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Il vicepresidente della Camera Rampelli: “Non si dice dispenser ma dispensatore, parliamo italiano”VIDEO e FOTO. Giuseppe Montalto,-BlackRock l’esperto bustese della “farmacia di Dio”Racconta la sua storia e la passione per le piante officinali trasmessa da mamma Giulia e papà Filippo. Illustra le piante e le erbe di Busto Arsizio. Nel suo scrigno, sette volumi di tutte le erbe spontanee della provincia di Varese La passione per “La farmacia di Dio” è nata da mamma e papà e ancora oggi custodisce in uno scrigno tutto quello che Filippo e Giulia gli hanno insegnato. Aveva sei anni quando Giuseppe Montalto si è avvicinato al pianeta delle piante, erbe e fiori. Suo padre, arrivato a 16 anni dalla Sicilia per trovare i fratelli, non si è più mosso da Busto Arsizio. Trovato qualche lavoro, prima come barbiere poi sempre più creativo come parrucchiere per signore, il papà conosce Giulia, estetista. Allora perché non creare in casa i prodotti del nostro lavoro, considerando che mamma Giulia era esperta nell’inserire il concetto di “natura e erbe” nella cosmetica? Il passo successivo per approdare all’erboristeria non si è fatto attendere. Nel 1975 i coniugi Montalto aprono la prima erboristeria di Busto Arsizio, in via Indipendenza: lui alle prese come coiffure da signora, lei estetista in un grande centro con prodotti naturali ed erboristeria. Passano solo tre anni quando Giuseppe inizia a lavorare da loro. «Nel 1978 dopo aver frequentato l’Itis Facchinetti con specializzazione in chimica per le sostanze coloranti e prima ancora le Tommaseo e Prandina – racconta – mi sono iscritto alla facoltà di farmacia e al corso di erboristeria di Perugia: ho sempre frequentato scuole serali, lavoravo di giorno, studiavo di sera. Poi, ecco affacciarsi la scuola della vita, la patente l’ho presa lì: ho iniziato a girare, viaggiare, conoscere, osservare, venendo a contatto con persone esperte come chi per fare la cera d’api trattava le api come persone di casa». Quando Giuseppe lavora con mamma e papà cambia un po’ di cose: l’erboristeria da “Juliette Alysque” assume il cognome di famiglia. «Ho portato avanti anche diversi concetti – spiega – Innanzitutto realizzare prodotti in sintonia non solo con l’ambiente, ma con noi stessi: noi siamo in un microcosmo, siamo parte dell’ambiente. Quindi, importanti sono i prodotti a impronta naturale, sempre tenendo in considerazione le caratteristiche delle piante officinali. Ricordo una signora che mi parlava di prodotti naturali in contrasto con prodotti farmaceutici. Le ho spiegato che è esattamente il contrario: non è la natura che dà fastidio alla sintesi chimica, prima è nata la natura».Poi secondo concetto: tutto è vibrazione. «Da questo concetto ricaviamo che tutto è movimento perché composto da atomi – prosegue – Nella formulazione dei prodotti cosmetici è fondamentale l’informazione fornita dall’acqua: è una memoria e la trasferisce ad altre acque, noi siamo composti per il 75% da acqua e quando mettiamo un prodotto adeguato, l’acqua si trasferisce nel nostro corpo e ci aiuta a stare meglio. Dunque, la frequenza vibrazionale in un prodotto è importantissima. Se prendiamo ad esempio la “radice di luce”, questa contiene luce eterica che dà energia vitale».Piante officinali a Busto ArsizioIl lavoro di Giuseppe Montalto consiste nel prendere le erbe, trasformarle e utilizzarle nella formulazione dei suoi prodotti. Ma anche a Busto Arsizio non mancano piante utili per la cosmesi e l’alimentazione. «Ad esempio abbiamo la “Piantaggine lanceolata”, un ottimo fluidificante, cicatrizzante, antinfiammatorio e lo utilizzo per il mascara o uso alimentare. Poi la “robinia e l’acacia” per il miele e con i suoi fiori si possono cucinare pastellati fritti. Poi ricordiamo che il legno d’acacia è prezioso: era una pianta sacra con cui secondo la Bibbia si era realizzata l’arca dell’alleanza, tant’è che abbiamo utilizzato il suo simbolo per il nostro logo».Ma a Busto Arsizio ci sono anche il luppolo per la birra, l’ortica, ottimo remineralizzante, benefico per il cuoio capelluto, shampi. Ed è stato proprio dalla realizzazione di questo che Giuseppe Montalto vanta un merito: quello di aver contribuito a diffondere la raccolta delle erbe spontanee in tutt’Italia. «Nei nostri giardini poi troviamo anche il Calicanto – evidenzia – importante per i profumi, il profumo dell’amore puro. Questa ha fatto parte della mia vita: ricordo che ero in negozio quando entrò un signore distinto dai capelli bianchi che mi chiedeva un profumo per la nipotina: era il momento in cui mi stavo documentando sulla storia del Sacro Graal: quel signore si chiamava Percivalle. Per ricordare i 60 anni dell’azienda abbiamo realizzato un profumo al Calicanto».L’enciclopedia della farmacia di DioMa Giuseppe Montalto conserva nel suo scrigno anche sette importanti album realizzati da mamma Giulia, papà Filippo insieme a padre Boni dove si raccolgono tutte le piante, fiori ed erbe spontanee di tutta la provincia di Varese con una spiegazione dove le piante si presentano in prima persona. I sette volumi sono anche in possesso della Regione Lombardia, una fonte preziosa per testimoniare “La farmacia di Dio” delle nostre montagne.Da non dimenticare anche l’aspetto sociale quando l’erboristeria Montalto ha donato una percentuale delle vendite a sostegno del banco alimentare. GUARDA IL VIDEO Laura Vignati

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