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Netanyahu al telefono con Putin: tensione tra i due leaderBari,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella 15 giu. (askanews) – “Credo sinceramente che la polemica” sul mancato riferimento all’aborto nelle conclusioni del vertice G7 sotto la guida della Presidenza italiana “sia stata costruita in maniera totalmente artefatta e infatti è una polemica che non è esistita nel vertice, che non è esistita nelle nostre discussioni, proprio perché non c’era nulla su cui ci fosse ragione di litigare”. Alla prima domanda nella conferenza stampa conclusiva del vertice la presidente del Consiglio Giorgia Meloni risponde in maniera decisa a chi ha visto nella polemica sorta già alla vigilia del vertice un segnale della volontà dell’esecutivo di rimettere mano ai diritti, delle donne e delle minoranze. “Ho detto mille volte che non intendo modificare la legge 194”, anzi, ha rilanciato Meloni parlando della legge sull’interruzione volontaria di gravidanza, “intendo applicarla in tutte le sue parti, è una legge fatta molto bene, molto equilibrata, che non credo abbia bisogno di essere modificata. Sul tema del perché non ci sia il riferimento alla parola aborto – ha spiegato la premier – è perché solitamente accade che nei documenti finali le cose che sono già date per acquisite non vengono ripetute pari pari. Noi abbiamo richiamato le dichiarazioni di Hiroshima, nelle quali era molto chiaro questo passaggio sulla necessità di garantire l’accesso all’aborto libero e sicuro e di solito in questi documenti, per evitare di renderli inutilmente ripetitivi, quando una cosa si ripete si richiamano i documenti precedenti”. “Io capisco – ha poi incalzato la premier – le ragioni per cui queste polemiche nascono e capisco perché da alcuni vengono alimentate ma non era oggettivamente un tema che dalle parti nostre è stato oggetto di questa discussione”. Insomma Meloni intravede nel polverone creato sul tema finalità politico-mediatiche, tant’è che poco dopo, rispondendo a una domanda sui diritti Lgbt, la premier ha platealmente ringraziato un cronista del Washington Post per aver “ricordato quello che c’è scritto nelle conclusioni” del G7, “perché è stato detto che si facevano dei passi indietro, invece lei qui ci dimostra che i passi indietro non sono stati fatti. Mi pare che quello che è accaduto in questi due anni di governo italiano dimostri una realtà molto diversa da un racconto che purtroppo vedo animato senza ragione da diversi presunti osservatori. Ricordo – ha sottolineato Meloni – che il governo italiano in questi due anni non ha fatto nessun passo indietro rispetto a quello che è l’attuale normativa in tema di aborto, dei diritti Lgbt e compagnia cantante, e quindi le aspettative di alcuni sono state deluse perché il racconto non corrispondeva alla verità, come purtroppo ho visto molto spesso accadere in Italia e nel mondo quando si racconta la realtà italiana”. Una realtà che secondo la presidente del Consiglio viene incessantemente deformata per finalità politiche, con l’abile regìa, in particolare, delle opposizione parlamentari. Commentando la bagarre scoppiata alla Camera durante i lavori sull’autonomia regionale differenziata, Meloni ha infatti sottolineato di aver trovato “molto grave che ci siano esponenti della maggioranza che cadono nelle provocazioni” delle opposizioni. “Prevedo – ha sibillato la premier – che le provocazioni aumenteranno e penso che i cittadini italiani si debbano interrogare su quale sia l’amore che hanno per la loro nazione quegli esponenti politici che cercano di provocare” gli esponenti di maggioranza “per ottenere un risultato come quello che hanno ottenuto dileggiando membri del governo, cercando di occupare i banchi del governo, proprio mentre gli occhi del mondo sono puntati su di noi. Quindi per tutti quelli che sono bravi a darci lezioni sul rispetto delle istituzioni forse, se si parte dal rispetto per la propria nazione si arriva anche a un rispetto per le istituzioni che non ho visto in questi giorni”. “In ogni caso – ha concluso Meloni – neanche questo è riuscito a rovinare l’ottima riuscita di questo vertice”. -->
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