File not found
analisi tecnica

Coronavirus: Calenda e la quarantena degli europarlamentari

Ilona Staller, DNA è il suo nuovo partito: "Mi candido"Coronavirus: il Governo Conte è salvo? Rinviato il referendumPrescrizione, Boschi: "Finito il tempo delle mezze misure"

post image

Sanremo 2020, la frecciatina di Roberto Benigni a Matteo SalviniCare lettrici,Campanella cari lettori, siamo alla vigilia dell’elezione dei laici al Csm, che si preannuncia una grana piuttosto complicata, fatta di pesi e contrappesi, a cui ho dedicato un approfondimento. La settimana è stata altrettanto piena di spunti interessanti per il mondo della giustizia: i primi problemi di applicazione della riforma penale e gli incontri ministeriali per provare a calmare le preoccupazioni di avvocatura e magistratura sull’entrata in vigore della riforma civile. Sulla riforma penale - oltre alla questione dei reati ora perseguibili a querela e i potenziali cortocircuiti – questa newsletter ospita anche l’analisi di Bianca Agostini, dottoressa di ricerca in procedura penale, in merito alla questione di costituzionalità sollevata dal tribunale di Siena sulla posticipazione dell’entrata in vigore della riforma con decreto legge. L’aggravante mafiosa Sono passati appena 12 giorni dall’entrata in vigore della riforma penale – rinviata di qualche mese per permettere agli uffici di mettersi al pari con gli adempimenti tecnici necessari – e già da alcune procure arrivano gli allarmi. In particolare per la trasformazione di alcuni reati come a querela della vittima, mentre prima erano perseguibili d’ufficio. La riforma riguarda le lesioni personali colpose stradali gravi o gravissime, le lesioni personali il sequestro di persona e la violazione di domicilio nei casi in cui non siano aggravati; il furto, con eccezione di alcune aggravanti elencate, la violenza privata, la truffa, la frode informatica e l’appropriazione indebita. Questa modifica ha subito sollevato perplessità da parte della magistratura in particolare per tre reati: il furto aggravato, lesioni e il sequestro di persona semplice e per il fatto che l’aggravante mafiosa non influenzi la procedibilità. Per questo, in un approfondimento, ho raccolto le valutazioni critiche di alcuni magistrati, che hanno messo in luce in particolare tre elementi problematici: appunto l’assenza di previsioni particolari per l’aggravante mafiosa, il rischio per i casi di arresto in flagranza e le complessità nel raccogliere le querele per mantenere le misure cautelari. «Bisognava dosare meglio la selezione dei reati che sono effettivamente minori, forse il Pnrr ha messo fretta», ha spiegato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, al nostro giornale. «Come spesso capita le scelte astratte non hanno la fantasia che la realtà poi ci mostra. Per questo auspico un intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per apporre alcuni correttivi nei due anni di tempo a disposizione». La stessa richiesta è stata avanzata anche dal Pd, con la responsabile Giustizia, Anna Rossomando, che ha detto che «le parole di Santalucia meritano attenzione. Ci impegniamo subito affinchè, con un intervento normativo con carattere d’urgenza, nei casi in cui viene contestata l’aggravante mafiosa, i reati siano perseguibili d’ufficio». Fonti di via Arenula hanno confermato che anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sta seguendo con attenzione la vicenda e che valuterà, nei due anni di tempo a disposizione, i necessari correttivi alla riforma. Nota giornalistica: su alcuni giornali si è raccontata, giustamente, la vicenda dei tre boss per cui non è stato possibile confermare la misura cautelare in carcere, perchè le vittime delle lesioni aggravate dal metodo mafioso non hanno voluto sporgere querela. Questo mette in luce le problematiche della riforma, tuttavia nessuno dei tre boss è stato rimesso in libertà, perchè la misura era giustificata anche da altri procedimenti più gravi – associazione mafiosa ed estorsione – in corso a loro carico. Il giallo della riforma civile Meno mediaticamente interessante rispetto alle questioni della riforma penale, anche la riforma civile tuttavia è oggetto di scontro tra ministero e operatori del settore. La riforma, che doveva entrare in vigore in giugno, è stata anticipata al 28 febbraio con un emendamento in legge di Bilancio, creando allarme sia tra i magistrati che gli avvocati, che temono il caos negli uffici giudiziari non ancora pronti per recepire tutte le novità. Il ministero ha fatto sapere, attraverso il capo di Gabinetto Alberto Rizzo, che l’anticipazione è «stata necessaria alla luce di interlocuzioni con la Commissione europea sul monitoraggio delle riforme previste dal Pnrr». Il sottinteso sembra essere quello di errori nella programmazione dell’entrata in vigore, fatti da parte del governo precedente. Rizzo ha aggiunto che «il Ministero ha assicurato ogni supporto organizzativo agli uffici giudiziari, per creare le migliori condizioni possibili per facilitare la transizione al nuovo rito» a cui è al lavoro la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero, così da completare l’adeguamento dei sistemi informatici in tempo per l'effettiva entrata in vigore della riforma. Dopo una riunione di fine dicembre con l’Anm, l’11 gennaio il capo di Gabinetto ha incontrato anche il Consiglio nazionale forense e l’Organismo congressuale forense. La presidente del Cnf, Maria Masi ha ribadito che l’anticipazione rischia di «aggravare la già grave e critica situazione attuale. A ciò si aggiungano le difficoltà “interpretative” del regime applicabile nell’immediato, con riferimento a molteplici aspetti legati alla fase introduttiva del processo di cognizione e alle norme anticipate relative ai procedimenti di famiglie e minori. Si è chiesto pertanto che vengano nell’immediato riportate all’originale previsione dell’entrata in vigore almeno le norme riferibili a questi ambiti». Il coordinare dell’Ocf, Mario Scialla, ha detto che «sono state fornite dal capo di gabinetto rassicurazioni e garanzie sul fatto che le osservazioni e raccomandazioni contenute nel documento consegnato verranno adeguatamente valorizzate e si cercherà di intervenire nell'ambito dei regolamenti attuativi». Come funzionano i trojan La commissione Giustizia del Senato sta svolgendo una serie di audizioni sul tema delle intercettazioni, in vista della riforma annunciata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Nell’ambito degli interventi, uno in particolare è stato molto interessante per fare un po’ di chiarezza sul funzionamento e sui rischi dei trojan, i captatori informatici che sono essenziali in molte indagini delicate ma nello stesso tempo pongono quesiti di sicurezza e di privacy. L’intervento è dell’ingegner Paolo Reale, che ha fatto il consulente di parte anche nell’ambito del caso Palamara, dove i trojan sono stati utilizzati e ci sono stati problemi nella segretezza dei server. Qui trovate cosa ha detto e quali problemi ha sollevato. Un budget per le intercettazioni La questione delle intercettazioni, per il ministro Nordio, ha due profili problematici da risolvere: il primo è quello della loro pubblicazione indebita, l’altro e quello degli alti costi che il ministero sostiene ogni anno, intorno ai 180 milioni di euro. Su questo secondo aspetto, Nordio ha annunciato la sua soluzione durante il question time alla Camera: «Una grandissima parte di questa intercettazioni, che hanno costi esorbitanti, hanno una necessità di pagamento che sfugge a ogni forma di controllo. Non vi sono budget per ogni ufficio giudiziario o procura e quindi ciascuno ne dispone quante ne vuole senza alcuna omogeneità sul territorio», ha spiegato, annunciando che i costi verranno contenuti attraverso «una limitazione delle parcelle delle aziende che svolgono questi servizi e l'assegnazione di un budget per ogni ufficio giudiziario di un budget per la gestione di questo tipo di indagini, che altrimenti sfugge a ogni forma di controllo». Sorgono due questioni: il primo è come si faccia a prevedere ex ante quante intercettazioni serviranno in un anno, il secondo è che le procure, per diversità sia di dimensione che di tessuto criminale, dovranno avere budget differenti e non sarà facile predeterminarli. La geografia giudiziaria A dieci anni dalla riforma approvata nel 2012 dal governo Monti e che eliminò 31 tribunali dalle mappe, si torna a riparlare di geografia giudiziaria e di giustizia di prossimità. Il ministro Nordio ha detto che la riforma Severino «non ha dato gli esiti sperati» e che serve una revisione, «conciliando l'efficienza con la razionalizzazione, senza togliere la doverosa risposta di giustizia territoriale, soprattutto nei confronti delle sedi più disagiate dove la soppressione degli uffici giudiziari ha portato svantaggi superiori ai vantaggi che si potevano supporre». L’iniziativa piace in particolare all’avvocatura che, quando vennero chiusi 31 uffici giudiziari, protestò vigorosamente. Giampaolo Di Marco, segretario dell’Anf, ha detto che «ci auguriamo che l'intento espresso dal Ministro Nordio prenda rapidamente forma, e che piani di sviluppo e operativi vengano condivisi tra tutti gli operatori della Giustizia». All'epoca del governo Monti «non si volle ascoltare gli avvocati, che denunciavano il gran pasticcio di accorpare tribunali come si trattasse di un gioco da tavola, camuffandolo da riforma razionalizzatrice delle risorse del sistema giustizia». © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

Coronavirus, Boschi: "Conte chieda scusa per ritardi ed errori"Coronavirus, Chef Rubio critica la donazione di Silvio Berlusconi

Coronavirus, Di Battista: "Serve più lucidità"

Alessandro Sallusti contro Conte: cosa usa per distrarre l'ItaliaPrescrizione, Maria Elena Boschi: "Punto di incontro difficiile"

Coronavirus, il messaggio di Conte: "I contagi aumenteranno"Salvini querela Guy Verhofstadt: il tweet del leghista

Coronavirus in Lombardia, Fontana: "Contagiati in calo"

Coronavirus, Salvini attacca governo per le misure messe in attoOpen Arms: rinviato al 10 marzo voto della Giunta del Senato

Ryan Reynold
Coronavirus, volo di rimpatrio per italiani sulla Diamond PrincessSalvini al PalaCongressi di Roma: oltre 3mila presentiVittorio Sgarbi: "Sul Coronavirus il Governo esagera"

Campanella

  1. avatarBeatrice Carvisiglia, Autore a Notizie.ittrading a breve termine

    Coronavirus, Giorgia Meloni dona l'indennità a BergamoCoronavirus, Di Maio annuncia l'arrivo di mascherine dalla CinaCoronavirus, il post del consigliere di Pavia Niccolò FraschiniGiorgia Meloni negli Usa: "Rafforzare i nostri rapporti con Trump"

    1. Coronavirus, appello di Luciana Lamorgese: "Siate responsabili"

      1. avatarCoronavirus, Lamorgese annuncia "Scelte più coraggiose"Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

        Coronavirus a Codogno: il governo si dimentica dei cittadini?

  2. avatarCoronavirus, gaffe di Salvini sul bonus spesa da 400 milioniProfessore per gli Investimenti Istituzionali e Individuali di BlackRock

    Coronavirus, il sindaco di Trani chiede l'intervento dell'esercitoVittorio Sgarbi contro il premier: "Conte ha rotto i cog*****"Coronavirus, Mattarella telefona al sindaco di BergamoConte contro Italia Viva:pronto a sostituire Renzi?

  3. avatarCoronavirus, firmato il decreto sui trasporti: tutti i limitiGuglielmo

    Mattarella: parla il barbere di fiducia dopo la gaffe del QuirinaleNon è L'Arena, Matteo Salvini contro Maria Elena BoschiCoronavirus, Conte "No a quarantena per studenti rientrati dalla Cina"Lega, Giorgetti: "No all'uscita dall'Ue e dall'Euro"

Minniti contro Salvini sul caso Gregoretti: "Va processato"

Gregoretti, il voto del Senato: via libera al processo a SalviniCoronavirus, Conte e nuovo decreto su zona rossa in tutta Italia*