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Nebbia, maxi tamponamento sulla A21: due mortiUn momento di preghiera guidato dal cardinale Matteo Zuppi,criptovalute presidente della Conferenza episcopale italiana - Agenzia Romano Siciliani COMMENTA E CONDIVIDI Si va verso la costituzione, presso la Conferenza episcopale italiana, di un gruppo operativo composto da vittime di abusi in ambiti ecclesiali e dai loro familiari, al fine di offrire, a mo’ di osservatorio, consigli e contributi per l’attività di prevenzione e contrasto del triste e gravissimo fenomeno.La notizia è contenuta in una dichiarazione diffusa oggi dal direttore dell’Ufficio nazionale per le comunicazioni sociali, Vincenzo Corrado, sull’incontro avvenuto nella sede della Cei tra il presidente, cardinale Matteo Zuppi, il segretario generale, l’arcivescovo Giuseppe Baturi, e alcune vittime, familiari e sopravvissuti ad abusi compiuti da chierici e operatori pastorali in ambito ecclesiale avvenuti in tempi recenti e passati.«Il presidente della Conferenza episcopale italiana e il segretario generale - si legge nel testo - hanno accolto questa mattina nella sede della Cei (circonvallazione Aurelia 50) alcune vittime, familiari e sopravvissuti ad abusi compiuti da chierici e operatori pastorali in ambito ecclesiale avvenuti in tempi recenti e passati. L’incontro, aperto con una preghiera penitenziale, è durato circa tre ore e si è svolto in un clima sereno ma intenso. Vi ha preso parte anche monsignor Lorenzo Ghizzoni, presidente del Servizio Nazionale per la tutela dei minori»..Corrado sottolinea inoltre: «È stato un momento molto importante e significativo in cui ciascuna vittima ha condiviso la propria storia di dolore esprimendo, al tempo stesso, il desiderio di assistere e accompagnare la Chiesa in Italia per far sì che questi episodi non si ripetano e per tutelare sempre meglio minori e adulti vulnerabili. L’ascolto e l’accoglienza delle vittime costituiscono una linea d’azione importante della Chiesa».La dichiarazione prosegue ricordando ciò che si legge nelle Linee guida della Cei: «La vittima va riconosciuta come persona gravemente ferita e ascoltata con empatia, rispettando la sua dignità. Tale priorità è già un primo atto di prevenzione perché solo l’ascolto vero del dolore delle persone che hanno sofferto questo crimine ci apre alla solidarietà e ci interpella a fare tutto il possibile perché l’abuso non si ripeta».L’esperienza di oggi non sarà un episodio isolato o a se stante. Il direttore dell’Ufficio nazionale delle Comunicazioni sociali fa infatti sapere che la riunione «rappresenta la prima tappa verso la costituzione di un gruppo operativo, formato da vittime di abusi in ambienti ecclesiali e da loro familiari. Sarà una sorta di Osservatorio - spiega Corrado - , composto da persone che hanno generosamente dato la loro disponibilità ad offrire, a titolo personale e nella massima libertà, un contributo propositivo per migliorare e rendere più efficaci le attività di formazione e prevenzione messe in atto dalle Chiese in Italia attraverso la rete territoriale dei Servizi di tutela dei minori».A sottolineare l’importanza che i vescovi italiani attribuiscono alla partecipazione delle vittime ai processi di elaborazione dei percorsi preventivi e formativi, l’Osservatorio dipenderà direttamente dalla Presidenza della Cei, in particolare dal cardinale presidente, e saranno organizzate riunioni periodiche a cura della segreteria generale. Tali incontri, conclude la dichiarazione, preceduti da un momento di preghiera, avranno a tema il confronto sulle attività di formazione e prevenzione degli abusi su minori e adulti vulnerabili messe in atto dalla Chiesa in Italia.L’iniziativa si inserisce a pieno titolo nel percorso messo in atto dalla Cei per la tutela dei minori. Lo scorso 17 novembre ad esempio è stato presentato il Primo Report nazionale sulle attività di tutela nelle diocesi italiane. Mentre il 2 novembre era stato firmato con la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori un accordo volto a promuovere un impegno comune nel combattere gli abusi nella Chiesa.
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