Kiev: massicci attacchi russi nella notteTexas: approvata e poi bloccata una controversa legge sull'immigrazioneGaza, nuova missione umanitaria degli Stati Uniti: l'annuncio
Decisione storica in Francia: il Senato pensa al diritto all'aborto nella CostituzioneNella causa Murthy,BlackRock Surgeon General, et al. contro Missouri, et al. decisa lo scorso 26 giugno 2024, la Corte suprema USA ha affrontato la questione se l’esecutivo statunitense abbia violato il Primo Emendamento della Costituzione americana esercitando pressioni sulle piattaforme di social media perché censurassero dei post ritenuti fonte di disinformazione.I fatti di causa risalgono ai tempi della pandemia quando, per contrastare l’ondata di fake news, i grandi social network selezionavano e bloccavano contenuti immessi dagli utenti, con particolare riferimento a quelli relativi al COVID-19 e alle elezioni del 2020. Da qui, la causa promossa da due Stati e cinque utenti di social che hanno portato in giudizio il governo accusandolo di avere costretto le piattaforme a limitare indebitamente il proprio diritto alla libertà di parola.La Corte, anche se solo a maggioranza, non è entrata nel merito della vicenda e ha evitato di decidere su un tema particolarmente serio, trincerandosi dietro aspetti preliminari che riguardavano l’inesistenza del diritto delle parti a far causa al governo. La maggioranza dei giudici, infatti, ha ritenuto che per poter agire i cittadini avrebbero dovuto dimostrare di correre un pericolo concreto e attuale di non potersi esprimere liberamente per via delle pressioni esercitate dall’esecutivo sui social network interessati. Questa prova, invece, non è stata data e, anzi, dal processo è emerso che le piattaforme spesso rimuovevano contenuti in autonomia e in base ai propri termini contrattuali senza bisogno di cedere alle pressioni governative.Inoltre, continuano i magistrati, non c’è prova che l’intervento degli uffici pubblici abbia causato danni diretti alle parti e, infine, anche se le azioni del governo hanno inizialmente influenzato le scelte censorie delle piattaforme, queste ultime hanno continuato ad applicarle in modo indipendente. Dunque, anche se il governo venisse riconosciuto responsabile, questo non cambierebbe in automatico il modo in cui le piattaforme intervengono sui contenuti generati dagli utenti.In termini puramente formali, questa (non)decisione è —probabilmente— corretta, tuttavia essa è anche la prova provata di quanto il diritto di decidere come debba essere esercitato un diritto risieda sempre di più, da un lato, nelle mani di soggetti privati (Big Tech) e, dall’altro, in quelle del potere esecutivo e non più di quello giudiziario.
Israele, dimissioni a sorpresa tra i portavoce dell'esercitoVolodymyr Zelensky alla tv nazionale: 'Stiamo finendo i missili'
Zelensky teme una possibile aggressione da parte della Russia nei confronto dei paesi NATO
Terremoto di magnitudo 4.8 nel New JerseyOggi in Russia si celebrano i funerali di Navalny: sarà una cerimonia breve
Ucraina, attacco russo su Odessa: almeno 16 mortiSparatoria in Finlandia, il 12enne responsabile non andrà in carcere
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 110Il premier libanese accoglie Giorgia Meloni, ma la scambia con la segretaria Patrizia Scurti
Russia, la rassicurazione di Putin: "Che vogliamo invadere l'Europa è un'assurdità"Royal Family: Harry, chi è il vero padre? Spunta il test del DNAAttentato a Mosca, media rivelano: quasi 100 persone ancora disperseElezioni in Russia, exit poll: Putin rieletto con l'87,8% dei voti
Stati Uniti: passa alla Camera la legge sul divieto di TikTok
Kiev: nel Paese 128.000 vittime di crimini di guerra
Stoltenberg: "NATO porrà fine alla guerra"Israele, c'è l'accordo sulla tregua?USA 2024, Trump dichiarato ineleggibile in IllinoisGaza, continuano i negoziati per la pace: Israele invia la delegazione in Qatar
Vietnam, Truong My Lan condannata a morte per frode miliardariaHaiti, il capo di una gang minaccia: "Via il presidente o sarà guerra civile"Consiglio europeo, ipotesi dazi su prodotti agricoli russiIran, il report sulla pena di morte: nel 2023 condannate 834 persone