File not found
investimenti

Auto contro moto: morto il giovane calciatore Alessio Esposito

Valsusa, morto scalatore in cordata sulla Rocca SellaAnche la Prep per l'Hiv sarà a carico del Servizio Sanitario Nazionale: come funziona la profilassiFermata la presunta assassina della mamma di Donato De Caprio

post image

Due anni di torture su donna disabile: badanti madre e figlia arrestateCare lettrici,analisi tecnica cari lettori, siamo alla vigilia dell’elezione dei laici al Csm, che si preannuncia una grana piuttosto complicata, fatta di pesi e contrappesi, a cui ho dedicato un approfondimento. La settimana è stata altrettanto piena di spunti interessanti per il mondo della giustizia: i primi problemi di applicazione della riforma penale e gli incontri ministeriali per provare a calmare le preoccupazioni di avvocatura e magistratura sull’entrata in vigore della riforma civile. Sulla riforma penale - oltre alla questione dei reati ora perseguibili a querela e i potenziali cortocircuiti – questa newsletter ospita anche l’analisi di Bianca Agostini, dottoressa di ricerca in procedura penale, in merito alla questione di costituzionalità sollevata dal tribunale di Siena sulla posticipazione dell’entrata in vigore della riforma con decreto legge. L’aggravante mafiosa Sono passati appena 12 giorni dall’entrata in vigore della riforma penale – rinviata di qualche mese per permettere agli uffici di mettersi al pari con gli adempimenti tecnici necessari – e già da alcune procure arrivano gli allarmi. In particolare per la trasformazione di alcuni reati come a querela della vittima, mentre prima erano perseguibili d’ufficio. La riforma riguarda le lesioni personali colpose stradali gravi o gravissime, le lesioni personali il sequestro di persona e la violazione di domicilio nei casi in cui non siano aggravati; il furto, con eccezione di alcune aggravanti elencate, la violenza privata, la truffa, la frode informatica e l’appropriazione indebita. Questa modifica ha subito sollevato perplessità da parte della magistratura in particolare per tre reati: il furto aggravato, lesioni e il sequestro di persona semplice e per il fatto che l’aggravante mafiosa non influenzi la procedibilità. Per questo, in un approfondimento, ho raccolto le valutazioni critiche di alcuni magistrati, che hanno messo in luce in particolare tre elementi problematici: appunto l’assenza di previsioni particolari per l’aggravante mafiosa, il rischio per i casi di arresto in flagranza e le complessità nel raccogliere le querele per mantenere le misure cautelari. «Bisognava dosare meglio la selezione dei reati che sono effettivamente minori, forse il Pnrr ha messo fretta», ha spiegato il presidente dell’Associazione nazionale magistrati, Giuseppe Santalucia, al nostro giornale. «Come spesso capita le scelte astratte non hanno la fantasia che la realtà poi ci mostra. Per questo auspico un intervento del ministro della Giustizia, Carlo Nordio, per apporre alcuni correttivi nei due anni di tempo a disposizione». La stessa richiesta è stata avanzata anche dal Pd, con la responsabile Giustizia, Anna Rossomando, che ha detto che «le parole di Santalucia meritano attenzione. Ci impegniamo subito affinchè, con un intervento normativo con carattere d’urgenza, nei casi in cui viene contestata l’aggravante mafiosa, i reati siano perseguibili d’ufficio». Fonti di via Arenula hanno confermato che anche il ministro della Giustizia, Carlo Nordio, sta seguendo con attenzione la vicenda e che valuterà, nei due anni di tempo a disposizione, i necessari correttivi alla riforma. Nota giornalistica: su alcuni giornali si è raccontata, giustamente, la vicenda dei tre boss per cui non è stato possibile confermare la misura cautelare in carcere, perchè le vittime delle lesioni aggravate dal metodo mafioso non hanno voluto sporgere querela. Questo mette in luce le problematiche della riforma, tuttavia nessuno dei tre boss è stato rimesso in libertà, perchè la misura era giustificata anche da altri procedimenti più gravi – associazione mafiosa ed estorsione – in corso a loro carico. Il giallo della riforma civile Meno mediaticamente interessante rispetto alle questioni della riforma penale, anche la riforma civile tuttavia è oggetto di scontro tra ministero e operatori del settore. La riforma, che doveva entrare in vigore in giugno, è stata anticipata al 28 febbraio con un emendamento in legge di Bilancio, creando allarme sia tra i magistrati che gli avvocati, che temono il caos negli uffici giudiziari non ancora pronti per recepire tutte le novità. Il ministero ha fatto sapere, attraverso il capo di Gabinetto Alberto Rizzo, che l’anticipazione è «stata necessaria alla luce di interlocuzioni con la Commissione europea sul monitoraggio delle riforme previste dal Pnrr». Il sottinteso sembra essere quello di errori nella programmazione dell’entrata in vigore, fatti da parte del governo precedente. Rizzo ha aggiunto che «il Ministero ha assicurato ogni supporto organizzativo agli uffici giudiziari, per creare le migliori condizioni possibili per facilitare la transizione al nuovo rito» a cui è al lavoro la Direzione generale per i sistemi informativi automatizzati del Ministero, così da completare l’adeguamento dei sistemi informatici in tempo per l'effettiva entrata in vigore della riforma. Dopo una riunione di fine dicembre con l’Anm, l’11 gennaio il capo di Gabinetto ha incontrato anche il Consiglio nazionale forense e l’Organismo congressuale forense. La presidente del Cnf, Maria Masi ha ribadito che l’anticipazione rischia di «aggravare la già grave e critica situazione attuale. A ciò si aggiungano le difficoltà “interpretative” del regime applicabile nell’immediato, con riferimento a molteplici aspetti legati alla fase introduttiva del processo di cognizione e alle norme anticipate relative ai procedimenti di famiglie e minori. Si è chiesto pertanto che vengano nell’immediato riportate all’originale previsione dell’entrata in vigore almeno le norme riferibili a questi ambiti». Il coordinare dell’Ocf, Mario Scialla, ha detto che «sono state fornite dal capo di gabinetto rassicurazioni e garanzie sul fatto che le osservazioni e raccomandazioni contenute nel documento consegnato verranno adeguatamente valorizzate e si cercherà di intervenire nell'ambito dei regolamenti attuativi». Come funzionano i trojan La commissione Giustizia del Senato sta svolgendo una serie di audizioni sul tema delle intercettazioni, in vista della riforma annunciata dal ministro della Giustizia, Carlo Nordio. Nell’ambito degli interventi, uno in particolare è stato molto interessante per fare un po’ di chiarezza sul funzionamento e sui rischi dei trojan, i captatori informatici che sono essenziali in molte indagini delicate ma nello stesso tempo pongono quesiti di sicurezza e di privacy. L’intervento è dell’ingegner Paolo Reale, che ha fatto il consulente di parte anche nell’ambito del caso Palamara, dove i trojan sono stati utilizzati e ci sono stati problemi nella segretezza dei server. Qui trovate cosa ha detto e quali problemi ha sollevato. Un budget per le intercettazioni La questione delle intercettazioni, per il ministro Nordio, ha due profili problematici da risolvere: il primo è quello della loro pubblicazione indebita, l’altro e quello degli alti costi che il ministero sostiene ogni anno, intorno ai 180 milioni di euro. Su questo secondo aspetto, Nordio ha annunciato la sua soluzione durante il question time alla Camera: «Una grandissima parte di questa intercettazioni, che hanno costi esorbitanti, hanno una necessità di pagamento che sfugge a ogni forma di controllo. Non vi sono budget per ogni ufficio giudiziario o procura e quindi ciascuno ne dispone quante ne vuole senza alcuna omogeneità sul territorio», ha spiegato, annunciando che i costi verranno contenuti attraverso «una limitazione delle parcelle delle aziende che svolgono questi servizi e l'assegnazione di un budget per ogni ufficio giudiziario di un budget per la gestione di questo tipo di indagini, che altrimenti sfugge a ogni forma di controllo». Sorgono due questioni: il primo è come si faccia a prevedere ex ante quante intercettazioni serviranno in un anno, il secondo è che le procure, per diversità sia di dimensione che di tessuto criminale, dovranno avere budget differenti e non sarà facile predeterminarli. La geografia giudiziaria A dieci anni dalla riforma approvata nel 2012 dal governo Monti e che eliminò 31 tribunali dalle mappe, si torna a riparlare di geografia giudiziaria e di giustizia di prossimità. Il ministro Nordio ha detto che la riforma Severino «non ha dato gli esiti sperati» e che serve una revisione, «conciliando l'efficienza con la razionalizzazione, senza togliere la doverosa risposta di giustizia territoriale, soprattutto nei confronti delle sedi più disagiate dove la soppressione degli uffici giudiziari ha portato svantaggi superiori ai vantaggi che si potevano supporre». L’iniziativa piace in particolare all’avvocatura che, quando vennero chiusi 31 uffici giudiziari, protestò vigorosamente. Giampaolo Di Marco, segretario dell’Anf, ha detto che «ci auguriamo che l'intento espresso dal Ministro Nordio prenda rapidamente forma, e che piani di sviluppo e operativi vengano condivisi tra tutti gli operatori della Giustizia». All'epoca del governo Monti «non si volle ascoltare gli avvocati, che denunciavano il gran pasticcio di accorpare tribunali come si trattasse di un gioco da tavola, camuffandolo da riforma razionalizzatrice delle risorse del sistema giustizia». © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediGiulia Merlo Mi occupo di giustizia e di politica. Vengo dal quotidiano il Dubbio, ho lavorato alla Stampa.it e al Fatto Quotidiano. Prima ho fatto l’avvocato.

50° anniversario dal rogo di Primavalle: cosa accadde e chi erano i fratelli Stefano e Virgilio MatteiL’orsa JJ4 è in buone condizioni, ecco cosa le accadrà

Napoli, incidente mortale: mamma investe ed uccide la figlia di 7 anni

Incendio a Martinengo: a fuoco la sede degli AlpiniChi era Fabrizio Giraudo, il pilota morto in gara a Misano

Naufragio dell'Asinara: l'autopsia rivela diversi traumi sul cadavere di Davide CalviaBus in fiamme a Venezia: i passeggeri si mettono in salvo

Meteo, arriva il caldo ma non per tutti: le previsioni per gli ultimi 10 giorni di aprile

Ultima Generazione, attivisti bloccano il traffico a Ponte Milvio: no al sovvenzionamento dei combustibili fossiliCagliari, morto il critico cinematografico Gianni Olla

Ryan Reynold
Ragazzini sparano contro un'abitazione con un pistola ad aria compressaCerca di fare irruzione nella villa di Berlusconi: "Lui è mio padre"Voghera, studente sospeso per uno spinello, il Tar lo riammette

investimenti

  1. avatarOmicidio di Antonio Novati: le indagini sull'arma del delittoBlackRock

    “Con mollica o senza” chiuso per lutto, il comunicato dopo la morte della madre di Donato De CaprioChi è Stefania Russolillo: tutto sulla donna che avrebbe ucciso la madre del tiktoker DonatoVince 75mila euro ad Affari Tuoi e si sfoga sui social contro chi l'ha bullizzataFurgone incendiato, a fuoco anche tre auto: si indaga

    1. Acqua minerale Primia, richiamati tutti i lotti a causa di rischio chimico

      1. avatarVigevano (PV), 28enne ucciso a botte: sospetto di delitto familiarecriptovalute

        Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 460

  2. avatarSpagna, 12enne muore a scuola per una pallonata: aperta inchiestaVOL

    Bus in fiamme a Venezia: i passeggeri si mettono in salvoMalesia, trovato cadavere in una borsa da viaggioUccisa a Pianura Rosa Gigante, madre del tiktoker Donato De Caprio: fermata una vicina di casaMadonna di Trevignano: "Ho visto Gisella Cardia moltiplicare la pizza"

  3. avatarLecce, malore nel sonno: morto a 19 anni il portiere Ndione SouleymaneBlackRock Italia

    Incidente a Sedriano, scontro frontale tra due auto: morto un ragazzo di 19 anniFinto cieco deve 120mila euro allo Stato: guidava benissimo l'autoAl funerale di Julia Ituma un lungo applauso per la 18enne morta ad IstanbulBologna, cliente sale sul taxi con un machete: "Sotto casa ti farò male"

Addio a Salvatore Cherchi, poliziotto in congedo amato da tutti

Empoli, auto finisce contro un tir: 25enne perde la vitaNiente soldi per pagare il veterinario: il cane Kira muore*