File not found
Capo Analista di BlackRock

Matteo Renzi: "Evitare pieni poteri a Salvini. Missione compiuta"

Teresa Bellanova segue Matteo Renzi, cosa farà la ministraBrunetta contro Salvini: "Il referendum non è stato concordato"Presidente della Repubblica 2022: i possibili candidati

post image

Manovra economica, le dichiarazioni di Zingaretti contro SalviniOggi è incredibilmente difficile ricomporre il fronte dei subalterni. Nell’analisi dei fenomeni però non si può non considerare il capitaleL’ultimo dei dieci anni che ho passato in America fu accademicamente il più strano. Per una curiosa serie di coincidenze (fra cui lo scoppio della pandemia di Covid-19) invece dei miei soliti corsi di letteratura mi ritrovai a insegnare Teoria del conflitto militare in un dipartimento di Peace and conflict studies.Tali dipartimenti sono nati intorno agli anni Settanta con lo scopo di fare da contraltare ai più tradizionali dipartimenti di Scienze politiche che sempre più svoltavano verso posizioni destrorse.Questi ultimi cominciavano infatti ad analizzare gli scenari geopolitici nei puri termini strumentali di azione e reazione,criptovalute cercando di mantenere ogni discorso ideologico fuori dal quadro e concentrandosi invece su domande del tipo: «Se gli Stati Uniti intervengono militarmente in uno dei paesi del nord Africa, qual è la probabilità che il conflitto si allarghi al Medio Oriente? Come reagirà il Sudan? E l’Unione europea?».I dipartimenti di Peace and conflict, dove molti politologi di sinistra avevano trovato riparo, rimettevano invece sul piatto le prospettive etiche e ideologiche, cercando di ragionare – oltre il “come” – sul “perché”; provando a superare un approccio che dava per scontato il principio di servire l’interesse egoistico della propria nazione di appartenenza.Superare la lettura strumentalistica delle relazioni internazionali era insomma anche un modo per ostacolare, così mi spiegavano i nuovi colleghi, quella perniciosa logica che riduceva ogni azione e ogni prospettiva (anche intellettuale) al suo rendimento, vale a dire alla sua capacità di avere un ritorno sul bruto piano dell’utilità.Un compito improboCiò che dunque i dipartimenti di Peace and conflict miravano implicitamente a contrastare, compito davvero improbo, era più in generale quel tratto egemonico del neoliberismo che, organizzando la società attorno a un ordine di mercato, ha trasformato alle radici il nostro modo di pensare, portandoci a considerare giusto semplicemente ciò che è utile.Si imponeva così il mito dell’efficienza – cioè la logica d’impresa – quale valore sociale da applicare a ogni ambito dell’esistenza (oltreché a ogni tipo di istituzione, come vediamo oggi con la scuola, con gli ospedali, con l’università, ecc.).Se si considera che sui social, nello stesso periodo, alcuni personaggi del sottobosco vip si lamentavano coi vecchi che, deboli, obbligavano i giovani a restare chiusi dentro casa, si capisce bene di cosa sto parlando.Una necessità materialisticaTrovai degli studenti fantastici, in grado di ragionare in modo più complesso rispetto a quelli che avevo avuto nei dipartimenti di Studi umanistici. Inevitabilmente, dati i temi trattati, molte delle questioni erano quelle al centro delle attuali “guerre culturali”: la nazionalizzazione delle masse e la loro cooptazione nelle prospettive egemoniche delle classi dominanti, il ruolo del razzismo, quello delle donne, il linguaggio che la stampa passa a utilizzare a conflitto imminente o in corso, ecc..Ma questi temi, visti appunto sullo sfondo delle ostilità militari (anche interni alla nazione nei casi della guerriglia rivoluzionaria), acquisivano una coloritura più direttamente materialistica e meno esclusivamente… culturale.Si connettevano meglio all’ambito politico-economico e questo, a sua volta, ne complicava le prospettive: perché i giornali di proprietà di William Randolph Hearst pubblicarono una serie di reportage sul razzismo coloniale degli spagnoli nelle settimane che precedettero la guerra ispano-americana?Cosa ne è dell’istanza rivoluzionaria del femminismo quando serve a giustificare l’intervento militare in paesi dove le donne vivono in condizioni più arretrate? Perché quelle multinazionali che, in occidente, si fanno fiere promotrici di sistemi inclusivi di controllo linguistico supportano poi interventi bellici in paesi dove adotteranno scale retributive differenti secondo le linee della razza? E così via.In relazione al macro-tema della guerra emergeva insomma non l’estraneità delle “guerre culturali” alle grandi tematiche politiche ed economiche, ma la necessità – direi materialistica – di intenderle sul piano di un rapporto dialettico con le decisioni tanto del capitale quanto degli stati-nazione.Il passaggio che manca Credo sia proprio l’assenza nell’analisi di tale gradino ulteriore ad aver creato negli ultimi anni tutti quei contrasti da cui il discorso di sinistra è attraversato.Finché, voglio dire, il discorso politico antagonista riesce a svilupparsi solo un piano culturale, focalizzando su una serie di misure culturali a loro volta (politicamente corretto, linguaggio inclusivo, destrutturazione del canone letterario, ecc.), è incredibilmente difficile tanto ricomporre il fronte dei subalterni quanto comprendere cosa fare quando il capitale o talune istituzioni politiche paiono sposare le ragioni della lotta (oggi come oggi, ad esempio, il concetto di “inclusività” è sulla bocca di ogni dirigente aziendale così come di ogni tecnico di governi neoliberali).La perdita di precisi bersagli materiali (siano appunto il capitale o gli stati-nazione) ha creato una balcanizzazione delle prospettive di sinistra, che paiono al momento più occupate a rinfacciarsi i rispettivi privilegi identitari che non a provare a comprendere il modo in cui i soggetti sociali egemonici, economici o politici che siano, sono in gradi di cooptare o mettere a profitto le stesse specificità identitarie: nel giugno 2020 Amazon mise in home page la scritta Black Lives Matter e negli stessi mesi assoldò un esercito di avvocati per impedire la formazione di un sindacato, composto al 90 per cento di lavoratori black and brown, in Alabama.Con ciò non voglia assolutamente sostenere, come qualcuno tende a fare, che le guerre culturali siano di per sé parte integrante e/o complice del neoliberismo.Penso anzi che la loro comparsa sia allo stesso tempo il sintomo di conflitti emergenti quanto un effettivo strumento di lotta. Ma penso altresì che sia necessario riarticolare queste battaglie in relazione al piano materiale, e quindi inevitabilmente anche in relazione al modo in cui capitale e stati tendono a servirsene (o a rifiutarle) – in ottica appunto strumentale – verso scopi specifici e che concernano i tradizionali campi dello sfruttamento lavorativo, dell’espropriazione, del controllo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediMimmo CangianoMimmo Cangiano

L'avvertimento di Letta a Conte e Zingaretti: "Attenti a Renzi"Veneto, no alla carne halal a scuola: "Abolire la macellazione"

Scissione del Pd, Maria Elena Boschi: "Dovremmo discuterne"

Luigi Di Maio, l'indiscrezione dalla FarnesinaBrunetta contro Salvini: "Il referendum non è stato concordato"

Salvini a Di Maio: "In Umbria non troveresti grande entusiasmo"Lilli Gruber Presidente Rai, la proposta per spodestare Foa

Riforma della Giustizia approvata entro fine anno

Conte bis, sottosegretari: i retroscena sulla lista dei nomiFondi russi, Salvini a Conte: "Problemi sui conflitti d'interessi?"

Ryan Reynold
Berlusconi sul governo Conte bis: "Formato da partiti comunisti"Salvini mente su Bibbiano nel salotto di Barbara D'UrsoConte bis fiducia, Napolitano: "Se avessi potuto, avrei votato sì"

BlackRock

  1. avatarScissione Pd: i sondaggi di Notizie.it sull'addio di RenziCampanella

    Giuseppe Conte su Renzi, il Premier: "Sorpreso da tempistiche"Scissione Pd, Pierfrancesco Majorino: "Basta parlare di poltrone""La bambina di Pontida non c'entra con Bibbiano": l'accusaConte incontra Macron, accordo sul tema dell'immigrazione

    1. Comunismo e nazismo equiparati dal Parlamento Europeo

      1. avatarCaso ex Br Saraceni, Salvini: "Bloccheremo il Parlamento"Professore Campanella

        Sondaggio Izi, Lega al 29%. L'asse giallo-rosso sfiora il 50%

  2. avatar"Di Maio parla inglese come l'italiano": la battuta di FriedmanCampanella

    Renzi sui migranti: "Salvini? Proclami da Capitan Fracassa"Ius culturae, il sondaggio: cosa ne pensano gli italiani?Governo, De Bortoli: "Zingaretti voleva andare al voto"Ddl Pillon, parla la ministra Bonetti: "Resterà nel cassetto"

  3. avatarConte bis, Di Maio: "Ero scettico, ora sono stupito dal Pd"MACD

    Richetti, addio al Pd: "Stima e rispetto per tutti"Feltri contro Gruber: le dichiarazioni su "Otto e Mezzo"Renzi a Otto e mezzo, la frecciatina a Giuseppe ConteScontro Cazzola-Bitonci e gli insulti a Salvini, le reazioni del web

    ETF

Sondaggi politici elettorali oggi La7: lieve calo per Lega e M5s

Formigoni, Corte dei Conti: "Deve versare 47 milioni"Notizie di Politica italiana - Pag. 631*