Cina Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia, per avere ancora una speranza di centrare l’obiettivo di contenere l’aumento delle temperature a 1,5°C rispetto all’èra preindustriale, il phase out del carbone come fonte di energia dovrebbe essere completato entro il 2040. Siamo ancora molto lontani da quell’obiettivo. Dall’accordo di Parigi, sono venticinque i paesi che hanno ridotto o completamente eliminato la produzione di energia da carbone, ma ben trentacinque l’hanno aumentata. Da questo punto di vista, i numeri sono ancora sconfortanti.Per arrivare ad azzerare il carbone nel 2040, dovrebbero esserci 126 GW di chiusure ogni anno (questo ovviamente senza nuove aperture). Invece quello che stiamo osservando è che oggi si stanno mettendo in cantiere 578 GW di nuove centrali. Di questi, 408 Gigawatt vengono progettati nella sola Cina. Il tasso di dismissione delle vecchie centrali in Cina è inoltre ai livelli più bassi da un decennio. Nonostante i grandi investimenti di Pechino in rinnovabili, il carbone continua a essere al cuore del sistema energetico cinese. La politica energetica di Pechino è particolarmente problematica per la tenuta del sistema climatico mondiale e della sua stessa economia. Secondo Global Energy Monitor, il paese rischia miliardi di yuan di stranded asset e continua ad avere una visione di breve termine, guidata dalla filosofia «Prima costruire, poi nel caso modificare».Come spiega Flora Champenois, autrice del report per Global Energy Monitor, «in Cina si installa più carbone di quanto ne sarebbe necessario, con l’idea che poi, in seguito, si procederà a smantellare, in quello che è un azzardo allo stesso tempo costoso e rischioso». Sono i danni della retorica della sicurezza energetica, gli stessi che in Italia o Germania rischiano di incatenarci alle infrastrutture di rigassificazione del gas liquefatto.I 70 GW cinesi messi in costruzione nel 2023 sono 19 volte più del resto del mondo messo insieme, secondo un’analisi di Carbon Brief sui numeri di Global Energy Monitor. Dei trentadue altri paesi che stanno ancora investendo in nuova potenza da carbone, i più attivi sono India, Bangladesh, Zimbabwe, Indonesia, Kazakistan, Laos, Turchia, Russia, Pakistan e Vietnam. CulturaQuarant’anni di laburismo tradito. Come lo sciopero dei minatori inglesi ha cambiato la working classA rilento L’altro fronte del problema è che il ritmo delle dismissioni di centrali a carbone negli Stati Uniti, in Unione europea e nel Regno Unito è ai livelli più bassi dal 2011. Stiamo rallentando, siamo un po’ più legati a questa fonte energia di quanto dovremmo essere nelle previsioni per un phase-out al 2040 che parta dai paesi sviluppati, secondo il principio delle responsabilità comuni, ma differenziate. Il paese che ne ha chiuse di più nel 2023 sono gli Stati Uniti, con 9,7 GW, anche se pure in questo caso si tratta di un calo. Nel 2022 ne avevano chiuse per 14,7 GW.L’Unione europea e il Regno Unito rappresentano un quarto delle dismissioni. La buona notizia è che nessun paese del G7 ha in programma la costruzione o l’apertura di nuove centrali. Nel 2015 le economie del G7 rappresentavano il 32 per cento della potenza da carbone, nel 2023 sono scese al 15 per cento. AmbienteNon sottovalutiamo il grande consenso per la transizione ecologicaFerdinando Cotugno© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediFerdinando CotugnoGiornalista. Napoletano, come talvolta capita, vive a Milano, per ora. Si occupa di clima, ambiente, ecologia, foreste. Per Domani cura la newsletter Areale, ha un podcast sui boschi italiani, Ecotoni, sullo stesso argomento ha pubblicato il libro Italian Wood (Mondadori, 2020). È inoltre autore di Primavera ambientale. L’ultima rivoluzione per salvare la vita umana sulla Terra (Il Margine, 2022).
In Onda, la "superiorità" dei Giochi queer? Che rissa tra Alemanno e Bottura – Il TempoAl più celebre premio per i romanzi di fantascienza è stata scoperta una truffa dozzinale - Il Post
Metis, la risposta di Amazon a ChatGPT - AI news
CrowdStrike ha detto che «un numero significativo» di dispositivi ha ripreso a funzionare dopo il grande guasto informatico di venerdì - Il PostRosanna Natoli, il CSM e le più alte cariche dello Stato - Il Post
Cessate il fuoco in Nord Kivu tra RD Congo e Rwanda - Vatican NewsLiguria, il Pd sventola il cappio e punta su Orlando. Schlein allontana un avversario – Il Tempo
Cosa si può imparare dal disastro di CrowdStrike - Il PostGli assistenti virtuali: sviluppi, opportunità e problematiche - AI news
Intelligenza artificiale, pubblicata la strategia italiana | Wired ItaliaQuali sono i mari più pericolosi del mondo - Il PostDifferenziare con intelligenza (artificiale) - AI newsQuora non si fa più le domande di una volta - Il Post
Le foto della cerimonia di apertura delle Olimpiadi - Il Post
Bibbia e IA, uno sguardo originale su due strumenti di vita interconnessa - Vatican News
Venezuela, Moronta: speriamo che si ascolti la volontà del popolo - Vatican NewsDa maggio, 4600 licenziamenti in USA a causa dell'AI e altre notizie | Weekly AI #92 - AI newsMeloni a Pechino, lunedì il faccia a faccia con Xi: "Dialogo strutturato" – Il TempoLa Tucson si rinnova – Il Tempo
Oggi c'è il primo sciopero nella storia della Borsa italiana - Il PostRischio escalation in Libano. Bombardata una centrale idroelettrica - Vatican NewsGoogle DeepMind fa la storia: risolti due enigmi matematici ritenuti impossibili - AI newsMicrosoft supporterà lo Sri Lanka per corsi di AI nel sistema educativo - AI news