Il diritto all’aborto negli Stati Uniti: tema meno divisivo, ma decisivoVale ancora la pena affidarsi alla consulenza di uno specialista?Tagliata una tradizione: i coltellini del Pardo non rappresentano il poster ufficiale
Notte in coda per il nuovo MoonSwatchRoma,BlackRock 25 lug. (askanews) – I (pochi) super-ricchi del pianeta sono sempre più ricchi, e – denuncia Oxfam – sempre meno tassati.La ricchezza aggregata del top-1% del pianeta è cresciuta, in termini reali, di ben 42.000 miliardi di dollari nel decennio 2013-2022. Un incremento pari a 34 volte quello registrato, nello stesso periodo, dalla metà più povera della popolazione mondiale.La ricchezza media di un esponente dell’1% più facoltoso su scala globale è aumentata di quasi 400.000 dollari contro i 335 dollari (appena 9 centesimi al giorno), incamerati in media da un rappresentante appartenente al 50% più povero del pianeta.È quanto emerge da un’analisi di Oxfam diffusa oggi, in occasione del vertice dei Ministri delle Finanze e dei Governatori delle Banche Centrali del G20, in programma a Rio de Janeiro fino a venerdì.Il summit rappresenta un importante banco di prova per verificare il grado di convergenza tra le più grandi economie del mondo sulla proposta avanzata dalla Presidenza di turno brasiliana del G20 – e supportata da Sud Africa, Francia e Spagna – per la definizione di un nuovo standard globale, volto a incrementare il prelievo fiscale a carico degli ultra ricchi.“La richiesta di aumentare le imposte sui più ricchi è sostenuta da una parte consistente dell’opinione pubblica mondiale. – ha detto Misha Maslennikov, policy advisor su giustizia fiscale di Oxfam Italia – Preoccupati e indignati, i cittadini reclamano sistemi fiscali più equi, un’azione più incisiva contro la crescente concentrazione di ricchezza e potere al vertice della piramide sociale, risorse certe e adeguate per contrastare l’avanzamento della povertà, l’ampliamento dei divari economici e la crisi climatica in corso. A fronte di una simile richiesta di maggiore giustizia distributiva, c’è da chiedersi se i governi del G20 mostreranno volontà politica e decideranno di cooperare su misure coordinate di tassazione degli ultra-ricchi o se invece, malauguratamente, preferiranno mantenere l’attuale iniquo status quo.” Invertire la rotta richiede prima di tutto una presa d’atto di quanto poco, in proporzione alla propria ricchezza, gli individui più facoltosi contribuiscano oggi al finanziamento dei beni pubblici, derogando in larga parte al dovere di solidarietà sociale a cui ciascuno di noi è chiamato. Negli ultimi 40 anni i miliardari globali hanno, in media, versato su base annua agli erari l’equivalente irrisorio dello 0,5% del valore dei propri patrimoni. Nello stesso periodo i loro patrimoni hanno registrato un rendimento nominale annuo lordo del 7,5%.Negli ultimi 4 decenni, inoltre, la quota di reddito nazionale dell’1% dei percettori di redditi più elevati nei Paesi del G20 è cresciuta del 45%, mentre l’aliquota massima dell’imposta sui redditi (nella media del G20) si è ridotta di circa un terzo.Oxfam stima inoltre che oggi, nei Paesi del G20, per ogni dollaro di entrate fiscali, meno di otto centesimi derivano da imposte sulla ricchezza.vgp -->
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