Influencer sospesa da Twitch: ha investito un cane mentre guidava e faceva una diretta streamingNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 278Aggredita e uccisa da un cane nel giardino di casa: morta a 4 anni
Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 279Nel mese di dicembre la Corte di giustizia della UE ha definito i tornei di calcio «quiet evidently economic activities»,trading a breve termine per smontare il monopolio organizzativo di UEFA e FIFA, tutelando il principio liberista della Superlega, sostenuta dal presidente del Real. Se il neo-calcio deve allora rispondere alle regole dell’economia e proteggere il principio di concorrenza, una tale concentrazione di potere e di grandi calciatori nella squadra di Ancelotti è anomala. Il calcio è uguale dappertutto, la gioia no, la gioia varia in base al censo. Un conto è sfilare con il pullman scoperto per la Gran Via di Madrid, un altro è arrivare a Piazza Maggiore, dove santi che pagano il tuo pranzo non ce n’è.Quarantott’ore dopo la quindicesima Champions, se sei il Real puoi annunciare al mondo di aver preso Kylian Mbappé, pure lui, un altro fenomeno da aggiungere a Jude Bellingham e Vinícius Júnior, due calciatori che a fine 2024 troveremo ai primi cinque posti del Pallone d’oro, probabilmente in cima. Quarantott’ore dopo aver festeggiato il ritorno in Coppa dei Campioni a distanza di sessant’anni, se invece sei il Bologna ti devi preoccupare di cercarti un altro allenatore perché sono già venuti a prendersi il tuo, e presto ti porteranno via anche il miglior giocatore, forse due, chi lo sa, chi lo può dire. ANSANé più né meno di quanto accade nella maggior parte dei posti toccati da un pallone, il Brighton, il Crystal Palace, il Girona, laddove dura solo un attimo la gioia. Nella sua newsletter On Soccer per il New York Times, Rory Smith ha scritto che «il calcio è strutturato economicamente in modo tale che qualsiasi cosa nuova, brillante o promettente viene immediatamente ingoiata dai più grandi e più bravi, spesso autoproclamatisi tali».Lo abbiamo ormai accettato come ineluttabile. È il risultato del ciclo capitalista del calcio, ha scritto qualche giorno fa lo storico Jonathan Wilson sul Guardian. Dal 1992 la grande Coppa internazionale funziona come un bancomat. È giocata in genere da chi ha maggiori disponibilità economiche per qualificarsi, partecipano le squadre migliori, innescando un meccanismo così guadagnano e saranno di nuovo le migliori, scavando un solco con il resto della concorrenza nel proprio paese. Così si spiegano i 6 scudetti su 7 del Manchester City, i 9 di fila della Juventus, gli 11 in 12 anni del Bayern, i 18 su 20 di Real e Barça in Spagna.Dice: ma il calcio è un business, lo ripetono pure i bambini all’asilo. Appunto. Proprio perché è più un business che uno sport, dovrebbe cominciare ad attenersi a quelle regole. È stato il ragionamento fatto a dicembre dalla Corte di giustizia della UE per far cadere il monopolio di UEFA e FIFA nell’organizzazione degli eventi, aprendo a una Superlega. Ha scritto che questi quattro calci a un pallone, questi tornei così cresciuti, con lo sfruttamento dei diritti tv sono diventati «quiet evidently economic activities» .Sarà così, ma se è così serve il prossimo passo, una Authority che vigili sulla concentrazione di disponibilità nelle stesse mani. Sarebbe altrimenti paradossale veder tradotta una sentenza liberale in un sistema che garantisce sempre più soldi e i migliori giocatori, i migliori allenatori solo alle élite, a vecchi papaveri che spesso hanno alle spalle a loro volta esattamente storie da monopolisti. Il famoso modello americanoNon è un’idea marxista-leninista. Le cose girano a questo modo negli sport dei professionisti americani, dove un commissioner si preoccupa di tutelare prima di tutto l’equilibrio, nell’interesse collettivo. Tra un paio di notti verrà il momento delle finali NBA, e prima ancora di iniziare siamo già sicuri di vedere assegnato il sesto anello a una sesta squadra differente nelle ultime sei edizioni. Può vincerlo Dallas che non ci riesce da 13 anni, oppure possono vincerlo i Celtics a Boston, la cosa più vicina al Real Madrid nella pallacanestro americana, il tempio dei templi del capitalismo applicato allo sport. I Celtics hanno con i Lakers il record di titoli, diciassette, ma non ne vincono uno dal 2008, e si tratta dell’unico negli ultimi 38 anni. Lo sport americano si regge sul principio che se hai avuto Michael Jordan, se sei stato baciato dal cielo con i suoi canestri e sei anelli fra 1991 e 1998, come a Chicago, allora ti tocca per trent’anni guardare i tappi che saltano sulle bottiglie di champagne degli altri. La distribuzione della gioia non è un concetto romantico. È una calamita di denaro. A nessuno interessa un torneo con lo spoiler . «Il denaro non è stupido», dice Jorge Valdano.Liberisti a giorni alterni, i proprietari dei club d’élite hanno esercitato ogni tipo di pressione per strappare all’UEFA condizioni sempre più favorevoli, l’unica via per far uscire i bilanci dalle voragini in cui li hanno ficcati. Ecco perché da settembre vedremo la Superchampions: più partite, più introiti, più ricchezza per i ricchi. Altri soldi arriveranno dal Mondiale per club della FIFA, il prossimo elemento di squilibrio finanziario in partenza. Sollevare la Coppa a maggio è l’ultimo dei premi. Viene prima l’incasso di questo strano montepremi alla partenza. «Quiet evidently economic activities», l’ha detto il Consiglio UE per tutelare la voglia di Superlega del Real Madrid dal monopolio dell’UEFA. Ora però servirebbe qualcosa che tuteli la libera concorrenza dal Real Madrid.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?AccediAngelo CarotenutoGiornalista e autore. Per Domani cura il podcast Accadrà Domani. Si è occupato di politica, sport e cultura pop. Ha scritto tre romanzi: “Dove le strade non hanno nome" (Ad Est dell’Equatore, 2013), “La Grammatica del Bianco" (Rizzoli, 2014) e “Le Canaglie" (Sellerio, 2020); e un saggio: “La musica fa crescere i pomodori" con Peppe Vessicchio (Rizzoli, 2017). Ha scritto e diretto con Malina De Carlo il documentario “C’era una volta Gioann – Cent’anni di Gianni Brera", prodotto da 3D per Sky Arte.
Formula 1, una Ferrari è stata abbandonata in una discarica tra i rottamiZelensky: un anno dopo l'invasione russa l'Ucraina rimane invincibile
Terremoto in Turchia, il bilancio arriva a 41 mila vittime: si scava
Iran, Khamenei grazia migliaia di prigionieri per l’anniversario della rivoluzione del 1979Ucraina-Russia, battaglia senza fine a Bakhmut: "È l'inferno"
La Cina protesta duramente per l'abbattimento del "pallone spia"Notizie di Esteri in tempo reale - Pag. 276
Cambogia, incendio danneggia una residenza del re Norodom SihamoniMarcello muore improvvisamente a Shanghai
Addio a Kenzaburo Oe, fu premio nobel per la LetteraturaScompare nel nulla: 81enne sopravvissuto nella tempestaLa Francia punta al divieto di pubblicazione di foto e video di minori sui socialUn anno di guerra in Ucraina: tutte le tappe del conflitto
Il Regno Unito vuole fornire l'Ucraina di munizioni, la risposta di Putin
Papa Francesco ricorda le vittime di Cutro: "Trafficanti di esseri umani siano fermati"
Anna, malata di cancro incinta aveva rifiutato le cure per far nascere la figliaNotizie di Esteri in tempo reale - Pag. 287Siria, incendio tra le tende dei terremotati: morti due bambini di 4 e 7 anniQatargate, il Marocco sarebbe stato al centro dell'"affaire"
Usa, abbattuto altro oggetto non identificato in volo: aveva sorvolato siti militari sensibiliStrage di Cutro, i parenti delle vittime chiedono il rimpatrio delle salmeLa terra trema alle porte dell'Italia: scossa di terremoto di 3.3 a MaltaTerremoto in Turchia, italiano disperso: "Non riusciamo a metterci in contatto con lui"