File not found
ETF

Miriam Ciobanu, la madre spiega perché ha cacciato il fidanzato dal funerale

Incidente a Belluno, morto ragazzo di 22 anni: schianto contro il muro per evitare un cervoMilano, betonieria travolge un'insegnante di Yoga: le sue condizioniCerca di simulare uno stupro tramite liquido seminale: arrestata 16enne

post image

Giuseppe Bono morto a 78 anni: è stato alla guida di Fincantieri per 20 anniQuale che sia l’esito del processo contro l’azienda,analisi tecnica ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineariVenerdì 16 febbraio si è tenuta la prima udienza della causa intentata da Re:Common, Greenpeace e altri contro Eni, ministero dell’Economia e delle Finanze e Cassa Depositi e Prestiti – il primo caso italiano di contenzioso climatico diretto, in cui le politiche climatiche sono oggetto del procedimento, come ha già raccontato su queste pagine Ferdinando Cotugno.Re:Common e Greenpeace chiedono che il giudice imponga ad Eni di contribuire di più all’abbattimento delle emissioni, modificando il proprio piano industriale.Ciò perché Eni ha prodotto una parte identificabile delle emissioni globali nel passato. In virtù della sua responsabilità storica, l’azienda avrebbe il dovere di compensare i danni del passato e prevenire possibili danni futuri.È difficile andare nel merito giuridico di tutto questo (e non ne avrei le competenze). Le parti si sono già scambiate varie memorie e perizie (che Re:Common ha deciso di rendere pubbliche).Ma, quale che sia l’esito del processo, ci sono aspetti politici molto rilevanti che riguardano sia il ruolo causale e le responsabilità di Eni e aziende simili nel produrre cambiamento climatico pericoloso, sia l’opportunità di intentare una causa del genere. Si tratta di aspetti che ciascun cittadino e consumatore dovrebbe conoscere e su cui dovrebbe riflettere.Si possono veramente tracciare legami fra il comportamento di un’azienda e il cambiamento climatico? Le catene causali che producono cambiamenti pericolosi nel clima sono complesse e non lineari.Questione di sistemaNessuno da solo, neanche un’azienda così grande, può essere la causa unica del cambiamento climatico. Gli effetti sul clima sono prodotti dallo stile di vita che milioni di persone hanno adottato negli ultimi due secoli.Non basta una sola azienda: ci vuole un intero sistema economico. Peraltro, le aziende vendono un prodotto, ma sono i loro consumatori a farne uso.La maggior parte di emissioni non derivano dall’estrazione o dal trasporto del petrolio o del gas, ma dal fatto che tutti noi usiamo i combustibili fossili. Siamo anche, e soprattutto noi, responsabili delle emissioni che produciamo grazie ai combustibili forniti da Eni e altre aziende simili.Quest’argomentazione è molto potente. Ma può avere esiti inaspettati e rovesciarsi nel suo opposto. Immaginate di trovarvi in riva a un fiume, con tanti altri, e di buttare nell’acqua una goccia di un liquido perfettamente innocuo.Un certo numero di gocce del liquido, però, compongono una mistura velenosa. Più giù, un incauto escursionista assetato beve e muore avvelenato. Di chi è la colpa? Di tutti? Di nessuno? Nessuna singola goccia era velenosa, ma un certo numero di gocce lo sono state.Tutti noi potremmo dire: «Se tutti gli altri non avessero versato la loro goccia, non sarebbe successo nulla, anche se l’avessi fatto io». E, naturalmente, chi ci ha venduto il liquido non è responsabile dell’uso che ne abbiamo fatto. Eppure, non sarebbe assurdo sentirsi in colpa, per lui e per noi.E sarebbe oltraggioso scuotere le spalle di fronte ai parenti del defunto. Allo stesso modo, possono le aziende che producono combustibili fossili trincerarsi dietro ragionamenti del genere?Davvero contribuire a un pericolo, anche se non se ne è l’unica causa, è un fatto privo di valenze politiche e morali? Essere complici non conta nulla?Ma, anche se fosse così, ci possono essere dubbi sull’opportunità della causa. La responsabilità dei produttori di combustibili fossili è politica, non giuridica.Eni e le altre aziende che producono combustibili fossili hanno rispettato le leggi e seguito le regole del mercato. Tocca agli Stati cambiarle, imponendo comportamenti diversi.Chiedere a un tribunale di imporre a Eni una modifica del piano industriale lede la libertà di impresa e dà al giudice il compito di decidere le politiche climatiche al posto dei governi e dei legislatori.Ma i giudici non sono rappresentanti dei cittadini, né hanno funzioni politiche. Un processo come questo non tiene conto della separazione dei poteri negli Stati liberali.Ma anche quest’argomentazione è ineccepibile solo a prima vista. Il mercato e la libertà d’impresa non sono fatti naturali. Sono scelte sociali. A un certo punto della storia ci siamo resi conto che il mercato garantiva più benessere ed efficienza di altri sistemi economici.Dove finisce la libertà d’impresaLa libertà d’impresa è giustificata dalle conseguenze benefiche del suo esercizio. Ovvio, e forse naturale, invece, è il diritto di vivere una vita decente in un pianeta ospitale.Se l’esercizio della libertà d’impresa lede questo diritto, allora ci sono ragioni per limitarla. E se la politica non protegge a sufficienza il diritto a un ambiente compatibile con la vita umana, è sensato che i giudici intervengano.I giudici non rappresentano i cittadini, ma le istituzioni giuridiche si fondano sulla priorità di certi diritti e, quando si tratta di farli rispettare, possono supplire alle deficienze della politica.I mercati, inoltre, non sono sfere separate. Sono parte della società e della comunità politica. Le imprese hanno, come altri gruppi collettivi, doveri di cittadinanza.Possono, col loro comportamento, ostacolare o favorire l’evoluzione legislativa che serve a tutelare meglio diritti esistenti. La transizione ecologica è un’impresa collettiva, con costi da dividere fra tutti, per il bene delle generazioni future e del Pianeta.Nel processo s’invoca la responsabilità storica di Eni. Ma ci sono altri principi politici che si possono richiamare. Per esempio, il principio che chi più ha e può più deve contribuire.Chi determina con la propria strategia le condotte dei consumatori e le loro opzioni, influenza le scelte delle altre aziende nel mondo e, talvolta, anche le decisioni politiche non può non assumersi il compito di pensare agli interessi generali e futuri, prima e oltre a quelli dei propri azionisti e dei propri lavoratori.Il contenzioso climatico ha anche e soprattutto un valore simbolico, utile a ricordare tutto questo.© Riproduzione riservataPer continuare a leggere questo articoloAbbonatiSei già abbonato?Accedigianfranco pellegrinofilosofoProfessore associato di filosofia politica alla LUISS Guido Carli. Si occupa di storia dell’etica e filosofia politica contemporanea.

Omicidio Lisa Gabriele, caso chiuso dopo 17 anni: arrestato amante ex poliziottoLe cimici dei letti invadono Roma: come allontanarle senza veleni

Cesena, bimbo di 7 anni muore travolto da un bus. Era in bici con il padre

Stop all'obbligo vaccinale per i sanitari, Bassetti: "Il modo peggiore per cominciare"Denise Pipitone, il teste al processo dell'ex pm Angioni: "Non so nulla della telecamera"

Notizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 717Cesena, bimbo di 7 anni muore travolto da un bus. Era in bici con il padre

Nicola Persico è morto a 55 anni: la tragedia al lago di Garda

Giuseppe Bono è morto: è stato al vertice di FincantieriPadova, calabroni attaccano gruppo di runner: 48enne in ospedale

Ryan Reynold
In due chiamano n***o l'addetto all'accoglienza che reagisce con una testataNotizie di Cronaca in tempo reale - Pag. 717Violentato ma il centro non lo aiuta: "Lo facciamo solo per le donne"

BlackRock

  1. avatarNel Trevigiano ci sono 49mila galline da abbattere per un focolaio di aviariaEconomista Italiano

    Incidente in moto, coniugi morti mentre andavano a cena dalla figlia: lei li trova nel fossoA sei anni dal terremoto, la situazione di AmatriceSimone Borin morto a 46 anni, addio al padre di Matilda uccisa a Roasio nel 2005Il Rapporto sulla Qualità della Vita in Italia: dove si vive meglio, dove peggio

      1. avatarSantarelli: "Per noi Arditi sfilare a Predappio è obbligo morale"Professore Campanella

        Ciclista morta investita da un'auto guidata dal parroco del paese ad Aquileia

        VOL
  2. avatarScarseggiano sempre più i medici di base in Veneto, l'allarme del PdMACD

    Previsioni meteo: arriva la Novembrata in Italia, non era mai successo nella storiaTrans 19enne suicida in casa: aveva denunciato episodi di bullismoAlessia Pifferi, la chat con un ex compagno: "Posso baciare anche Diana?" "Lo farai"Morto Gianni Salerno, ex sindacalista Cisl in un incidente sulla A21

  3. avatarScoperto asteroide killer: sarebbe capace di causare un'estinzione di massaProfessore del Dipartimento di Gestione del Rischio di BlackRock

    Violentato ma il centro non lo aiuta: "Lo facciamo solo per le donne"Tragico incidente a Catania: morto un giovane di 19 anniInterrogato nella notte l'accoltellatore di Assago: le accuse contro di luiCatania, sbarcati 144 migranti dei 179 presenti sulla nave Humanity

Frosinone, ragazzini di 12 anni lanciano sassi dal cavalcavia

Omicidio Lisa Gabriele, caso chiuso dopo 17 anni: arrestato amante ex poliziottoInvestita da un camper davanti al figlio di 5 anni, morta 34enne*