Ha rapporti con due uomini diversi nello stesso giorno: partorisce gemelli di papà differentiRipercussioni ed escalation offensiva: ecco cosa potrebbe innescare l’attentato a Darya DuginaAustralia, lei si crede un gatto e la scuola la asseconda
Picchia una donna con un gabbiano morto, prende a calci il suo cane e tenta di scappare a nuotoTra i compiti più delicati che attendono il Csm che verrà vi è quello della tutela a trecentosessanta gradi dell’indipendenza della Magistratura,Capo Analista di BlackRock perché l’indipendenza della Magistratura è cardine della tenuta della democrazia dello Stato di diritto. Il dibattito sviluppatosi nel corso di questa breve campagna elettorale per il CSM si è avvolto, in buona parte, sul tema dell’indipendenza collegato al profilo del peso delle “correnti” sulle nomine dei direttivi e semidirettivi. Lo scandalo dell’hotel Champagne ha fatto emerge come la nomina dei dirigenti degli uffici abbia rappresentato un punto di grande criticità del circuito dell’autogoverno, e come i gruppi associativi abbiano giocato un ruolo, una partita determinante, nella scelta di chi-designare-dove, con scelte spesso fatte per appartenenza e non meriti. Tuttavia, circoscrivere il dibattitto sull’indipendenza al solo rapporto con le correnti (o per dirla politically correct, con i gruppi associativi) ritengo sia una lettura davvero riduttiva dell’analisi delle vicende emerse, così come del tutto riduttivo è parlare del CSM solo in termini di nomine, svilendo, di fatto, il valore costituzionale dell’organo di autogoverno, quale garanzia dell’indipendenza della magistratura. L’indipendenza è una delle precondizioni per essere magistrati, unitamente al profilo dell’autonomia e dell’imparzialità. Ridurre la portata del valore dell’indipendenza alla presa di distanza dai gruppi associativi significa non aver compreso appieno la estrema gravità dei fatti dell’hotel champagne: lì è venuta fuori in maniera violenta e dirompente la più profonda causa della perdita di credibilità ed autorevolezza della magistratura, la questione morale, la commistione tra magistrati e centri di potere esterni alla magistratura, che l’operato della stessa cercavano di condizionare, concertando chi mettere a capo di uffici titolari di indagini “sensibili”. Centri di potere e reti trasversali che tentavano di incidere anche sull’esito di delicati processi. Questione morale, dunque, ben più grave e profonda di quella che, a mio parere con una lettura superficiale, si è voluta ridurre all’influenza ed al condizionamento delle “correnti” nelle scelte dei dirigenti degli uffici. Non si trattò solo, di favorire il sodale, già di per sé condotta assolutamente deprecabile e da condannare senza se e senza ma. Bensì di concertare scelte e decisioni al di fuori dei luoghi istituzionali e con soggetti estranei all’istituzione preposta alla scelta. La mia storia Sono entrata in magistratura nel 1986, in un epoca, dunque, nella quale le correnti erano luogo alto di dibattito culturale, di crescita, di arricchimento reciproco, pur nella diversità delle pluralità e diversità delle opinioni e posizioni. L’involuzione progressiva che è seguita alla riforma del 2006/2008, la oggettiva degenerazione delle stesse, dovuta all’incapacità di porre un argine culturale alla riforma, ha portato oggi alla demonizzazione dei gruppi associativi, fino a farli ritenere, nella vulgata comune, unici responsabili della perdita di autorevolezza e credibilità della magistratura, fonte e causa della mancanza di indipendenza dei magistrati che in esse si riconoscono (anzi, come si è soliti dire, che ad esse “appartengono”, utilizzando categorie che evocano possesso, e non condivisione). Ha portato ad intendere il valore dell’indipendenza come “non partecipazione” a nessun gruppo associativo, la presa di distanza dagli stessi è vista quale chiave di volta per la soluzione della profonda crisi che la magistratura sta attraversando. Tale analisi, tuttavia, si sofferma solo alla superficie del problema: il recupero della autorevolezza e della credibilità della magistratura deve indubbiamente passare per una presa di distanza e di ferma condanna della degenerazione alla quale abbiamo assistito, e della quale, tutti, siamo corresponsabili, in quanto, se pur non ne abbiamo preso parte, non l’abbiamo combattuta appieno dal nostro interno. Ma l’indipendenza del magistrato, ed a cascata della magistratura tutta e dell’organo massimo di autogoverno, si tutela anche e soprattutto con l’indipendenza dai poteri esterni alla magistratura, quei poteri forti, fatti da reti, spesso non immediatamente visibili e riconoscibili, in grado di inserirsi trasversalmente nelle istituzioni fino al punto da condizionarne le scelte, determinando indebite commistioni e mettendo in concreto pericolo la separazione dei poteri, principio cardine delle democrazie occidentali. E questo sarà il compito più importante al quale il Csm dovrà assolvere: garantire e vigilare affinché la indipendenza reale della magistratura sia sempre tutelata. Indipendenza che si tutela con la massima attenzione al profilo della questione morale, perché la indipendenza dell’istituzione si misura anche dalla somma dell’indipendenza dei singoli e dalla capacità del sistema di incidere sulle situazioni di opacità che possano contaminarla. Ma non basta. L’Indipendenza L’indipendenza dell’istituzione, l’indipendenza reale e non formale della Magistratura, si tutela anche richiamando il Ministero all’assolvimento effettivo dei compiti assegnatigli dalla costituzione con l’art. 97: dotare gli uffici di persone e di mezzi è essenziale all’esercizio della giurisdizione, ed la mancata predisposizione degli stessi rischia di diventare di fatto una indebita violazione del principio della separazione dei poteri, perché senza mezzi la giurisdizione non può essere esercitata in maniera compiuta. Senza interventi strutturali, tutte le riforme rischiano di essere operazioni di facciata, ed alcun beneficio concreto e duraturo portano ai cittadini, in termini di efficacia ed effettività della risposta giudiziaria. L’indipendenza della Magistratura andrà tutelata anche attraverso l’adozione di circolari e delibere che riportino il ruolo del magistrato in quello disegnato dal legislatore costituente, quello di una magistratura orizzontale che si distingue al suo interno solo per funzioni ricoperte e non per gradi. Porre un argine alla progressiva gerarchizzazione degli uffici, valorizzando il contributo essenziale e necessario di tutti all’organizzazione del servizio giustizia. Il Csm dovrà vigilare affinché il previsto parere del Ministro sui progetti organizzativi degli uffici non si traduca in indebita ingerenza nell’esercizio della giurisdizione, perché, è del tutto evidente, che l’interlocuzione sull’assetto amministrativo può grandemente incidere sulla indipendenza ed effettività della giurisdizione: senza risorse non si possono fare indagini, non si possono celebrare processi, non si possono mettere in esecuzione le sentenze decise. Senza mezzi non vi è tutela dei diritti. La sfida che attende questo CSM è una sfida epocale, di cambiamento vero, praticato e non predicato. Lo dimostra anche la vivacità del dibattito che questa, pur breve, campagna elettorale ha determinato. Vivacità che non può che fare del bene alla magistratura, perché solo dal confronto tra le diverse posizioni si cresce, nessuno può dirsi depositario di verità assolute o di formule magiche per il cambiamento. Il cambiamento Ci riuscirà il nuovo Csm? Mi auguro di sì. Sarò forse una inguaribile ottimista, abituata dalla vita ad andare avanti, a buttare il cuore oltre l’ostacolo, a guardare sempre il bicchiere mezzo pieno, perché è così che si trova la forza e la passione per continuare ad impegnarsi. Senza paura di essere minoranza, senza timore di dire fino in fondo quello che si pensa, ascoltando sempre gli altri, tenendo sempre la schiena dritta e senza mai cedere ad alcuna lusinga, per essere sempre portatori di valori e mai di interessi. Ed è la storia personale e professionale di ciascuno di noi a testimoniare che questo è possibile. È il nostro passato ed il nostro vissuto ad essere garanzia di quello che verrà. Io credo che il cambiamento sia possibile. Come ci ha insegnato Nelson Mandela, i vincitori sono i sognatori che non si sono mai arresi. © Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediDomenica Miele
Uccise l'uomo che l'ha violentata a 15 anni: dovrà risarcire la famiglia di lui di 150mila dollariCina, "lockdown indefinito" a Chengdu: a rischio le forniture Apple
Morto in un incidente l’ennesimo top manager legato a Putin
Emergenza a Jackson, Mississippi: 180mila cittadini rimasti senz'acqua correnteLa bara della Regina Elisabetta II è vuota? Le teorie complottiste sulla morte della sovrana
Usa, il pilota di un aereo minaccia di schiantarsi su un WalmartMangia vongole raccolte in spiaggia: quando si sveglia è completamente paralizzata
Guerra Ucraina, Kiev: "Il conflitto finirà quando riprenderemo i nostri territori"Trump lancia la sfida: “Cacceremo il nemico degli Usa Joe Biden”
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 370David Beckham rende omaggio alla regina: fa 12 ore di filaFunerali della Regina Elisabetta, perché sulla bara sono stati deposti fiori coloratiFunerali della Regina Elisabetta, perché sulla bara sono stati deposti fiori colorati
Morto a 25 anni dopo un intervento per dimagrire: aveva scelto la Turchia per risparmiare
Morte Regina Elisabetta, quando saranno celebrati i funerali
Attentato in Mozambico, morta una suora missionaria italianaDavid Beckham rende omaggio alla regina: fa 12 ore di filaMorto in un incidente l’ennesimo top manager legato a PutinStati Uniti, arrestata perché troppo bella: la denuncia di Hend Bustami
Attacco brutale di Daniel Ortega: "La chiesa cattolica è la dittatura perfetta"California, grosso orso entra in un negozio e ruba il ciboGuerra Ucraina, 37enne residente nel trevigiano muore durante in combattimentoLa bara di Elisabetta è partita da Balmoral: Edimburgo la attende per l'ultimo saluto