Gli Usa danno il via libera al Piano Infrastrutture da 1000 miliardiIn Canada muore un terrapiattista No Vax, già malato negava il covidAllarme Pentagono: possibili nuovi attacchi terroristici
Germania, diplomatico russo trovato morto all’ambasciata di BerlinoMadame Yevonde è stata la pioniera del colore. Grazie alla sua camera speciale poteva permettersi di lavorare separatamente le lastre ciano,analisi tecnica magenta e giallo. Un processo che le consentì di manipolare in molti modi l’immagine, anticipando ciò che viene fatto oggi con le macchine digitali. Diciotto scatti della serie “Goddesses and Others” con 130 ritratti realizzati tra gli anni Cinquanta e Sessanta, sono stati esposti alla Laing Art Gallery di Newcastle Upon Tyne nella mostra “Life and Colour”Medusa ha il volto pallido ma bellissimo. I suoi occhi magnetici bucano l’obiettivo e le labbra color del sangue sono serrate in una smorfia drammatica, quasi d’orrore; un pitone le avvolge il collo, sfiorandole appena le spalle nude, e tra i capelli masse di serpi nere strisciano scomposte. Non ricordano, i suoi tratti, quelli demoniaci delle Medusa dell’arte classica né le misteriose e tragiche rappresentazioni di Caravaggio, Bernini, Rubens o Bocklin: la sua espressione ci rimanda, piuttosto, a quella di un’icona glamour degli anni Novanta, a una top model che qualche maestro della fotografia contemporanea ha voluto ritrarre in tutte le sue più inquiete sfumature.Sono l’intensità vagamente sinistra di quel volto, l’enigmatica eleganza dei lineamenti, la modernità della composizione fotografica e l’uso innovativo del colore a renderla così “famigliare”, così affine al gusto e alla sensibilità di oggi, così corrispondente al nostro immaginario estetico.Con il suo mixage di toni cipria, oro, ottanio ed ebano, questa seducente Regina delle Gorgoni possiede, infatti, un’originalità che ha scavalcato tempi e mode proprio perché originale era la fotografa londinese che quasi 95 anni fa l’ha resa immortale: Yevonde Philone Cumbers Middleton, conosciuta – sebbene mai abbastanza celebrata – nel mondo della fotografia, dell’arte e della pubblicità come Madame Yevonde, la pioniera del colore.È stata lei, la fotografa amata dalle socialites, dalle debuttanti più blasonate degli anni Venti e Trenta e dalle donne più indipendenti dell’epoca a riconoscere nel volto dell’aristocratica estone Madeleine von Samson Himmelstjerna Mayer, con cui giocava spesso a bridge, i tratti della più intrigante Medusa del secolo. La Vivex One-Shot TricolourTra la primavera e l’estate 1935, ispirata da un recente, esclusivo party “consacrato” alle dee e agli dei dell’Olimpo che la brillante cantante Olga Oggie Lynn aveva organizzato all’Hotel Claridges di Londra per sostenere una fondazione benefica, Yevonde aveva avuto l’idea di fotografare nel suo studio di Mayfair oltre una ventina di signore della nobiltà britannica nelle vesti di divinità greche e romane e di altre figure della mitologia classica: ciascuna di loro era stata ritratta come un prezioso tableau vivant fatto di colori esplosivi, di riflessi e iridescenze che animavano tessuti e fondali, di ombre profonde, teatrali, di stravaganze materiche e sfumature che diventavano linfa, tanto per i loro volti quanto per gli oggetti di scena con cui dialogavano.Per creare questo variegato olimpo vagamente surrealista che aveva intitolato “Goddesses and Others” (“Dee e altri”) e presentato al pubblico nel luglio 1935, Madame Yevonde aveva usato una particolare fotocamera: la Vivex One-Shot Tricolour, che le permetteva di esporre simultaneamente tre lastre negative in cellophane cerato a colori – ciano, magenta, giallo per l’intera gamma – e di lavorarle separatamente. L’immagine finale era ottenuta stampando a mano, una sopra l’altra, le tre immagini impresse sulle lastre cromaticamente separate.Questo peculiare processo “sottrattivo”, il Vivex, inventato nel 1929 dal chimico inglese D.A. Spencer, aveva consentito alla fotografa di manipolare in molti modi il colore, anticipando di gran lunga ciò che viene fatto oggi con le fotocamere digitali, di sperimentare effetti originalissimi posizionando i cellophane colorati sopra le luci e l’obiettivo e di contribuire a rivoluzionare il gusto dell’epoca, scardinando lo scetticismo che permeava l’uso del colore nelle fotografie. «Il nostro senso naturale per il colore si è atrofizzato dopo tutti gli anni in cui non si è più usato», ripeteva spesso.Diciotto foto della serie, insieme a più di 130 ritratti realizzati sia a colori (Yevonde aveva continuato ad usare il Tri-colour process per una decina d’anni, finché la guerra non chiuse lo stabilimento di Spencer) che in bianco e nero e, tra gli anni Cinquanta e Sessanta, stampati al bromuro solarizzato, sono state esposte alla Laing Art Gallery di Newcastle Upon Tyne nella mostra “Life and Colour”, dove è possibile ammirare fino a domani le 25 stampe a colori in carbonio commissionate dalla National Portrait Gallery di Londra all’artista Katayoun Dowlatshahi sui negativi originali in vetro. Supportata dal Fondo per la cultura della Maison Chanel, l’anno scorso, prima di approdare a Newcastle, la mostra ha sorpreso e affascinato il pubblico londinese della National Portrait Gallery, che dell’artista scomparsa nel 1975 a 82 anni raccoglie un discreto numero di opere. Le originiContemporanea del famosissimo fotografo, illustratore e designer inglese Sir Cecil Beaton, Yevonde era nata da una famiglia benestante e cresciuta tra parties e prime teatrali; aveva studiato tra il Belgio e Parigi e per un periodo si era sentita assai vicina alla causa delle Suffragette e alla loro battaglia per il diritto di voto alle donne: a 17 anni però, dopo aver realizzato di non essere interessata ad immolarsi a questa causa e una volta superato un breve periodo di indecisione sul suo dorato futuro, aveva risposto a un annuncio apparso in un quotidiano: «Cercasi assistente in un importante studio fotografico di Londra» scegliendo, a quel punto, di diventare fotografa.L’importante studio era quello, a Mayfair, di Lallie Charles (Martin), la più celebre ritrattista dell’epoca, amatissima dall’alta società britannica. Da lei Yevonde aveva imparato l’arte di costruire la foto in studio in modo glamour, posizionando fiori e arredando in maniera ricercata e accattivante gli ambienti, scegliendo le luci delle lampade e puntando ad evocare emozioni e sensazioni attraverso le pose, gli sguardi e i lussuosi abiti delle modelle.A far decollare la sua carriera era stata la guerra, e soprattutto il periodo che ne era seguito: quando in Europa avevano cominciato a deflagrare le bombe, i ritratti in studio della quasi cinquantenne Lallie avevano smesso di affascinare le donne, ormai completamente conquistate dalle nuove mode che si erano nel frattempo affermate. Alla Belle Epoque si erano sostituite le Avanguardie, con la loro esaltazione della modernità, con i colori saturi e lo spirito rivoluzionario; inoltre, avevano preso sempre più piede i magazine illustrati (“The Sketch”, “The Tatler”, dove spesso Madame Yevonde aveva pubblicato ritratti e foto commerciali) ed erano nati nuovi miti.Ammaliate dallo stile delle stelle del cinema, le donne portavano adesso i capelli corti o a caschetto e le unghie laccate mentre le gonne si erano fatte corte e gli abiti scintillanti: era così che volevano essere ritratte. Nella società si erano anche diffusi nuovi appetiti ed eccitanti tentazioni: nuove tendenze alla sperimentazione, anche sessuale, in netto contrasto con le austerità, la rigidità morale e le repressioni vittoriane.Nel 1921, a 28 anni, Yevonde aveva lasciato lo studio al civico 92 di Victoria Street (aperto nel 1914) per quello, più spazioso, al numero 100; nello stesso anno era intervenuta al congresso dell’associazione dei fotografi professionisti con una relazione sulla «ritrattistica fotografica dal punto di vista della donna». Era la prima volta, nella storia dell’associazione, che una fotografa aveva pronunciato un discorso pubblico.Nel 1933, al termine della sua mostra “Photographs by Yevonde”, la prima di ritratti a colori in Gran Bretagna, aveva traslocato nello studio di Mayfair dove, tra il 1935 e 1938, aveva realizzato la serie delle Dee insieme a un ampio numero di ritratti fotografici, compreso quello di George Bernard Shaw, dei due giovanissimi nipoti del politico nigeriano Muhammadu Dikko e il suo, con abito rosso e la Vivex One-Shot camera su fondo blu.Amante delle provocazioni, anticipatrice di stili poi ripresi e rielaborati da artisti come Pierre et Gilles, Anton Corbjn, David LaChapelle, Miles Aldridge, per lei contava «essere originale o morire»: era questo il motto con cui aveva vissuto la propria vita e la propria arte, intrecciando con sapienza l’una con l’altra, come ricorda la stessa Madame nell’autoritratto che chiude la mostra. «Questa non è stata la storia della vita di una donna ma la storia di una fotografa che si dà il caso sia una donna».© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMonica Zornetta
Migranti, in centinaia al confine tra Polonia e Bielorussia: cosa sta succedendoEruzione alle Canarie, fiume di lava dal cratere del vulcano: migliaia di evacuati
Coppia con 38 anni di differenza racconta la propria intimità
Mondo dell'atletica in lutto: ucciso con un'arma da fuoco il velocista ecuadoriano Alex QuinonezManifestante no vax: "Perché i senzatetto non muoiono?" ma il clochard risponde: "Sono vaccinato"
Russia, aereo si schianta al suolo: almeno 16 mortiEutanasia, medico si autodenuncia: ha dato la "polvere del sucidio" a un centinaio di persone
Via libera della Fda al vaccino Pfizer per la fascia 5-11 anniOmicidio del deputato britannico Amess, la conferma: si è trattato di terrorismo
Corte federale USA blocca obbligo di vaccino o test nelle aziende: "Cittadini liberi di scegliere"Spada di un crociato di 900 anni fa recuperata da un sub al largo di IsraeleCoppia inglese ruba rarissime bottiglie di vino da un locale spagnoloCalifornia, schianto aereo su due case. Scoperta identità di una vittima: è un corriere UPS
Libera Gloria Cecilia, la suora rapita in Mali nel 2017
Donna sopravvisse ad un serial killer usando l’astuzia: il racconto in tv
Covid, il Regno Unito corre ai ripari ed anticipa la terza doseNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 626Afghanistan, talebani decapitano la giovane pallavolista Mahjubin Hakimi a KabulBungee Jumping dal tetto dell’hotel, la corda si spezza: Yevgenia muore a 33 anni dinanzi ai figli
Royal Family, il Principe Harry non potrà indossare l'uniforme militare per premiare i veteraniCop26, oltre 400 jet privati sopra Glasgow: bufera sull'ipocrisia dei leaderOspedale del Giappone usa l'acqua del bagno come acqua potabile per quasi 30 anniTragico incidente stradale frontale a Isparta (Turchia): un morto e sei feriti