Rapimento Kata, l'analisi dell'urlo registrato dalla telecamera: "Compatibile con la voce di una bambina"Bimba scomparsa a Firenze, convocato vertice in PrefetturaMeteo, ancora instabilità climatica a luglio ma sta per arrivare l’anticiclone africano
Pulmino sbanda e si capovolge: sette feriti, tra cui un minoreLa Corporate Sustainability Due Diligence non ha i voti. Ora la direttiva europea dovrà essere rinegoziata. La normativa impone alle grandi aziende di verificare la tutela dei lavoratori e della sostenibilità ambientale all’interno di tutta la catena del valoreI lavoratori delle catene di approvvigionamento globali restano esposti alla violazione dei diritti umani. Anche in Europa,investimenti dove i prodotti del loro sfruttamento potranno continuare a essere venduti senza l’obbligo per le multinazionali di intervenire per evitarlo. E questo nonostante almeno la metà delle più grandi aziende di estrazione e abbigliamento al mondo facciano poco o nulla per proteggere i lavoratori impiegati nel loro intero ciclo produttivo.Dopo vari rinvii, questa settimana i governi europei avrebbero dovuto trovare un’intesa per approvare la direttiva comune sulla due diligence aziendale, ma il voto contrario della Svezia e l’astensione in blocco di almeno 14 paesi europei (Italia compresa) ha fatto mancare la maggioranza qualificata necessaria per votare. Così la presidenza belga del Consiglio dell’Unione europea ha rimandato il voto e la Corporate Sustainability Due Diligence dovrà essere rinegoziata.Per Hannah Storey, consulente per le politiche su imprese e diritti umani di Amnesty International «il mancato appoggio del Consiglio dell’Ue a una nuova legge vitale sulla catena di approvvigionamento è una vergognosa battuta d’arresto per i diritti umani». PoliticaAttaccare i lavoratori in nome del capitale: il vero volto di MeloniFrancesca De BenedettiLa normativa avrebbe obbligato le aziende di ogni settore con più di 500 dipendenti e un fatturato netto superiore a 150 milioni di euro a verificare la tutela dei lavoratori e della sostenibilità ambientale all’interno di tutta la propria catena del valore, dall’estrazione delle materie prime alle forniture, fino alla distribuzione del prodotto finale.Secondo il documento, le aziende che non impediscono le violazioni dei diritti umani e che non adeguano il proprio modello di business all’accordo di Parigi sui cambiamenti climatici devono assumersene la responsabilità civile. Tra le sanzioni previste, il ritiro dal mercato dei prodotti e multe pari ad almeno il 5% del fatturato netto globale delle aziende coinvolte. Le imprese straniere che non rispettano le regole rischiano poi l’esclusione dagli appalti pubblici europei e il blocco delle esportazioni verso l’Europa.L’accordo sul testo era stato raggiunto a dicembre da Parlamento, Commissione e Consiglio europei, ma la minaccia di una sua bocciatura in sede di voto da parte di alcuni Stati membri è rimasta costante. Anche questa volta, i rappresentanti di Italia, Germania, Francia, Bulgaria, Slovacchia, Ungheria, Lussemburgo, Estonia, Finlandia, Lituania, Repubblica Ceca, Malta e Austria hanno scelto di boicottarne l’approvazione.Il ministro della Giustizia tedesco Marco Buschmann, il cui governo è tra i principali oppositori della direttiva, ha scritto su X che «c’erano troppe ragioni oggettive contro l’attuale proposta: troppa burocrazia, troppi nuovi rischi di responsabilità, requisiti di due diligence ingestibili – e troppo pochi benefici chiaramente visibili». CommentiAziende e violazioni dei diritti umani: stop tedesco alla UeDIRITTI UMANI AL PALOEppure l’ultimo Corporate Human Rights Benchmark rivela che, su 112 big companies globali analizzate, il 55 per cento non ha fornito alcuna prova di identificazione o mitigazione dei rischi e degli abusi legati ai diritti umani nelle proprie catene di approvvigionamento e produzione. Nonostante il 77 per cento delle aziende esaminate nel report del 2023 dica di impegnarsi a rispettare i diritti umani, quelle che dimostrano di mettere in pratica le proprie policy pubbliche, per esempio fornendo una formazione mirata ai dirigenti e ai lavoratori, sono solo il 27 per cento.Nel settore dell’estrazione fanno peggio ArcelorMittal, Gazprom e Lukoil, valutate con punteggi che vanno dal 3 allo 0 sui 25 punti totali assegnati dalla World Benchmarking Alliance in relazione a come le aziende monitorano e garantiscono i diritti umani nelle proprie attività quotidiane. Gli stessi scarsi risultati sono condivisi nel settore dell’abbigliamento da marchi come Nike (3,1 punti), Foot Locker (0,9) e Shein (0,9). In quello dell’alta moda da LVMH Moet Hennessy - Louis Vuitton (5,5), la holding multinazionale francese specializzata in beni di lusso, Ferragamo (1,4) e Prada (0,5), tra gli altri.Nella maggior parte dei casi, secondo il report, si tratta di aziende che non richiedono ai propri fornitori di rispettare il diritto dei lavoratori alla libertà di associazione e di contrattazione collettiva né di vietare intimidazioni, ritorsioni, molestie e violenze nei confronti di membri e rappresentanti dei sindacati.Soprattutto nelle aziende di abbigliamento, i problemi riguardano anche la povertà delle retribuzioni e lo sfruttamento: solo sette aziende di abbigliamento stabiliscono un salario di sussistenza nei contratti con i fornitori che permetta ai lavoratori di far fronte alle spese quotidiane necessarie alla sopravvivenza. Meno della metà, inoltre, proibisce l’imposizione di commissioni di reclutamento ai lavoratori nella propria catena di fornitura o chiede ai fornitori di pagare i lavoratori regolarmente, puntualmente e per intero.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAlice DomineseTorinese, classe '96. È laureata in Scienze Internazionali con un Master in Giornalismo, ha scritto tra gli altri per La Stampa, TPI, Il Manifesto e Pagella Politica. Fa parte del Centro di Giornalismo Permanente.
"Dormo con una motosega sotto al letto": diceva così Mariangela Formica a un amico prima che il padre la investissePrimavalle, omicidio di Michelle: il movente potrebbe essere un debito non pagato
Incidente youtuber, parla un testimone: "Auto accartocciate, si vedeva che era grave"
Polverara, donna muore investita da un camionAntonio Palmieri, amico e collaboratore di Silvio Berlusconi: "Non l'ho mai sentito alzare la voce. Trattava tutti da re e regine"
Esami di maturità, al via le prove orali: come si svolgerannoMilano Pride, aggiornamenti in diretta: il corteo è partito
Bimba scomparsa a Firenze, segnalazione da Bologna: "Vista su un bus con una donna"Milano, scomparso Papamussa, bimbo di 11 anni
Venezia, lo scambiano per un borseggiatore: "Pestato da un gruppo di turisti"Due bambini sono morti annegati in piscina nella giornata di martedì 13 giugnoGirifalco, intossicati 42 bambini per batterio nella carneBimbo di due mesi morto al Gemelli di Roma dopo il trasferimento da Foggia, disposta l’autopsia
Morte Silvio Berlusconi: parte dell'eredità andrà a Marta Fascina?
Funerali di Stato Silvio Berlusconi: ecco chi è Mario Delpini, l'arcivescovo che celebrerà il rito funebre
Michelle Causo uccisa a 17 anni: le strazianti parole della madreBerlusconi in fin di vita, i figli corrono a fargli visitaIl malore a scuola, la morte in ospedale: ci lascia il piccolo Evan, 4 anniTurista incide il suo nome al Colosseo, identificato dai Carabinieri
Omicidio di Giulia Tramontano, i funerali in forma privata a Sant’AntimoIncidente youtuber: positivo ai cannabinoidi Matteo Di Pietro, alla guida del suvIncidente a Lecco, scontro auto-scooter: morto un 26enneRitrovata a Napoli Brenda Cuomo, la 23enne scomparsa torna a casa