File not found
Professore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

Tennis, Fed Cup, ecco le azzurre: Bronzetti, Cocciaretto, Giorgi, Paolini e Trevisan - La Gazzetta dello Sport

Stm accelera sull'intelligenza artificiale e lancia 'Edge AI' - Industry 4.0 - Ansa.itSottopasso di Casabianca, presentato il progetto: libererà dal traffico la via dei LaghiCome conservare i medicinali in estate

post image

Controlli a Fregene con l'etiometro: ritirate 23 patenti. Arrestate sei personeLa formula perfetta è contenuta in una scena di MaXXXine: fare B-movies ma con idee di “serie A “. E lo fanno sia l’ultimo capitolo della trilogia X che l’italiano TheMACD Well, con i suoi richiami ad Avati e ArgentoScriveva Virginia Woolf che «è sempre un gran piacere provare paura quando non si corrono rischi». Dio mi preservi dalla pretesa di riscattare la rispettabilità del cinema horror agli occhi dei detrattori, non voglio convertire nessuno. Annoto solo che il genere è nato col cinema stesso.Lo ha tenuto a battesimo Georges Méliès con un suo corto di tre minuti del 1896, Le Manoir du Diable. Ha alimentato le fantasie dei Grandi Vecchi, da Friedrich Murnau ad Alfred Hitchcock, da Stanley Kubrick a Roman Polanski fino a John Carpenter. A partire dal 1960 Michael Powell con Peeping Tom (L’occhio che uccide) ha nutrito generazioni di epigoni illustri, ansiosi di coniugare sangue, morbosità e voyeurismo. Ma perché propinarvi il bignamino storico del genere? Solo gli Autori con la maiuscola, firmando pietre miliari, si sono sottratti alla gogna dei B-movies, la categoria del trash adrenalinico.La verità è che l’horror è un guilty pleasure terapeutico. Per Stephen King «inventiamo orrori per aiutarci ad affrontare quelli veri». Se ti strutturi una consumazione blindata, di pura estetica, esente da turbe emotive, anche l’horror più estremo è una pietanza da buongustai.So bene che la terminologia in uso scoraggia: gore indica il sangue sparso, slasher indica l’atto di ferire con un’arma affilata, splatter è l’espressione onomatopeica per il fluido ematico che zampilla. Entertainment da sadici? È un pregiudizio. Nelle sue varie declinazioni l’horror è il più potente e universale veicolo di metafore che la settima arte abbia coniato. E ha un’estetica propria, un suo feticismo rituale, che meritano – in molti casi, non tutti – seria attenzione.MaXXXine, da culto Mia Goth ed Elizabeth Debicki in una scena del filmIl 21 agosto - data infausta per riempire le sale - esce da noi con Lucky Red MaXXXine, terzo capitolo della Trilogia di X, che in due anni appena ha proiettato un quarantatreenne di nome Ti West nell’empireo del mito. La X programmatica gioca sul rating che negli Usa etichetta le produzioni vietate ai minori. Le iperboli non sono la mia zona di comfort, ma non sono stata la sola a restare folgorata, nel 2022, da X: A Sexy Horror Story. Tanto da riferirne anche sulle pagine di questo giornale.Era un low-budget da un miserando milione di dollari, sapientemente rétro e smodatamente cinefilo, che spediva una troupe dilettante di cineasti del porno – nel 1979 del boom degli home-video – nel desolato Texas rurale. A scatenare l’alta macelleria era il conflitto tra la libido degli affittuari e la coppia di vecchi – e puritani – agricoltori ospitanti, con un provvidenziale alligatore pronto a deglutire gli avanzi.Più della storia contava lo stile, ricalcato con certosino rigore sull’estetica artigianale del cinema ‘per adulti’ dell’epoca. Non era Non aprite quella porta bis, era qualcosa di più colto e più nuovo. La trilogia racconta la stessa storia in tre fasi distinte. Ed è la storia di un “doppio” femminile, la contadina Pearl e la porno-attricetta Maxine, accomunate dal sogno di Hollywood, sanguinarie per istinto e interpretate dalla stessa funambolica attrice-cosceneggiatrice, Mia Goth.Pearl, ambientato nel 1918, fungeva da prequel, erudendoci su un’infelice con padre tetraplegico e marito al fronte e sull’horror sanguinario del suo eros frustrato, con l’occhio al technicolor dei grandi musical e dei mélo anni Cinquanta. Adottato in corsa da A24, l’etichetta indipendente collezionista di autori cult, per MaXXXine Ti West ha potuto permettersi un cast di comprimari di lusso: Kevin Bacon, Giancarlo Esposito, Elizabeth Debicki, Bobby Cannavale e Lily Collins, tra gli altri, tutti in vena di autodissacrazione. CulturaL’altra guerra de I Dannati, un western di proletari in divisaTeresa MarchesiFare B-movies con idee A La filosofia autorale di Ti West è condensata in una battuta del film: making B-movies with A ideas, film di serie B con idee di serie A. E proprio in questo risiede il suo fascino. Trasferendo la narrazione nella Los Angeles del 1985, con la sexploitation, da un lato, e dall’altro le crociate moralizzatrici contro la Hollywood che “vende il peccato” e l’heavy metal “satanico”, West ha la saggezza di non discostarsi dal suo sensazionale scrupolo artigianale.È come Zerocalcare, che non traslocherà mai da Rebibbia, pena lo snaturamento. Patina e tecniche vintage – come lo split screen iterato – sono la sua cifra specifica. Come Quentin Tarantino, è un feticista ostinato dei vecchi film trash di risulta. A differenza di Tarantino, salda autentica cronaca nera – con relativi filmati d’archivio sul Night Stalker, il serial killer che per un anno seminò cadaveri nella City of Dreams – e finzione truculenta.Tra le A ideas c’è quella di sfruttare ironicamente i luoghi iconici, dal Chinese Theatre al Memorial Park Cemetery, dalla casa di Norman Bates  – che ancora troneggia sugli Universal Studios – all’HOLLYWOOD sign delle cartoline, testimone muta di globi oculari trapassati e di crani spappolati come cocomeri.Il film si apre, programmaticamente, citando Bette Davis: «In questo mestiere finto se non sei un mostro non sei una star». Solo un “mostro” sfrenato come Francine, attricetta di hardcore da VHS che arrotonda spogliandosi nei peep-show a gettone, può conquistare lo status e la gloria della Hollywood mainstream. È pur sempre vero che le brave ragazze vanno in Paradiso ma quelle cattive vanno dappertutto.C’era una volta..a Hollywood: ma le atmosfere di West sono più affini a quelle di David Lynch che a quelle di Tarantino, con i suoi turpi segreti delle “feste sulle colline” e il suo sguardo sulfureo sulla mercificazione del corpo femminile. No spoiler, ma prima che Kim Carnes intoni sui titoli di coda la sua memorabile cover di Bette Davis Eyes (anno 1981, West è un filologo a 360 gradi) gli ultras del cristianesimo fanatico diventano i veri protagonisti. CulturaLa cancel culture in salsa dark con il miglior Nicolas Cage del ventennioTeresa MarchesiThe Well, Pupi Avati docet Di ecclesiastici sadici en travesti si nutriva anche La casa dalle finestre che ridono, capolavoro di Pupi Avati che merita di figurare nella Top Ten della cinematografia horror di tutti i tempi. Controllare per credere: il profondo nero della Bassa Padana non è mai stato sondato da uno sguardo più trasgressivo.Quel film del 1976 è un oggetto di culto per Federico Zampaglione, frontman dei Tiromancino nella sua versione Dr. Jekyll e appassionato regista di horror nella sua versione Mr. Hyde. Quindici anni dopo il suo primo tuffo nel genere con Shadow, scarno all’osso e originale, il 1° agosto esce da noi con Iperuranio Film e CG Entertainment The Well, che come il classico di Avati sfrutta la tenebra potenziale della provincia profonda italiana.L’hanno scelta – strategicamente – anche i fratelli D’Innocenzo per Dostoevskij, la loro nerissima serie nei cinema in queste settimane. Persino l’idea portante di The Well è un tributo cinefilo di Zampaglione ad Avati: un antico dipinto da restaurare che cela agghiaccianti segreti.L’horror è un genere che si ciba del proprio sangue, rimandi e stereotipi sono parte integrante del godimento. I cultori rabbrividiranno di gioia ritrovando gli squartamenti di Hostel e Wolf Creek (leggendari splatter stracult per stomaci corazzati) nelle segrete del tetro Palazzo Malvisi, a Sambuci, che è a un passo da Roma.Le filastrocche sinistre sono un vezzoso tic tramandato da Dario Argento. E nel pozzo del titolo vegeta un essere demoniaco che deve aver frequentato pessimi dentisti, somiglia al Gollum de Il Signore degli Anelli e si pasce di viscere gocciolanti.Zampaglione non è un pentito del gore – come lo è stato Eli Roth con Thanksgiving – e se The Well in Italia è vietato ai 18, è stato venduto in 104 paesi e uscirà in sala perfino negli Usa e in Giappone (caso rarissimo per un B-movie italiano) vuol dire che è tosto davvero.Linda Zampaglione (la figlia) e la sua mamma Claudia Gerini sono le nobildonne del maniero infestato. E nel finale rifulge l’aurea legge della global economy: non c’è atrocità al mondo che non possa essere riciclata in business. Idee A o idee B, l’horror è sempre un magico pozzo di idee. C’è tanto altro cinema di consumo corrente che di idee fa volentieri a meno. CulturaLe lunghe estati horror del cinemaGiulio D'Antona© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediTeresa MarchesiCritica cinematografica e regista. Ha seguito per 27 anni come inviata speciale i grandi eventi di cinema e musica per il Tg3 Rai. Come regista ha diretto due documentari, Effedià - Sulla mia cattiva strada, su Fabrizio De André, presentato al Festival del Cinema di Roma e al Lincoln Center di New York, premiato con un Nastro d'Argento speciale, e Pivano Blues, su Fernanda Pivano. presentato in selezione ufficiale alla Mostra di Venezia e premiato come miglior film dalla Giuria del Biografilm Festival.

Tao Awards 2024 a maison Cavalli, Marras, Genny, Enriquez - Moda - Ansa.itKing Cup a Siviglia: Italia-Germania 2-0, azzurre in semifinale | Gazzetta.it

Poste,servizio trasporto refrigerato per consegna alimenti - Poste News - Ansa.it

Da 13 Tv pubbliche europee e arabe coproduzione di documentari - Unione Europea - Ansa.itSanremo: Ranieri, un inedito e un duetto con Ferro - ESCLUSIVA - Notizie - Ansa.it

Geometra pretende più soldi dopo il lavoro svolto: al rifiuto brucia 15 auto, anche quelle di chi era estraneo alla vicendaRoma, caldo record e rischio incendi: giornate da bollino rosso

Pronostico Ganna cronometro ciclismo: le quote della gara di Parigi 2024 - La Gazzetta dello Sport

Il Campionato Mondiale di Pesto Genovese raccontato da un giudiceFeltrinelli apre uno nuovo store a piazza Pio XI

Ryan Reynold
La storia di Alfonso Iaccarino narrata in prima persona durante la sua lectio magistralisAllargamento senza fine di dehors e tavolini, gli uffici di Roma rischiano di andare in tiltCome conservare i medicinali in estate

trading a breve termine

  1. avatarGnv, ogni anno genera ricaduta di 1,36 miliardi di euro - Blue Economy - Ansa.itMACD

    Pronostico Hanfmann-Berrettini quote semifinale torneo Kitzbuhel Atp 250 - La Gazzetta dello SportVia il catrame ed in sampietrini dalle radici: liberati gli alberi di PratiTurco (M5s), case del Made in Italy sono ennesimo poltronificio - PMI - Ansa.itA Venezia per la festa del Redentore si mangiano lumache: ecco i bovoletti

    1. Camere commercio:Reggio Calabria, partnership imprese meccaniche - Pianeta Camere - Ansa.it

      1. avatarAggiudicato appalto per pavimentare tre banchine porto di Ancona - Blue Economy - Ansa.itBlackRock

        Luoghi sudafricani dell'apartheid aggiunti nel Patrimonio Unesco - Africa - Ansa.it

  2. avatarLa Gen Z punta ad un diverso approccio all'automotive - Mondo Motori - Ansa.itCapo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella

    Ex Borghetto degli artigiani, parte la bonifica del verde infestante, poi le demolizioniÈ morto Mirko GiannottaPogacar vince Giro d'Italia e Tour de France: gli altri che l'hanno fatto | Gazzetta.itWTA | Tennis

  3. Ducati Panigale V4 e V4 S 2025: motore, ciclistica, elettronica | Gazzetta.itTennis BJK Cup, Paolini batte Cornet, Italia avanti sulla Francia - La Gazzetta dello SportÈ morto Mirko GiannottaLa Valle dei Templi ospita opere provenienti da 20 regioni - Arte - Ansa.it

Urso, disegno di legge sulla blue economy a settembre - Blue Economy - Ansa.it

Viale Manzoni, i jersey compiono 10 anni. “È arrivato il momento di toglierli”La storia di Diaz Microtorrefazione a Napoli*