La stagione della Futura Volley Giovani prenderà il via da Cremona - ilBustese.itHarry Potter, l'Hogwarts Express dei babbani potrebbe sparire: «Sospeso il treno Jacobite»Carlo Acutis sarà santo probabilmente durante il Giubileo
«Dipendente cancella i debiti e torna a essere un papà libero» - ilBustese.itÈ stato il selezionatore della Nazionale che vinse in casa il controverso Mundial del ‘78,Capo Stratega di BlackRock Guglielmo Campanella senza convocare il 18enne Maradona. Bello, encantador e atorrante, seduto al suo solito caffè del centro sembrava l’incarnazione perfetta de L’uomo che sta solo e aspetta, primo saggio del ‘900 sull’argentinità, la bibbia dello spirito della Parigi del Sudamerica, dove gli occhi di tutti gli argentini si assomigliano per lo stato d’animo che trasmettonoPer quanto il più delle volte non dipenda da noi, ci sono giorni e giorni per chiedere il conto e alzarsi dal tavolo. Il Flaco, con quel nome da fumetto di Fontanarrosa, il nome con cui da queste parti un vecchio può riprendere un giovane per strada (que hacés, flaco?) ha lasciato Buenos Aires in una domenica immobile d’autunno, grigia ma non fredda, brumosa come sanno essere certe domeniche di Baires. Con quella pioviggine detta garúa che scende leggera e obliqua, facendovi alzare il bavero e incassare la testa tra le spalle: no moja pero jode, dicono i vecchi portegni, non bagna ma infastidisce. Que te garue finito, si dicono per strada, per augurarsi bonariamente mala suerte. Que te sea leve, si rispondono scaramantici: che ti sia lieve, la terra.Garúa, tristezza, perfino il cielo s’è messo a piangere, dice il tango musicato dal bandoneonista Anibal Troilo, uno dei tanti emblemi della cultura popolare argentina che César Menotti incrociava nei suoi racconti, non per ostentare il suo passato, ma perché quello era il mondo che aveva saputo abitare e frequentare. Rispettato prima di tutto perché sapeva parlare, eppure assente dagli show pallonari argentini, altro sintomo di quella decenza che secondo Dante Panzeri (il Brera rioplatense) il fútbol albiceleste e i suoi dirigenti raramente hanno mostrato.Non è un caso che nel 2019 l’AFA gli affidi il coordinamento delle rappresentative nazionali: a 80 e passa anni El Flaco continuava a essere una delle rare figure integre e intere di un palazzo sempre più in bilico tra grottesco e pacchiano. L’incarico arriva dopo la nomina di Lionel Scaloni come DT: «Non lo conosco, ma se con lui ci sono Samuel, Aimar e Ayala va bene, non dicono boludeces e non vendono fumo». Nei crediti della Scaloneta c’è anche il suo nome: è lui a esigere un contratto come si deve per Scaloni, includendo i Mondiali in Qatar, quando l’AFA, per arrivare a Pochettino, lo tiene sulla corda rinnovandogli la fiducia ogni due mesi.«Nel ‘68 ero riserva nel Santos di Pelé e Clodoaldo, poi campioni del mondo in Messico, e con la Juventus di San Paolo incrociavamo gente come Rivelino e Tostão» ci disse alla vigilia dei suoi 80 anni. «Tornato in Argentina erano solo calci e botte. Presi l’Huracan nel ’71 e nel ’73 vincemmo alla grande. Mi presero alla guida della Selección perché avevamo vinto giocando bene». Se il fútbol argentino rivendica tutt’oggi quello stile di gioco definito La Nuestra – quello del secondo gol alla Francia nella finale di Doha, per intenderci – è anche grazie al lavoro e alle convinzioni del Flaco, anello di congiunzione tra l’epoca dei solisti carasucias degli anni ’60 e i giganti come Kempes, Ardiles, Passarella, trovati e cresciuti con il metodo e la pazienza poi impiegata dai Griffa, i Pekerman e i Bielsa. Come loro, Menotti ha vinto forse meno di quello che avrebbe potuto. Come loro, è difficile trovare un ex giocatore che non ne parli come un padre.Irrimediabilmente bello, encantador e atorrante, seduto al suo solito caffè del centro sembrava l’incarnazione perfetta de L’uomo che sta solo e aspetta, primo saggio del ‘900 sull’argentinità, la bibbia dello spirito della Parigi del Sudamerica, dove gli occhi di tutti gli argentini si assomigliano per lo stato d’animo che trasmettono, per la musica che li attraversa. «Cerco di scappare dalla decadenza che sento nei media, nella cultura, nelle conversazioni. Siamo un paese che si dissolve nel nulla. Non ci unisce l’amore ma lo spavento, diceva Borges» aveva riflettuto, amaro, quella volta.Uomo del ‘900, talvolta distante dai ritmi contemporanei, il Flaco era ben attento a cosa lo circondava: «Sono terribilmente sorpreso, perché da tempo sto vivendo in un paese che si sta de-culturalizzando, dove chiunque può essere presidente» dirà alla vigilia delle ultime presidenziali, suggerendo poi un esame psichiatrico per Javier Milei, definito «spaventoso, una mancanza di rispetto alla politica». EPASe n’è andato di domenica, dunque, poche ore prima della definizione del campionato argentino, vinto ai rigori dall’Estudiantes di La Plata, il club di Carlos Salvador Bilardo, suo successore sulla panchina albiceleste dopo il naufragio del Mundial ’82, quando il pallone aveva forse perso un po’ di importanza, e i giocatori della Selección apprendevano dalla stampa spagnola che le Malvinas erano un massacro. Menotti, dissero, incantato da una bionda svedese, passava i pomeriggi sulla spiaggia di Alicante invece che concentrarsi su Italia e Brasile.Ci rimarranno un altro po’ in Spagna, il Flaco e il Diego, prima di separarsi e convertirsi in passato e futuro di una Nazionale e in fondo anche di un paese. Rimanendo sempre inevitabilmente legati dall’impossibilità di raccontare l’uno senza l’altro. Ogni scrittore crea i suoi propri precursori, sosteneva Borges, nel senso che il suo lavoro modifica la nostra concezione del passato e interviene sul nostro futuro. E in fondo questo sei stato Flaco, in questo paese, un precursore. E non è poco.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediPaolo Galassi
La Liuc dà il benvenuto alle matricole delle lauree triennali - ilBustese.itAzione Cattolica e Cl: «Diamo all'Europa un significato di senso»
Terni, casa vacanze inesistente e carte clonate: polizia e Airbnb danno i consigli per evitare le truffe online
Date, temi, iniziative e novità. Ecco come sarà l'Anno Santo del 2025«Il mio esilio, gridando gli orrori del regime bielorusso»
Concorso unificato per infermieri: 150 iscritti, 93 presenti oggi alle prime prove - ilBustese.itPrecipita e muore da una scogliera dopo la proposta di nozze: il fidanzato accusato di omicidio. La verità in quell'anello
Taxi, la sentenza della Consulta sugli Ncc: «Incostituzionale il divieto di rilasciare nuove licenze». Cosa cambia ora?Vacanze, i consigli della dermatologa: «Quattro cose da non fare quando arriva il caldo»
«Disabili da una parte, normodotati dall'altra»: Matteo, 18enne in carrozzina, al concerto Una nessuna centomila sulla pedana. La mamma: «Umiliante»Hotel da incubo, la vacanza a Rimini rovinata: «Arredi polverosi e formiche nel letto, 638 euro per una settimana in 3 Stelle»25 aprile 1915: 2mila delegate (solo donne) al Congresso di paceSantiago del Estero nuova sede primaziale, "superata" Buenos Aires
«Strasburgo ci definisce anti-scelta ma siamo noi a liberare le donne»
Il tessile abbigliamento frena: «Occorre dare un nuovo impulso all'intera filiera» - ilBustese.it
Alex Del Piero sceglie la Costiera: pranzo al ristorante «Lo Scoglio» con moglie e amiciHarry Potter, l'Hogwarts Express dei babbani potrebbe sparire: «Sospeso il treno Jacobite»"i Tri Crusèti" - le Tre Croci - ilBustese.itLudovico Tersigni: «Mi sono preso una pausa perché non sapevo gestire la fama. X-Factor? Ho detto no a un'altra stagione»
Emilia-Romagna, Schlein: De Pascale sa come unire le diversitàVIDEOINTERVISTA. Cassani: «Resta ferma la nostra volontà di tagliare il boschetto. Il mio gesto? Dovrei imparare a essere più rispettoso anche con chi non lo è» - ilBustese.itGrand Hotel Palatino, il gruppo Fh55 rinnova lo storico hotel romano vicino al ColosseoIncendiata una cella al Beccaria, sei feriti