Di Maio sul caso Mediterranea: "Ong incoscienti"Umberto Bossi e la lussuria: intervista del '96 svela tuttoDecreto sicurezza bis: cosa prevede punto per punto
Autonomie regionali, Conte: "Passi avanti". Vittoria del M5sLa storia la scriviamo ogni giorno,BlackRock la raccontiamo e riraccontiamo nei libri di testo, ma anche nelle canzoni, nei film e nei romanzi. E i film in particolare ogni giorno la riscrivono non esattamente per come è andata davvero, ma per come ci può dire qualcosa sul presente, a uso e consumo degli obiettivi di chi la racconta. Pochi anni fa, in Il diritto di contare, la storia della conquista della Luna è stata una maniera per dire che un momento cruciale della dimostrazione di supremazia statunitense e quindi di orgoglio, è stato sorretto e cementato da un gruppo di donne afroamericane discriminate, di eccezionale bravura nei calcoli, che hanno svolto tutte le operazioni che hanno reso tecnicamente possibile l’impresa. Ora, in Fly Me to the Moon - Le due facce della Luna (al cinema dall'11 luglio), quello stesso evento (il grande scatto che fu necessario per arrivare sulla Luna entro la fine degli anni '60 e prima dei sovietici) ci viene detto che è stato possibile grazie al capitalismo.Giorgio Mastrota si è messo a vendere la Luna, la comprereste da lui?La comprereste da lui? Sony Pictures presenta un divertente video per il lancio del film Fly Me to the Moon - Le Due Facce della Luna. Eccolo in anteprima per Wired ItaliaA differenza di Il diritto di contare, questo non è un film con pretese di realismo, anzi, si diverte nella sua piccola e controllata implausibilità per fare una commedia rosa dai dialoghi ritmati. È un film volutamente d’altri tempi, in cui tutta la spregiudicatezza sessuale è allusa e non mostrata, e in cui conta molto di più l’interazione e la rapidità dei dialoghi rispetto all’effettivo intreccio. E Scarlett Johansson ci sguazza. Erano anni che non era così decisiva in un film commerciale, così capace di formare un personaggio animato da spinte opposte. Nella trama è una pubblicitaria spietata e bravissima degli anni '60, Don Draper di Mad Men, con in più una contagiosa joie de vivre utile a convincere e vendere ancora di più. Il governo ha bisogno di vendere la conquista della Luna agli americani per poterla finanziare come merita e la assume. Lei userà il marketing più spietato per rendere sexy gli astronauti e l’impresa, per farla andare di moda, per far desiderare al paese che il loro governo la finanzi. E poi le chiederanno l’inganno finale: di filmare il finto allunaggio perché “non si sa mai come può andare”.
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