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Il “rimprovero” della Svizzera: “L’Italia ci tolga dalla black list”La dignità dell’uomo,VOL lo Stato di diritto, la democrazia, la separazione dei poteri sono principi fondanti dell’Unione Europea e sono oggi soggetti a stress ed al rischio di ridimensionamento, tanto repentino quanto pericoloso Qui per iscriversi alla newsletter giuridica “In contraddittorio” *Magistrato, coordinamento nazionale di Area DG Area Democratica per la Giustizia è da sempre attenta al panorama internazionale, consapevole che i magistrati non possano sottrarsi alla riflessione sui grandi temi del nostro tempo - le migrazioni, la sostenibilità ambientale, la minaccia terroristica, la pace fra i popoli. In questo senso è importante seguire il dibattito sul rispetto, anche negli altri Stati e negli altri ordinamento, dei principi fondativi dello Stato di diritto, sulla democrazia, sulla tutela dei diritti umani: la rule of law, infatti, non costituisce un patrimonio acquisito per sempre, va preservato e sostenuto. Per questo è stato organizzato, nel corso dell’ultimo anno, un bellissimo convegno a Torino e nel corso del recente congresso di Palermo abbiamo ascoltato l’intervento del giudice polacco Bogdan Jerdrys. C’è infatti una tendenza comune che porta alla erosione dell’indipendenza del potere giudiziario, che è invece un indicatore fondamentale della salute della democrazia e soprattutto è funzionale alla tutela dei diritti ed all’accesso alla giustizia dei cittadini. In Polonia, da quando, nel 2015, il partito conservatore Diritto e Giustizia aveva ottenuto la maggioranza assoluta, sono cominciate riforme del sistema giudiziario che, sebbene assunte con il dichiarato scopo di renderlo più efficiente e meno corrotto, in realtà sono state giudicate in pieno conflitto con il principio di separazione dei poteri, tanto da indurre la Commissione Europea a prospettare la necessaria operatività dell’Art. 7 del Trattato sull’Unione ed il Parlamento Europeo ad adottare nel 2021 una risoluzione denominata “Crisi dello Stato di diritto in Polonia e primato del diritto della UE”; su altro fronte, quello della tutela dei diritti LGBT, l’adozione, nel 2019, della Carta per i diritti della famiglia era sfociata nell’apertura di un’altra procedura di infrazione; infine, la guerra in Ucraina e la gestione della crisi di confine con la Bielorussia ha indotto la Commissione Europea ad adottare misure di sostegno temporanee per la Polonia in tema di misure di asilo e rimpatrio, la cui verificabilità tuttavia parrebbe poco riscontrabile. Le recenti elezioni in Polonia, con il ridimensionamento del partito Diritto e Giustizia, aprono altre e più ottimistiche prospettive per il rispetto del principio di separazione dei poteri. Sul fronte turco, la situazione ha assunto tratti di drammaticità, soprattutto considerando che dal 1999 la Turchia possiede lo status di paese candidato ad entrare nella Unione Europea. La situazione era precipitata dopo il 15 luglio 2016 quando il governo aveva predisposto una decretazione di urgenza contenente liste di proscrizione ed, improvvisamente, molti magistrati, insieme ad accademici, intellettuali, giornalisti, difensori dei diritti umani venivano sottoposti a custodia cautelare in carcere. L’attenzione alle condizioni di esercizio della giurisdizione negli altri paesi, per fortuna, diventano patrimonio comune come dimostra il Seminario, tenuto presso il CSM nel luglio 2021 e fortemente voluto da Alessandra Dal Moro, dal titolo “La crisi dello Stato di Diritto e l’indipendenza della Magistratura”. La dignità dell’uomo, lo Stato di diritto, la democrazia, la separazione dei poteri sono principi fondanti dell’Unione Europea e sono oggi soggetti a stress ed al rischio di ridimensionamento, tanto repentino quanto pericoloso: è importante, per questo, monitorare la salute della Rule of Law, per cogliere segni premonitori e avvisaglie di un suo depotenziamemto. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediBarbara Benzi
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